Foto Attilio Marasco

Una delle scene più appassionanti nella storia del cinema: è quella del film capolavoro Ghost, in cui Patrick Swayze giunge alle spalle di Demi Moore mentre modella al tornio un vaso di creta. Un ricordo indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di vedere il cult movie degli anni ’90 e un’emozione da poter vivere di nuovo a teatro.

 

Dopo le tappe a Bologna e Roma, dall'11 febbraio al 1° marzo arriva agli Arcimboldi di Milano Ghost. Il musical, versione cantata e ballata della pellicola vincitrice di due Golden Globe (miglior attrice non protagonista, Whoopy Goldberg, e miglior sceneggiatura). Una trasposizione fedele adattata per il palco proprio dallo sceneggiatore originale Bruce Joel Rubin.

 

I giovani attori Mirko Ranù e Giulia Sol interpretano Sam e Molly, coppia innamorata la cui vita viene stravolta dall’omicidio dell’uomo. Ma la passione va oltre l’esistenza terrena e Sam, divenuto fantasma, riesce a manifestarsi e farsi accettare da Molly grazie alla medium Oda Mae (Gloria Enchill), oltre a a smascherare il mandante dell’assassinio, Carl (Thomas Santu).

Foto Gianluca Colombo

In un thriller romantico e musicale, che indaga il senso dell’amore oltre il tempo, assumono particolare importanza gli effetti speciali e la colonna sonora. Lo spirito di Sam, così come i personaggi che entrano ed escono dai corpi o passano attraverso le porte, nascono dal genio di Paolo Carta, maestro dell’illusionismo in grado di meravigliare non tanto con la tecnologia quanto con vecchi trucchi artigianali.

 

Sorprese e suggestioni per gli occhi, ma anche per le orecchie: i brani pop-rock sono arrangiati da due big della scena mondiale come Dave Stewart, ex componente degli Eurythmics, e Glen Ballard, tra gli autori di Alanis Morissette. Non poteva mancare l'indimenticabile pezzo Unchained Melody dei Righteous Brothers, rimasto quello commovente e strappalacrime del film.

 

Nel periodo di San Valentino uno spettacolo come Ghost. Il musical può essere un appuntamento imperdibile per i cuori più vibranti. L’obiettivo dello show, dichiara il regista Federico Bellone, è «far sì che lo spettatore possa stringere la mano della persona che è venuta con lui o lei a teatro, o correre da colui o colei a cui tiene nel profondo, per non perdere l’occasione di dire ancora una volta, o per la prima volta, “ti amo”, perché i treni della vita spesso passano una sola volta, e altrettanto spesso non si può tornare indietro».