In cover, Mario De Biasi, Messico (1968)
Si è spinto in ogni dove per raccontare il mondo. Con la curiosità del fotografo, il realismo del reporter e la poesia di chi crede che «dovunque s’incontra la vita, s’incontra la bellezza». A Mario De Biasi, tra i grandi della fotografia italiana scomparso nel 2013, la Casa dei Tre Oci di Venezia dedica un’approfondita monografica riprogrammata dal 13 maggio fino al 9 gennaio 2022 e curata da Enrica Viganò in collaborazione con l’archivio intitolato all’artista.
Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003 è una carrellata di oltre 200 scatti, molti dei quali inediti, che ripercorre l’intera produzione del fotoreporter, dagli inizi della sua collaborazione con la rivista Epoca fino agli ultimi lavori.
Mario De Biasi, Siberia (1964)
Frutto di un’immensa ricerca nell’archivio De Biasi, l’esposizione raccoglie 256 fotografie, metà delle quali inedite, e procede attraverso dieci sezioni, suddivise per temi, che raccolgono tutte le declinazioni presenti nello sguardo del maestro milanese. Da corrispondente estero della storica rivista documenta i grandi eventi del secolo breve come la rivolta popolare ungherese e la repressione sovietica degli anni ‘50. E poi ci sono gli scatti nei paesi esotici, i ritratti ai personaggi famosi o ai volti della gente comune incontrata per strada, le scene di vita quotidiana e le immagini che attestano il suo amore per la natura e i suoi fenomeni.
Dalle celebrità immortalate alle eruzioni dell’Etna, fino agli orizzonti di ogni continente, quella di De Biasi è stata una ricerca continua della bellezza, perché – ne era convinto – «basta guardarsi attorno per vederla: anche in una foglia, in un sasso, in un balcone fiorito. Anche nei riflessi in una pozzanghera».
Articolo tratto da La Freccia
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