La prima immagine da ricordare è la fine del viaggio. E’ il Frecciarossa delle 8 partito da Torino che si riposa per la prima volta sui binari della stazione di Reggio Calabria. Del macchinista che ha portato a termine il suo lavoro, del capotreno che controlla che tutto fili liscio anche all’arrivo. Dei viaggiatori, che sentono finalmente aria di casa. Di libertà, qualcuno azzarda. La libertà di muoversi, di spostarsi, di viaggiare e al contempo di sentirsi al sicuro. Di tornare dalle proprie famiglie dopo mesi di lockdown, ora che gli spostamenti tra le regioni sono consentiti.
Il treno portatore di libertà, di gioia, di sorrisi, seppur nascosti dietro una mascherina. Portatore di normalità. Quella che tutti vogliono, quella che tutti vogliamo: «La prima cosa che farò sarà andare a mare, salutare gli amici, vedere i miei nonni – dice Luca, 20 anni, sei mesi lontano da casa – cose normali, niente di speciale».
La seconda immagine da ricordare è il principio. E’ l’atrio della stazione Torino Porta Nuova alle 7 del mattino, un’ora prima della partenza del primo Frecciarossa Torino-Reggio Calabria senza cambi intermedi, una delle novità del nuovo orario estivo di Trenitalia. A Torino decine di viaggiatori hanno appena visto l’alba, e ora sono in attesa del treno che li porterà fino in Calabria, prima che cominci il tramonto. Guardano i tabelloni elettronici. C’è silenzio nella stazione appena sveglia. Ma è un silenzio vivace, di ripartenza. «La prima cosa che farò sarà mangiare una vera granita», dice Antonio, studente a Torino di Scienze Infermieristiche. In stazione lo ha accompagnato lo zio, che lo ha ospitato durante il lockdown. Antonio viveva in un appartamento in condivisione, ma è stato costretto a lasciarlo quando le lezioni sono state sospese. Arriverà con il Frecciarossa fino a Villa San Giovanni. Poi prenderà il traghetto verso la Sicilia, direzione Giardini Naxos. Il Gruppo FS Italiane, per collegare l’isola alle città servite dall’Alta velocità, permette infatti l’acquisto sui canali di vendita Trenitalia, insieme al biglietto delle Frecce, anche quello delle navi veloci Blujet fra Villa San Giovanni e Messina.
In Sicilia, ad Enna, c’è anche la casa di Rita e Gaetano. E’ disabitata da fine febbraio. «Siamo andati a Torino per aiutare nostra figlia che aveva partorito – raccontano – poi il lockdown ci ha bloccati lì. Abbiamo dovuto comprare dei nuovi vestiti, perché non avevamo niente di primaverile». Sono partiti con due valigie, sono ritornati con quattro bagagli. Rita legge un libro, Gaetano ricorda di quando, da militare, ha viaggiato sui Treni del Sole, i collegamenti fra il Sud e il Nord d’Italia che venivano presi d’assalto da chi lasciava la propria terra in cerca di lavoro, fortuna e di una nuova vita lontana da casa. «Sono ancora traumatizzato – scherza – per la quantità di persone che c’era. Ma ora viaggiare in Frecciarossa è tutta un’altra storia, non c’è paragone».
Dimenticate infatti le valigie di cartone e i posti in piedi. Il mondo è cambiato, e con lui anche i trasporti. I passeggeri del Frecciarossa Torino–Reggio Calabria, così come i viaggiatori di tutti i treni Trenitalia, si sistemano sui posti distribuiti a scacchiera, per mantenere il distanziamento personale. Sui sedili un marker rosso indica quello da lasciare libero. FS Italiane distribuisce a tutti un health & safety kit gratuito con mascherina, poggiatesta, guanti monouso, gel igienizzante e una lattina d’acqua. Ci sono percorsi di uscita segnalati a terra e ogni pulsante, maniglia, bottone, spazio comune viene continuamente igienizzato dal pulitore viaggiante. E prima ancora di entrare sul treno, nelle stazioni di partenza, vengono fatti i controlli con i termoscanner. Chi ha una temperatura superiore a 37,5 gradi non può salire. Disposizioni ministeriali. «Non mi aspettavo di sentirmi così al sicuro seppur fra tante persone – dice Luca, 20 anni, studente – è un viaggio che sicuramente rifarei». La libertà, sul treno, vuol dire anche sicurezza.
La terza immagine da ricordare è la ripartenza. La ripartenza del Frecciarossa per Torino Porta Nuova: ore 10,10, stazione Reggio di Calabria Centrale. Il treno parte con a bordo famiglie, giovani, pensionati diretti al Nord. Chi per tornare al lavoro, chi per andare dai figli, chi semplicemente per riprendere la propria vita interrotta mesi fa. Casa è ovunque ci si senta a casa.
Prima tappa dopo Reggio, Villa San Giovanni. Seconda, Rosarno. Le persone salgono alla spicciolata, il treno inizia a riempirsi. Poi Lamezia Terme e Paola. La Freccia per diversi tratti affianca il mare da lontano, dall’alto, poi sempre più vicino. Siamo sulla Riviera dei Cedri. Qualcuno fotografa, qualcuno scatta un selfie: «Non sono abituata a vedere il mio mare dal finestrino di un Frecciarossa», dice Giada. Il Frecciarossa raggiunge Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Reggio Emilia, Milano e Torino. Ad ogni stazione il treno si ferma, aspetta, e riparte. E con lui riparte un po’ anche l’Italia.