Teatri, musei e cinema chiusi. Mostre, eventi e festival rimandati a data da destinarsi. Il mondo della cultura prima, e l’intero Paese poco dopo, si fermano nel rispetto dei decreti del Presidente del Consiglio. L’invito è quello di restare a casa, evitare ogni aggregazione sociale per limitare al massimo in contagio del virus COVID-19. In questo vuoto di vita condivisa e richiamo alla responsabilità e al profondo senso civico, iniziano a fioccare le idee, alternative e creative, per poter godere di momenti di cultura direttamente dal proprio divano nonostante i tempi duri.

 

Lo schermo dell’arte il progetto internazionale che dal 2008 indaga e dà impulso alle relazioni tra arte contemporanea e cinema, attraverso presentazioni e distribuzione di film d’artista – ha deciso di rispondere a questa situazione di crisi aprendo i propri archivi per portare l’arte a casa.

 

Dal 12 marzo al 3 aprile, grazie ad una partnership con il magazine d’informazione cinematografica MYmovies, è possibile vedere in streaming gratuito alcuni film provenienti dal catalogo dello Schermo dell’arte, messi a disposizione dagli artisti stessi sulla piattaforma del sito.

Sudan by Luca Trevisani, 2016 - Courtesy l'artista e Galerie Mehdi Chouakri

«L’arte sa inventare soluzioni in grado di oltrepassare le difficoltà. Chiamati gli artisti, hanno immediatamente aderito mettendo a disposizione i propri film», racconta Silvia Lucchesi fondatrice e direttrice dello dallo Schermo dell’arte. E ad oggi hanno aderito Alterazioni Video, Phil Collins, Jordi Colomer, Jeremy Deller, Rä di Martino, Rebecca Digne, Omer Fast, Flatform, Alfredo Jaar, Adrian Paci, Martina Melilli, Luca Trevisani.

 

«L’arte è sempre frutto di urgenza. Un’urgenza intima espressiva che dà risposte creative in forma di opera alle sollecitazioni del tempo. Attraverso gli strumenti che le sono propri, l’arte genera riflessione e socialità diventando di proprietà collettiva», prosegue Lucchesi. «Oggi tale dimensione ampia e aperta è annullata, sostituita da un nuovo tipo di emergenza collettiva dalle conseguenze sociali potenzialmente devastanti ed è a questo che vogliamo reagire. È necessario dare un segnale forte ed entrare nella vita quotidiana delle persone affinché la cultura continui a nutrire l’anima e lo sguardo».