A Napoli il mare è tornato trasparente e l’aria che si respira dalle finestre di casa è diversa, pulita, leggera. «Si sente addirittura un forte odore di gelsomino», racconta Luigi de Magistris, primo cittadino della città partenopea. Che parla come un fiume in piena della sua città e non vede l’ora di tornare in mezzo alla gente perché «quello è il posto dove deve stare un sindaco. Tra i napoletani che, nell'emergenza coronavirus, hanno dimostrato grande senso civico».
Sindaco, qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso in questo periodo particolare?
La città deserta, senza rumori, senza persone sul lungomare, tra i vicoli, per strada. Interi quartieri vuoti, una situazione assolutamente contro natura per Napoli. I suoi abitanti si sono comportati molto responsabilmente, hanno seguito i decreti restrittivi e sono rimasti a casa.
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?
Abbiamo imparato che non possiamo più sostenere un modello di sviluppo basato solo sul consumismo sfrenato, il profitto di pochi crea diseguaglianza e sfruttamento del territorio. Per Napoli vorrei un new deal dell’ambiente da mantenere anche dopo l’emergenza coronavirus. Lo smog in questi giorni è assente, la città più sostenibile. Alcuni pescatori mi hanno raccontato che mai come ora il mare è stato blu e pieno di pesci, l’aria è pulita e si respirano profumi inaspettati, di un tempo quasi lontano.
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?
Mi è mancata moltissimo una relazione diretta con loro. Io sono un sindaco di strada, non c’è quartiere, scuola, via o piazza in cui non sia andato e dove non mi sia fermato a parlare con le persone. Ho provato a sopperire con gli strumenti tecnologici, le e-mail, i social, ma il contatto personale e le strette di mano sono imprescindibili e insostituibili.
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e primo cittadino?
Mi ricorderò il vuoto, l’assenza di abbracci, carezze e fisicità nei rapporti sociali. Mi è mancata molto l’umanità praticata e concreta. Come sindaco, ho negli occhi tutte le situazioni difficili che ho incontrato, la disperazione di chi ha perso il lavoro e si è ritrovato senza un’attività economica, la crescente disuguaglianza che questa pandemia ha provocato. Ha aumentato fragilità e povertà. Poi, senza distinzioni tra sindaco e uomo, mi ha colpito tutto il dolore di chi ha perso un caro o un conoscente e di chi si è ammalato, anche se in termini numerici Napoli ha retto bene il contagio.
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?
Aiuteremo le attività economiche eliminando il pagamento delle imposte locali per il 2020 con una delibera che abbiamo voluto chiamare Napoli riparte. Siamo l’unica grande città italiana che ha adottato una misura simile e ne sono orgoglioso.
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire il turismo nei prossimi mesi?
La situazione non è facile, il fondo cultura era alimentato dalla tassa di soggiorno per circa 14 milioni di euro. Ma stiamo lavorando per l’estate e appena potremo ripartire ci sarà una sorta di risveglio mediterraneo. I grandi eventi programmati, come il concerto di Paul McCartney, sono stati rimandati al prossimo anno e dovremo fare a meno del turismo internazionale. Puntiamo su quello locale e nazionale, sarà un’estate autoctona. Eravamo già impegnati a garantire la fruizione dei centri storici evitando il rischio di gentrificazione e lo spopolamento da parte dei residenti. La direzione è quella, non si torna indietro.
Incentiveremo piccoli e medi eventi sparsi per tutta la città, con meno persone ma molte più date e appuntamenti. In ogni parco, piazza, quartiere, chiostro, soprattutto all’aperto, ci saranno concerti, proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali. Napoli è la città dell’incontro e della socialità: la gente ama stare fuori, la riempiremo di appuntamenti e cultura. Già questo mese è confermata la storica manifestazione del Maggio dei Monumenti, quest’anno dedicata a Giordano Bruno, in versione virtuale e multimediale per rispettare i decreti ministeriali e garantire la sicurezza di tutti.
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?
Il viaggio è l’aspetto che mi manca maggiormente, anche se da sindaco mi sposto poco. Appena sarà possibile andrò subito nei nostri luoghi meravigliosi che, seppur vicini, ora sembrano lontanissimi, irraggiungibili. Le isole di Procida, Ischia, Capri, la Costiera tutta. Desidero un tuffo in mare, lo farei anche subito (ride, ndr).