Illustrazione di Chiara Fagioli

Che Omero Sgueglia sarebbe diventato un abile investigatore lo si sarebbe potuto intuire fin da quando, ragazzino impertinente, si mostrava prontissimo a rintuzzare – in nome della logica – quei raccontini magici che le nonne di una volta ritenevano altamente formativi per i loro nipotini.

Ora che, a cinquant’anni passati, faceva il cuoco (attenzione, guai a chiamarlo chef) nel ristorante dell’Hotel Furore, a pochi passi dal Fiordo omonimo, nel cuore della Costiera Amalfitana, proprio quel ragazzino lontano nel tempo era sembrato riemergere in oc­casione dei delitti di cui aveva dipanato con semplicità l’intricata matassa, giungendo sagacemente alla loro soluzione.

Come quella volta che nonna Amelia lo inchiodò sul divanetto di vimini con cuscinoni fiorati di chintz, nel salotto della sua casa di Praiano, per raccontargli le storie delle janare (le streghe) che la credenza popolare collocava nelle buie notti del Fiordo, da dove esse partivano nelle loro scorribande alla ricerca di uomini e ani­mali su cui scagliare tremendi sortilegi.

«Ma una volta», raccontava la nonna, «un pescatore, accortosi che la moglie spariva tutte le notti, si mise in sospetto e decise che al calar del buio avrebbe finto di dormire per spiarne il segreto. Quale non fu il suo stupore – e il suo terrore – nel vedere che la donna, preso un misterioso unguento da un cassetto nascosto dello stipo, se lo spalmò sotto le ascelle e, salita sul davanzale, allargando la braccia così unte, spiccò il volo proprio verso il Fiordo che a quell’ora si tingeva del buio più buio».

«Il pescatore», riprese nonna Amelia, «decise di fare una contro­prova. Il giorno dopo, mentre la moglie trascorsa la notte in bianco dormiva profondamente, sostituì l’unguento magico con del nor­male grasso e, al calar delle prime ombre, si nascose per osser­vare la donna. La quale, ignara della sostituzione, si cosparse le ascelle con il grasso, salì sul davanzale, allargò le braccia, balzò nel vuoto… e si spiaccicò sulle rocce sottostanti. E così», concluse la nonna con aria soddisfatta, «il pescatore riuscì a uccidere la janara». «Ma quale janara», replicò prontamente Omero, «secondo me, quella era una strega solo per il marito, perché gli rendeva la vita impossibile. Hanno litigato a mazzate per l’ennesima volta e alla fine lui l’ha buttata ’a coppa abbascio. Eppoi s’è inventato la storia della janara».

 

Umberto Cutolo, giornalista e scrittore.  È stato direttore dell'Adn Kronos e dei mensili dell'Automobile Club d'Italia. Ha pubblicato saggi e romanzi, ultimo dei quali Omicidi all'acqua pazza