Disruption o, anche, l'italica – non proprio sinonimica – discontinuità. Parole in voga, molto, di cui spesso si abusa, fino a smarrirne la loro originaria pienezza semantica. Fino a ridurle a slogan, o a promesse mirabolanti. Eppure di rotture, e improvvise accelerazioni, e repentini cambi di paradigma è piena la nostra storia. Talvolta ne siamo gli artefici, sempre e comunque le vittime o i beneficiari di quel che comportano. Oggi come non mai, ancora in piena pandemia da Covid-19, avremmo davvero bisogno di una discontinuità colma di accezioni e ricadute positive.

 

In tanti ambiti: nella produzione di beni e di servizi, nell'economia, nei costumi, nella responsabilità sociale, individuale e d'azienda, nel rispetto per l'ambiente, nella ricerca di un equilibrio generale che ponga al centro la persona con i suoi diritti, doveri, bisogni e la sua legittima ricerca di benessere e felicità.

 

Ora come non mai occorrerebbe una presa di coscienza collettiva. Un patto di solidarietà. Forse un miracolo, troppo. Perché quando non è la tecnologia o la scienza  a fare scatti improvvisi, chiederlo agli uomini è come chiedere loro di trasformarsi d'improvviso in esseri perfetti, mutare questo mondo in una sorta di paradiso terrestre, rincorrere un'utopia terrena che già nel secolo scorso ha mostrato di trasformare il miraggio in inferno vero.

Ma il necessario realismo non deve farci cadere nell'inazione o nel pessimismo. Non dobbiamo rinunciare al tentativo di migliorare questo mondo. Come persone, donne e uomini pubblici, come aziende, socialmente responsabili, capaci di includere le diversità, orientate a uno sviluppo sostenibile, sempre meno energivoro e con impatti negativi sull'ambiente e il clima in progressiva riduzione fino all'azzeramento.

 

Quel che serve, all'alba di questo 2021, con alle spalle un 2020 tragico e, proprio per questo, da non dimenticare ma da scandagliare per spremerne ammonimenti e indicazioni, quel che serve è un nuovo umanesimo. Il trionfo dell'arte, della cultura, dell'equilibrio, del rispetto tra di noi e tra noi e la natura, la custodia dei valori e delle ricchezze del nostro Paese, e del mondo che abitiamo. Una produzione di valore da condividere. Una crescita felice.

 

Il Gruppo FS Italiane, con tutte le sue società, i suoi dipendenti, tecnici, dirigenti, fino al suo top management, hanno questo come obiettivo. Un futuro migliore, da costruire viaggiando tutti insieme. Intanto iniziamo da questo 2021.

 

A tutti voi i nostri migliori auguri. 

 

«Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza»

 

Articolo tratto dalla Freccia gennaio 2021