Foto © Roberto Conte

Il lungomare Falcomatà a Reggio Calabria è stato definito “il più bel chilometro d’Italia”. E non si può fare a meno di pensare a questa definizione, a volte abusata, ancora oggi. Da metà settembre, infatti, colonne esili, di metallo, guardano lo Stretto di Sicilia e si mescolano con gli alberi che le circondano.

 

È Opera di Edoardo Tresoldi, un artista tra i più affermati dell’età contemporanea, che si contraddistingue per i suoi personalissimi giochi di trasparenza, creati da reti metalliche che trascendono la dimensione dello spazio e del tempo. L’agile installazione, che arricchisce la storia millenaria della città calabrese, delinea un’agorà mentale, trasporta i visitatori in una dimensione percettiva mutevole, apre relazioni diverse all’interno di uno spazio materialmente aperto.

Corridoi prospettici si confondono con il paesaggio, mentre pilastri cristallini e slanciati definiscono un’architettura accogliente, in rapporto diretto tra terra e cielo. Opera è una composizione di 46 colonne, alte otto metri, all’interno di un parco di 2.500 m². Un monumento pensato per essere attraversato e vissuto, così da invitare alla contemplazione e alla sosta.

Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica, in un luogo impregnato dalle origini greche. Alla ricerca di nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e l’uomo.

Articolo tratto da La Freccia