Carlo Conti, il direttore artistico e conduttore della 75° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, anticipa in esclusiva a La Freccia la novità su come saranno resi noti i cantanti più votati durante la gara canora. Il conduttore, inoltre, conferma che Selvaggia Lucarelli farà parte del Dopofestival come ospite fissa e che saranno Bianca Guaccero, Gabriele Corsi e Mariasole Pollio a presentare il PrimaFestival.
L'INTERVISTA A CURA DI GASPARE BAGLIO
«Ho ascoltato tantissime canzoni presentate per Sanremo proprio in treno. Il tempo trascorso sulla Roma-Firenze è stato fondamentale per scegliere i brani». Carlo Conti, conduttore e direttore artistico della 75° edizione del Festival della canzone italiana è un fan del Frecciarossa («il mio mezzo preferito, di una comodità assoluta»). L’ha usato tantissimo in autunno tra la Città del Giglio e la Capitale, dove va in onda Tale e quale show, format cult senza segni di stanchezza nonostante le 14 edizioni. Ma ora le forze del Carlo nazionale sono tutte concentrate sulla kermesse più amata (e chiacchierata) dagli italiani. Trenta big e quattro nuove proposte si contenderanno la vittoria a Sanremo dall’11 al 15 febbraio, in diretta su Rai1.
Per te è un ritorno sul palco dell’Ariston. Sono passati dieci anni dal tuo primo festival. Come ti senti?
Più grassottello, con meno capelli e, forse, mi è peggiorato un po’ anche il colesterolo (ride, ndr). A parte gli scherzi, mi sento più leggero e tranquillo perché non ho nulla da dimostrare. Non dimentico, però, il senso di responsabilità verso quello che Sanremo rappresenta per gli italiani e per l'industria discografica.
Ti chiedo subito qualche anticipazione e novità non ancora uscita sulla stampa.
Posso dire che la comunicazione dei primi cinque artisti di ogni serata, compresi i finalisti, non seguirà un ordine legato alla reale classifica, ma sarà randomico. Non si saprà, quindi, chi ha ottenuto più voti. In questo modo sarà più sorprendente la proclamazione del vincitore.
Durante la conferenza stampa di Sanremo Giovani, Alessandro Cattelan ha detto che ha richiesto Selvaggia Lucarelli al Dopofestival. Ci sarà o non ci sarà?
Confermo che Selvaggia Lucarelli ci sarà, ma non come co-conduttrice del Dopofestival, bensì nel ruolo di ospite fissa per commentare a caldo le serate.
Quando si parla di Sanremo uno degli argomenti che tiene banco è l’influenza delle major sulle scelte del direttore artistico. Cosa mi dici al riguardo?
Non è vero che influiscono, è solo una questione di catalogo: qualche anno fa ciascuna aveva 50 artisti, ora siamo sui 150 circa. Le major presentano il maggior numero di proposte di livello, ovviamente. E chi ha i cantanti più forti è avvantaggiato, è una questione di mercato. Credo comunque che ci sia stato un buon equilibrio tra le etichette più famose e quelle indipendenti. Nei pezzi in gara è rappresentato un po’ di tutto.
Come hai scelto i brani?
Ho ascoltato le canzoni, indipendentemente da chi le ha presentate, cercando di fare una playlist il più variegata possibile, con sapori e gusti musicali diversi.
Ci eri già riuscito nelle edizioni condotte dal 2015 al 2017, dove tra le nuove proposte figuravano Irama, Mahmood, Francesco Gabbani, Enrico Nigiotti, Ermal Meta e Serena Brancale.
Per questo ho reintrodotto la categoria Giovani. In quegli anni, ho avuto la fortuna di avere tante nuove leve così interessanti da diventare dei big.
E hai dato il via a quel rinnovamento proseguito poi con Claudio Baglioni e Amadeus.
Molti dicono che questo nuovo corso sia iniziato con le mie edizioni. non a caso l'ultima che ho condotto, nel 2017, fu vinta da Gabbani con Occidentali’s karma.
Quest’anno le canzoni hanno un minimo comun denominatore?
No, c’è un po’ di tutto. Sanremo è come sempre un’occasione per parlare di mille argomenti diversi attraverso la musica e, magari, anche con gli ospiti.
Una panoramica sulle tematiche?
L’amore, i rapporti personali e familiari, il mondo attorno a noi. Ma, in alcuni casi, anche solo la leggerezza di cantare in allegria.
Hai dichiarato che, per fare la selezione di pezzi e artisti, non hai dormito la notte.
