Favara, provincia di Agrigento. Nel 2010 Andrea Bartoli, notaio, e la moglie Florinda Saieva, puntando su arte e creatività hanno dato vita ad un sogno chiamato Farm Cultural Park. Nasce così uno spazio dedicato alla cultura, alla sperimentazione e alla rigenerazione urbana in un centro storico ferito e abbandonato, voluto da Andrea e Florinda per provare a costruire, nella loro terra, un futuro diverso, per le figlie, Carla e Viola, e per tutti i bambini di Favara. A distanza di dieci anni il quartiere denominato I sette cortili è letteralmente mutato: Andrea e Florinda hanno acquistato alcune abitazioni divenute luoghi d’esposizione, residenze artistiche e il loro esempio di trasformazione degli spazi ha portato frutti forse insperati innescando una storia positiva di cambiamento. Negli anni, infatti, nel centro storico di Favara, sono sorti numerosi spazi d’incontro, cocktail bar, shop vintage, giardini, spazi per la socialità da riempire di arte e colori e dove condividere il tempo, riscoprire le caratteristiche e le peculiarità del territorio attraverso il cibo e le storie.

Ape car

Così, accanto ai Sette Cortili, cuore pulsante della Farm, galleria d’arte a cielo aperto, altri luoghi del centro storico di Favara hanno ripreso a vivere come Palazzo Salvatore Cafisi, contenitore culturale alternativo inaugurato nel 2019 in occasione di Countless Cities, la Biennale delle Città del Mondo che ha coinvolto fotografi, artisti, architetti e creativi che con diversi approcci e linguaggi hanno raccontato non solo le città ma anche le buone pratiche e le idee innovative che contribuiscono a renderle speciali. Anche Palazzo Micciché ha trovato una nuova veste e nel 2019 ha accolto, nella facciata, il murale realizzato dall’artista NeSpoon oltre ad opere arrivate da ogni parte del mondo. 

Spazi che in questi giorni, e sino al prossimo 19 settembre, ospitano la prima edizione di SI – South Italy Architecture Festival progetto di Farm Cultural Park, vincitore del bando “Festival dell’Architettura”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, che prevede un ricco e variegato programma, nel rispetto delle norme anti-Covid, con mostre ed esibizioni, installazioni e riattivazione di spazi pubblici, workshop, gardening, conversazioni con la cittadinanza, presentazioni di libri.

Tra le attività in programma il progetto The Art of Creative City Making by Charles Landry a cura di Marco Rainò, una mostra retrospettiva sul lavoro di ricerca quarantennale di Charles Landry, uno dei maggiori studiosi al mondo dell'uso della creatività e dell’immaginazione per far rinascere gli spazi urbani, aiutando le città a realizzare il proprio potenziale, per provare a rispondere alla domanda su come creare le condizioni affinché persone ed organizzazioni possano pensare, pianificare ed agire con immaginazione per risolvere i problemi e creare opportunità in un mondo di drammatici cambiamenti. Tra le altre iniziative vi è Human Forest, l’apertura di uno spazio verde creato all’interno di Palazzo Miccichè da trasformare, col coinvolgimento di competenze trasversali, nell’arco dei prossimi 10 anni in una foresta urbana, attraverso un’azione fisica di piantumazione di alberi e piante. Ambiente e natura anche al centro del Greta Thunberg E Pavillon: fare, creare progettare in onore della giovane attivista svedese, a cura di Andrea Bartoli e Florinda Saieva.

Human Forest

Rigenerazione urbana e tematiche ambientali e sociali, arte e architettura contemporanea per costruire bellezza e immaginare un futuro sostenibile e inclusivo. Farm Cultural Park è divenuta un volano anche per l’economia del territorio dove sono nati piccoli e graziosi b&b, locali per accogliere un turismo di qualità e in media, ogni anno, sono stati circa 120 mila i visitatori che hanno scoperto la Farm e luoghi circostanti.

 

Quest’anno l’emergenza sanitaria ha un po’ stravolto i piani «abbiamo dovuto chiudere alle persone tutti gli spazi, ma noi siamo molto di più di uno spazio fisico, siamo una comunità che, durante il lockdown, ha subito trovato un altro luogo, seppur virtuale, dove incontrarsi. Ne è nato il progetto Fabbrichiamo fiducia – racconta Andrea Bartoli – che invitava artisti, intellettuali, a rispondere ad una sola domanda “come e cosa farà il mondo dopo il Covid” che ha subito coinvolto decine e decine di persone».

 

Da sempre al centro di Farm sono le giovani generazioni: a questo scopo alcuni anni fa è nata SOU – Scuola di Architettura per bambini per ridare ad una città senza dimensione di presente una speranza di futuro che parla di contaminazione, incontri, progetti condivisi. «Uno dei processi più maturi di Farm che sta iniziando a “viaggiare” in altri luoghi, perché da quest’anno la Scuola di Architettura per bambini sarà anche ad Ostuni, Roma, Firenze – spiega Andrea Bartoli – adesso invece stiamo coltivando una nuova utopia e una nuova sfida, quello di creare la Società per azioni buone, per agire e reagire dal basso, provando a mettere insieme proprietari di spazi, chi ha risorse e chi ha competenze e produrre insieme azioni concrete per la crescita collettiva».