Un'immagine del film Dusk Chorus – Basato su frammenti di estinzioni di Nika Saravanja e Alessandro d’Emilia

La 23° edizione del Festival CinemAmbiente si sarebbe dovuta svolgere dal 23 maggio al 3 giugno, ma a causa dell'emergenza Coronavirus, è stato spostato a data da definirsi. Questo non significa stare con le mani in mano.

 

Così è nato un progetto interessante che segue il motto #iorestoacasa, come dichiara il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa:

«In questi giorni in cui tanti cittadini di ogni età non possono andare al lavoro o a scuola abbiamo pensato a come intrattenere, formare e informarli sulle tematiche ambientali rimanendo a casa. CinemAmbiente a casa tua è la prima di una serie di iniziative che saranno lanciate nei prossimi giorni dal ministero dell’Ambiente, e abbiamo voluto realizzarla insieme al Festival CinemAmbiente e al Museo Nazionale del Cinema di Torino perché da più di vent’anni organizzano l’omonimo festival con successo di pubblico, dimostrando come questi temi siano di grande attenzione per i cittadini. E come sia necessario mantenere alta l’attenzione sui problemi dell’ambiente e sulle loro soluzioni. Perché quando presto ci libereremo dall’emergenza sanitaria è da qui che dovremo ripartire».
 

Nulla di più chiaro per presentare la rassegna online che mette a disposizione di tutti, per le prossime settimane, una selezione di film a tematica green. Da venerdì 3 aprile, ogni tre giorni, viene proposto, infatti, un nuovo titolo, visibile gratuitamente sul sito di CinemAmbiente, scelto tra lunghi e mediometraggi che hanno riscosso particolare successo nelle ultime edizioni della kermesse o hanno approfondito temi al centro del dibattito ecologista come i cambiamenti climatici, l’antropizzazione, la tutela degli habitat di specie, l’ecosostenibilità, i possibili nuovi modelli di sviluppo. 

Un'immagine del film Ultima chiamata (Last Call) di Enrico Cerasuolo

Il direttore del Festival CinemAmbienteGaetano Capizzi, precisa quanto si debba, per prima cosa, «ringraziare i distributori e i registi che hanno messo a disposizione gratuitamente i loro film, consentendoci di mantenere un contatto con il pubblico anche in questo difficile momento di distanziamento sociale. Invitiamo anche altri ad aderire a quest’iniziativa, favorendo una riflessione, oggi quanto mai importante, sui tanti temi ambientali messi in correlazione con la pandemia, talvolta con eccessive semplificazioni. L’inquinamento atmosferico, l’alterazione, ad opera dell’uomo, di habitat ed equilibri naturali fondamentali, l’aumento demografico incontrollato, la globalizzazione, l’organizzazione economica fondata su certi modelli di sviluppo sono problemi estremamente complessi, che il cinema può aiutarci a comprendere e che in futuro andranno esaminati e ripensati anche alla luce di quanto oggi ci sta succedendo».

Gli fa eco il presidente Nazionale del Cinema di TorinoEnzo Ghigo, che sottolinea quanto la diffusione della cultura sia una delle missioni dello spazio espositivo. Del resto, questo progetto si affianca alle altre iniziative che il museo «sta portando avanti con la condivisione online della mostra in corso e delle collezioni, con la realizzazione di laboratori per bambini e famiglie e con la visione in streaming di contenuti della sezione Doc del Torino Film Festival».

Un'immagine del film L'elemento umano (The Human Element) di Matthew Testa

© 2018 James Balog | Earth Vision Institute

Il primo film da vedere è L’elemento umano (The Human Element) di Matthew Testa. La pellicola segue il fotografo James Balog, in un viaggio negli States, come testimone del passaggio di uragani devastanti, di un villaggio di pescatori minacciato dall’aumento del livello del mare, dell’esaurirsi della nostra riserva d’aria, dei rovinosi incendi in California. E di una comunità di minatori disoccupati alla ricerca di nuove speranze. Balog mette a disposizione la sua arte per favorire il recupero della relazione imprescindibile fra la natura e l'umanità. Gli altri lungometraggi saranno l’indagine La bugia verde (The Green Lie) di Werner Boote, Il viaggio nella foresta amazzonica Dusk Chorus – Basato su frammenti di estinzioni di Nika Saravanja e Alessandro d’Emilia. E ancora Oceani, il mistero della plastica scomparsa (Océans, le Mystère plastique) di Vincent Perazio, Ultima chiamata (Last Call) di Enrico Cerasuolo, Il sorriso del gatto di Mario Brenta e Karine de Villers e Ladri di tempo (Time Thieves. Your Time is their Business) di Cosima Dannoritzer.
Non ci resta che augurarvi una buona visione.