Riprendono le manifestazioni live e riprende anche il Festival CinemAmbiente, giunto alla 23° edizione, caratterizzata da una struttura più snella e flessibile, in grado di sfruttare le innovative modalità di fruizione diffuse nei mesi scorsi.
La kermesse, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema, si svolge a Torino dal 1° al 4 ottobre, espandendo la sua platea potenziale: l'evento può essere apprezzato sia alla presenza del pubblico (al Cinema Massimo) sia online, sulla piattaforma streaming di MYmovies, che ospiterà una selezione dei film in cartellone. L’aggiunta di una sala virtuale è frutto di una partnership operativa con il Ministero dell’Ambiente sperimentata la scorsa primavera con l’iniziativa di grande successo Cinemambiente a casa tua.
Sono 65 film tra lungo, medio e cortometraggi, quelli selezionati tra la miglior produzione internazionale di settore e provenienti da 26 Paesi, accompagnati da incontri con autori, protagonisti, esperti, presenti in sala o in collegamento online.
I titoli proposti, quest'anno, non sono suddivisi in sezioni competitive per privilegiare la ripresa di un dibattito collettivo sull’ambiente. Se la pandemia ha relegato in secondo piano altre emergenze globali, i film presentati al festival – quasi tutti realizzati pre-Coronavirus – riportano l’attenzione sui temi che riguardano lo stato attuale, la salute e il futuro del nostro Pianeta, esplorando le condizioni in singoli angoli di mondo. E mettendo in luce fenomeni universali provocati dal suo progressivo cambiamento.
Per questo la kermesse riprende, nel claim di questa edizione, il nome di un proprio premio storico: Movies Save the Planet”. Un modo per esprimere l’intenzione di proporsi come strumento d’aggiornamento su temi fondamentali e veicolo di conoscenze e informazioni, primo motore di un cambiamento consapevole e una ripartenza verso una nuova direzione.
Da alcuni anni il cinefestival dall'anima green dedica la sua apertura al tema dei cambiamenti climatici, nella convinzione che il mancato contenimento del riscaldamento globale e l'avvicinarsi di punti di non ritorno con effetti irreversibili per tutti i comparti ambientali siano la massima emergenza planetaria.
La nuova edizione si inaugura, come tradizione, con il Punto di Luca Mercalli l’annuale report sullo stato del Terra, stilato e interpretato dal meteorologo, si sofferma sul rapporto tra clima e ambiente, con accenni agli effetti positivi del lockdown sulla diminuzione dell’inquinamento. I cambiamenti climatici sono protagonisti con il film di apertura, Rebuilding Paradise del regista Premio Oscar Ron Howard, che affronta la drammatica attualità degli incendi incontrollabili, alimentati dall’estrema siccità, di cui la California è ormai vittima sistematica.
Climate change anche per la pellicola che chiude la kermesse: The Great Green Wall, il nuovo lungometraggio dello statunitense Jared P. Scott è un viaggio, guidato dalla musicista-attivista maliana Inna Modja, nel Sahel, regione africana in cui gli effetti del riscaldamento globale si traducono in crescenti carestie, conflitti, migrazioni di massa. Le uniche speranze sono riposte nella “Grande muraglia verde”, ambizioso progetto di riforestazione che prevede la creazione di una barriera di 8mila chilometri di alberi attraverso l’intera larghezza del Continente per contrastare siccità, desertificazione e ridare un futuro a milioni di persone.
Non mancano uno spazio dedicato alle nuove forme di attivismo ambientale, che negli ultimi anni hanno richiamato con forza l’attenzione dell’opinione pubblica sull’emergenza climatica. E gli eventi speciali: Street Art for Sustainable Development di Alessandro Genitori e Elis Karakaci, si focalizza sull’arte come strumento di divulgazione del concetto di sostenibilità a partire dal progetto “TOward2030. What are you doing?”, si festeggia il decennale del film torinese, 40% - Le mani libere del destino, diretto da Riccardo Jacopino e prodotto dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno. E c'è pure un appuntamento per le famiglie con la pellicola Sulle ali dell’avventura, moderna favola ecologica e etologica del francese Nicolas Vanier.
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