Mi è successo anche per gli altri tre festival che ho presentato. La musica italiana è in un momento di grande evoluzione. Se si prendono le hit parade di dieci anni fa troviamo sette, otto brani stranieri e solo due o tre italiani. Ora è esattamente il contrario: ci sono molti produttori, cantanti, autori, artisti che scrivono per altri colleghi. Insomma, stiamo vivendo davvero un bellissimo fermento, una grande rinascita musicale. Sottolineo in particolare il ruolo del produttore, una figura che era andata un po’ persa.
Che cosa ha comportato tutto questo fermento creativo?
Una grande difficoltà nella scelta: almeno otto canzoni, tra quelle rimaste fuori, avrebbero meritato di entrare in gara.
Come saranno strutturate le serate?
La prima e l’ultima sera ascolteremo 30 canzoni. La seconda e terza serata avremo rispettivamente 15 brani dei big e due delle nuove proposte, per un totale di 17. La serata delle cover e dei duetti è pensata per essere un momento di festa e divertimento: la grande novità è che i cantanti in gara potranno esibirsi tra loro, ci sarà una competizione a parte e non verrà influenzato il verdetto finale della manifestazione.
Durante la prima e l’ultima puntata, con 30 artisti in gara, il ritmo sarà serrato, immagino.
Ci sarà ovviamente margine per gli ospiti e per fare altro. Avendo reintrodotto il Dopofestival, al massimo andremo avanti fino all’una: la pubblicità è stata venduta fino a quell’ora. Ma cercherò di finire a un orario decente per passare la linea ad Alessandro Cattelan.
Quale cantante avresti voluto nella competizione ma non si è presentato?
Ce ne sono tanti. Dopo l’annuncio escono sempre le liste degli esclusi per creare un polverone. Ma colgo l’occasione per sottolineare che Tommaso Paradiso, Sfera Ebbasta e Tiziano Ferro non hanno presentato nulla per Sanremo perché avevano altri progetti.
Però Ferro è tra gli autori del pezzo di Massimo Ranieri.
Sì. L’ho scoperto dopo: quando ascolto una canzone non vado a vedere chi l’ha scritta, non voglio essere influenza- to. Alla fine, ho visto che Blanco firma tre brani, uno pure con Mahmood. Tra gli autori figurano anche Tropico e Calcutta.
Quindi, come te la immagini la tua quarta volta all’Ariston?
Voglio viverla con leggerezza, allegria e sprint. Sarà una festa della musica, come è successo nelle ultime dieci edizioni, dove la gara delle canzoni è stata protagonista.
Hai già svelato che Cattelan presenterà con te la serata finale. Che mi dici degli altri ospiti e co-conduttori?
Siamo ancora in alto mare. Li decidiamo proprio in questo mese in base alle disponibilità. Come è successo negli ultimi anni la conduzione, accanto a me, cambierà ogni sera.
Cosa ti auguri per questo 2025?
La salute, che è la cosa più importante. Il resto fa volume. Non chiedo più niente e mi diverto a fare cose nuove professionalmente. In primavera, invece di riproporre prodotti consolidati come I migliori anni e Top Dieci, col mio gruppo di lavoro abbiamo tirato fuori Come prima, più di prima, una sfida tra soubrette che sono state grandi protagoniste del varietà, ma ora lavorano principalmente come opinioniste. Non un talent show, ma uno show talent con una giuria che le voterà. Sarà una gara pepata.
Sei anche autore di due show di successo come Dalla strada al palco e Ora o mai più.
Due progetti che ho creato con i miei autori. Il primo è stato promosso su Rai1 e sarà sempre condotto da Nek, questa volta insieme a Bianca Guaccero che sarà anche al timone del PrimaFestival con Gabriele Corsi e Mariasole Pollio. Ora o mai più, dopo due edizioni con Amadeus, vedrà al timone Marco Liorni. Ma questi programmi li ho ideati e basta. A suo tempo ho lasciato L’Eredità per rallentare, non mi sarei messo anche a condurli.
È bella questa condivisione di idee con i tuoi colleghi.
Grazie a Dio di prodotti ne ho abbastanza e poi mi diverto a sperimentare nuovi format. Se non lo faccio io che non ho nulla da perdere e dimostrare, chi lo deve fare? Conduttori e conduttrici nuovi devono arrivare con un progetto solido per poter crescere. Dal mio punto di vista, è tutta una questione di pilota, automobile e circuito. Il primo è rappresentato dal conduttore, la seconda dal prodotto e il terzo dal canale. Se queste tre cose funzionano si va forte.
Il tuo festival sarà...?
Una bella occasione per unire il Paese: per una settimana parleremo tutti dello stesso argomento.
Se potessi incontrare il te stesso che nel 2015 iniziava l’avventura all’Ariston cosa gli diresti?
Che con Francesca e Matteo (moglie e figlio, ndr) ha creato una gran bella famiglia.
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06 novembre 2024