Due luoghi per una giornata di enoturismo che appaga mente e corpo. Nulla di più piacevole, infatti, che unire la visita delle bellissime città e splendidi borghi toscani ad una degustazione in cantina con ottimi vini e qualche assaggio di prodotti tipici di eccellente fattura. A Scansano a trovare Cristina Bargagli e scoprire i suoi vini “Azienda Provveditore” e a Montevarchi per conoscere la storia vinicola della cantina Mannucci Droandi.

 

Partiamo da Caposelvi, un borgo nato sulle rovine di un antico castello sulle colline dominanti la pianura. Il piccolo centro, frazione di Montevarchi, vanta una storia religiosa e civile molto ricca che ha lasciato edifici, chiese e conventi che valgono la visita.

Proprio a Caposelvi si trovano i vigneti e la cantina “Mannucci Droandi”. Sono due famiglie a narrare la storia agricola e vinicola di questi possedimenti. I Mannucci, piccoli proprietari terrieri in Valdarno già dai primi del XIX° Secolo, e i Droandi, dal XVIII° agricoltori in Carmignano e poi a San Giustino Valdarno.

Due luoghi per una giornata di enoturismo che appaga mente e corpo. Nulla di più piacevole, infatti, che unire la visita delle bellissime città e splendidi borghi toscani ad una degustazione in cantina con ottimi vini e qualche assaggio di prodotti tipici di eccellente fattura. A Scansano a trovare Cristina Bargagli e scoprire i suoi vini “Azienda Provveditore” e a Montevarchi per conoscere la storia vinicola della cantina Mannucci Droandi.

 

Partiamo da Caposelvi, un borgo nato sulle rovine di un antico castello sulle colline dominanti la pianura. Il piccolo centro, frazione di Montevarchi, vanta una storia religiosa e civile molto ricca che ha lasciato edifici, chiese e conventi che valgono la visita.

Proprio a Caposelvi si trovano i vigneti e la cantina “Mannucci Droandi”. Sono due famiglie a narrare la storia agricola e vinicola di questi possedimenti. I Mannucci, piccoli proprietari terrieri in Valdarno già dai primi del XIX° Secolo, e i Droandi, dal XVIII° agricoltori in Carmignano e poi a San Giustino Valdarno.

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Oggi l’azienda, con amministratore unico, Maria Grazia Mammuccini, si distingue in due diverse tenute. La prima, il podere Campolucci (dal latino “campo del bosco sacro”). Si trova sulle pendici orientali dei Monti del Chianti, ed è costituito da una grande casa colonica che risale al Granducato e ospita la cantina circondata da vigneti e uliveti. La seconda tenuta è “Podere Ceppeto”, una distesa di vigneti e oliveti piantati attorno ad una grande casa colonica di pietra squadrata, edificata nel XVIII° secolo sui resti di un antico romitorio.

Dal 2000 Mannucci Droandi applica il metodo dell’Agricoltura Biologica certificata, una scelta volta a valorizzare l’ambiente in generale e i vitigni autoctoni, in particolare. La loro conservazione è infatti uno degli elementi fondamentali della linea stilistica della cantina, della quale, così come dei vigneti, è responsabile Roberto Giulio Droandi.

 

Lo studio continuo e approfondito dei vitigni autoctoni e antichi viene svolto in collaborazione con l’Unità di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo. A questo scopo è stato realizzato un vigneto sperimentale nel quale vengono testate le uve con micro-vinificazioni. Sono poi i vitigni più promettenti ad essere riprodotti e piantati per ritrovare il grande carattere e l’identità davvero unica di vitigni come “Foglia Tonda”, “Barsaglina” o “Pugnitello”. Vini della memoria e contributo fondamentale per la salvaguardia del patrimonio ampelografico toscano che si degusta con grande piacere.

Nel “Foglia Tonda” si percepiscono al naso, sentori docili di piccola frutta del bosco e un successivo aspetto speziato. Al palato regala un sorso di ottimo carattere, piacevole freschezza e intensa, composita declinazione.

 

La produzione di Mannucci Droandi comprende anche una linea classica con cinque tipologie di vino. Dal “Rossinello” un bel Sangiovese Rosato, al Chianti Colli Aretini, al Ceppeto” Riserva, un Chianti Classico di ottima fattura.

Da provare tra le etichette Mannucci Droandi, il Vin Santo del Chianti Classico.

Al naso presenta sentori fascinosi di frutta secca, frutta candita, spezie dolci. Al palato dimostra grande equilibrio di sapori maturi e aromatici. Bella armonia tra dolcezza e intensità.

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Dalle colline di Caposelvi, ci spostiamo a Scansano, nelle cui immediate vicinanze, nel cuore della Maremma toscana, la famiglia Bargagli, ha costruito con passione e fermezza e continua a far crescere con gioia vinicola e fiducia imprenditoriale, la sua “Azienda Provveditore”. Da ben tre generazioni, l’obiettivo della famiglia è quello di cercare espressività e identità nei vini che produce, per proporre una lettura enologica del territorio che soddisfi il palato e gli altri sensi, grazie alla qualità e alla piacevolezza.

 

Quaranta ettari, coltivati principalmente a Sangiovese e Trebbiano Toscano, da cui nasce una produzione di Morellino di Scansano di ottima presenza, notevolissima qualità e pienezza del carattere del territorio. Anche i bianchi sono ascrivibili nella fascia di qualità che la Maremma sa esprimere e, da qualche tempo ha decisamente migliorato in eleganza e precisione.

 

Il nome “Provveditore” deriva dall’incarico di chi doveva tra il 1700 e il 1800 tenere in buone condizioni la strada di grande passaggio, ovvero il “Provveditore dei fossi e dei fossati”. Fu proprio lui ad acquistare per primo il podere che non cambiò mai il nome, mantenuto anche dalla famiglia Bargagli nel momento dell’acquisto ai primi del ‘900.

Oggi Cristina Bargagli è l’anima di Provveditore, appassionata, preparatissima e instancabile “ambasciatrice”, con i suoi vini, della Maremma e del Morellino di Scansano. Da un lato i bianchi intensi e diritti, quasi spigolosi, modellati dai venti delle spiagge, come il Vermentino, lo Chardonnay e soprattutto l’Ansonica. Un vino di perfetta identità che presenta, al naso, precisi e piacevoli sentori di macchia mediterranea ed erbe aromatiche con note floreali. Al palato un carattere netto e identitario, salino e minerale. Armonico e intrigante.

Dall’altro lato, la profonda esperienza nella produzione del Morellino di Scansano. Il padre di Cristina, Alessandro, è stato uno dei fautori della nascita della Denominazione con la vendemmia 1979.

 

Due zone diverse, due tipologie e denominazioni diverse, due famiglie diverse. Ma il punto in comune è il piacere di scoprire luoghi di infinita bellezza, grazie ad un calice di vino.