Otto immagini d’autore in formato cartolina, spedite, una a settimana, dal 20 maggio all’8 luglio, ai primi 200 che fanno pervenire la propria richiesta all’indirizzo mail othersizegallery@workness.it, indicando l’indirizzo a cui le si desidera ricevere.

 

Il mondo non si è fermato mai un momento, così si chiama il progetto fotografico della Other Size Gallery di Milano curato da Giusi Affronti. Un progetto che ha dell’inedito pur richiamando il passato, un’innovazione nel solco della tradizione. La chiamano “delivery art”, l’arte consegnata a domicilio, una soluzione alternativa per quegli spazi espositivi che, pur avendo ora la possibilità di riaprire al pubblico dopo mesi di chiusura a causa del Covid-19, sono messi in serie difficoltà dall’obbligo di mantenere il distanziamento sociale.

 

Ma la delivery art è anche e soprattutto una soluzione analogica, una risposta ragionata al modo frettoloso con cui il mondo della cultura, nel momento in cui l’epidemia ha imposto il lockdown, si è affidato ciecamente alle capacità del virtuale di soddisfare il bisogno umano di fruire l’arte, rendendo evidente ancora una volta che lo schermo di un computer, di uno smartphone o di un tablet non potrà mai sostituirsi, semmai aggiungersi, all’esperienza estatica della visione dal vivo di un’opera d’arte. Ricevendola a casa, l’opera d’arte è sotto i nostri occhi, la si tocca con mano.

Protagonista del progetto della galleria milanese è senza dubbio il tempo. Le cartoline arriveranno a destinazione nel momento in cui le persone saranno tornate, si spera, alle loro vite normali. E più tardi arriveranno più sarà efficace l’intenzionale effetto souvenir, il ricordo di una situazione collettiva e condivisa. La cartolina consentirà di aprire l’immaginazione verso mondi altri, situazioni e istanti che otto artisti dell’obiettivo, come Michela Battaglia, Davide Bertuccio, Roberto Boccaccino, Tomaso Clavarino, Gianpiero Fanuli, Vanessa Pallotta, Sara Palmieri e Francesca Todde, hanno deciso di immortalare in uno scatto fotografico.

 

Ciò che essi rinchiudono nei loro clic è il racconto di quel che l’Italia ha attraversato negli ultimi anni, così come negli ultimi mesi, caratterizzati da uno sconvolgimento della vita che non ha precedenti. Affiorano temi come la vita e la morte. Le relazioni e l’isolamento. L’incertezza del domani e quella nostalgia per il passato che ritorna anche nel titolo del progetto, un chiaro riferimento al famoso brano di Jimmy Fontana.

 

Il mondo non si è fermato mai un momento, nemmeno quando un virus invisibile ma letale ne ha minato le basi, mettendo in discussione le fondamenta della socialità umana. Il mondo non si è fermato. E neanche l’arte.