A dicembre 2019 l’Italia è stata premiata con l’inserimento di tre eccellenze nel Patrimonio culturale immateriale Unesco: l’Alpinismo, la Transumanza e la Perdonanza Celestiniana.

L’arte di scalare le montagne, condivisa nel progetto con Francia e Svizzera, ha ammaliato la giuria grazie al fascino di un confine arcuato che d’inverno e d’estate emoziona con panorami cangianti. Un patrimonio che, come ogni luogo d’Italia, è natura, storia e arte. Da conoscere anche visitando gli spazi del Messner Mountain Museum dedicato all’alpinismo tradizionale, la disciplina del campione Reinhold Messner, con sede a Plan de Corones (BZ). Dall’edificio progettato da Zaha Hadid, a 2.200 metri di altezza, la vista spazia a 360 gradi. Anche oltre i confini provinciali, si scorgono le Dolomiti di Lienz fino all’Ortles, dalla Marmolada fino alle Alpi della Zillertal. Fanno rete con questo museo altri cinque allestimenti visitabili nella zona: il Firmian, cuore del circuito posto tra le antiche mura di Castel Firmiano; Dolomites, dedicato all’elemento roccia; Juval, con un focus sul mito della montagna; MMM Ripa, che racconta la vita della gente di quelle montagne; e Ortles, per scoprire i mondi del ghiaccio.  

L’altra soddisfazione tricolore è la Transumanza. Il valore sociale e culturale della centenaria migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che dai pascoli montani o collinari scendevano e continuano a scendere verso le pianure, attraversando le vie naturali dei sentieri, è stato premiato grazie al gioco di squadra con Austria e Grecia. Il percorso tricolore va da Nord a Sud. Luogo di partenza per la candidatura è stata Amatrice (RI), colpita dal terremoto del 2016. Tra le altre tappe di questo cammino, sempre più battuto da appassionati di trekking e viaggiatori lenti, la Val Senales in Trentino-Alto Adige, Pescocostanzo, in territorio aquilano, ma anche Frosolone in Molise e San Marco in Lamis (FG). 

L’Abruzzo vince due volte perché, oltre a essere una regione di passaggio della transumanza, ha conquistato il terzo riconoscimento per l’Italia. La Perdonanza celestiniana dell’Aquila è, infatti, diventata Patrimonio immateriale a ormai più di dieci anni dal sisma che ha colpito la città e il territorio. È indubbio il valore della ricorrenza che dalla fine del ‘200 ogni anno coinvolge la provincia e vede la partecipazione di tutti i cittadini. Una tradizione sentita che si concretizza in un itinerario che va dall’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona e attraversa numerosi paesi della valle, giungendo infine nel centro del capoluogo dell’Abruzzo. Il momento culminante, ogni 28 agosto, è lo scenografico Corteo della Bolla che apre con la Dama e il Giovin Signore. Il nome di questo evento, considerato il primo giubileo della storia, deriva infatti dalla Bolla del Perdono, documento con cui papa Celestino V, nel 1294, concesse l'indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato a Santa Maria di Collemaggio, la basilica simbolo dell’Aquila che merita una visita anche per altre testimonianze storiche e artistiche.