Al centro della Sicilia occidentale, in uno dei luoghi più suggestivi della Magna Grecia, lontana dalle città e isolata su una collina in posizione dominante, Segesta rende ben conto della superiorità del pensiero antico per il rapporto con il mondo naturale.
Sedetevi sulle scalinate e guardate verso nord: come in tutti i teatri greci, la scena è il paesaggio e da lì si indovina addirittura il mare. Segesta nasce però autoctona e, anzi, si mette in competizione con le altre città greche delle colonie. Oggi è perfettamente integra in cima alla collina, come l’avevano immaginata i suoi architetti, e il tempio dorico resta severo e immutabile, appena fuori le mura. Quello che colpisce è il silenzio delle giornate di primavera, la sensazione di isolamento dorato che si respira, la suggestione di un popolo che aveva scelto un punto privilegiato di Trinacria per guardare il resto del mondo. I venti arrivano a soffiare fra le colonne per raggiungere la scalinata del teatro dove voi avrete pazientemente aspettato la sera in raccoglimento: nella luce del crepuscolo la grandezza di chi ci ha preceduto.
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