Piazze, palazzi storici, quartieri periferici, spazi rigenerati. È in questi luoghi che la XXV edizione di Danza Urbana prende vita, a Bologna, da mercoledì 1 a domenica 5 settembre. Un traguardo importante, da festeggiare alla presenza di 14 artisti e 12 compagnie, di cui due internazionali, sei dal territorio nazionale e quattro dalla regione Emilia-Romagna, a comporre uno sguardo aperto sulla scena tra grandi nomi della danza contemporanea e giovani realtà emergenti.
ABITARE LA CITTÀ ATTRAVERSO LA DANZA CONTEMPORANEA
Cuore di Danza Urbana è, da sempre, il concetto di libertà della fruizione dello spazio pubblico e delle performance: la danza diventa la lente che trasforma e rinnova gli spazi scelti dalla direzione artistica e offre agli spettatori o ai passanti la possibilità di unirsi all’esperienza, per immaginare un modo diverso di abitare la città e contemplare corpi, danzare in piazze, strade, spazi pubblici, luoghi della quotidianità, periferie e aree dismesse, nei luoghi di transito e in quelli insoliti, in edifici storico-monumentali, nel paesaggio urbano e in quello naturale.
Quest’anno i centri pulsanti della città in cui Danza Urbana porta artisti e spettatori sono l’area di rigenerazione urbana DumBO; l’ex scalo ferroviario merci del Ravone; un simbolo artistico e architettonico nei pressi di Piazza Maggiore, come Palazzo Re Enzo; costruzioni storiche come l’ex chiesa sconsacrata di San Mattia; e, all’interno del Quartiere San Donato con l’intento di tornare ad animarlo, il Giardino Parker-Lennon.
Una scena dello spettacolo "147 abrazos"
UNA FESTA PER ARTISTI, PUBBLICO, ISTITUZIONI
«Vogliamo festeggiare questo traguardo con il pubblico, gli artisti, le istituzioni, e con tutti quanti hanno permesso a una visione di realizzarsi e dispiegarsi tenacemente in tutti questi anni con un ricco programma di spettacoli, con la voglia di confrontarci sugli scenari futuri e nella trasmissione di questa esperienza alle nuove generazioni perché possano farne strumento di elaborazione delle proprie traiettorie di ricerca», spiega il direttore artistico, Massimo Carosi che dirige il Festival dal primo anno, il 1997. «Un corpo che danza nello spazio pubblico è un presidio di libertà e democrazia; desiderio d’incontro e aggregazione di culture, pensieri, storie e identità, che abitano un medesimo luogo».
PERFORMANCE E APPROFONDIMENTI: IL PROGRAMMA
«Pur tenendo conto della precaria situazione attuale dettata dalle regole del contingentamento, il programma di questa venticinquesima edizione – aggiunge Massimo Carosi – vuole riavvicinarci gradualmente e ri-abitare i luoghi della città, creare relazioni tra i corpi attraverso la bellezza e la potenza del linguaggio coreutico. Tutti, nessuno escluso, sentono il bisogno di ri\immaginare il futuro, ipotizzare scenari possibili e porre le premesse per un domani diverso».
All’attenzione per gli spazi si affianca l’intergenerazionalità: un caleidoscopio di proposte di spettacoli e performance che si basano sull’equilibrio tra nomi internazionali e conferme italiane di varia età, formazione e generazione accomunate dal principio di creazione delle loro azioni performative site specific in sintonia con i luoghi o contesti urbani.
Una scena dello spettacolo Annotazioni su preistorico di Virgilio Sieni
Ad aprire il programma, la presenza internazionale di Sharon Friedman, dalla Spagna, con 147 Abrazos. Ospite del festival anche Cristina Kristal Rizzo con lo spettacolo Echoes. Venerdì 3 settembre appuntamento con Enzo Cosimi, Collettivo Cinetico e Nicola Galli, mentre sabato 4 c’è Joshua Monten dalla Svizzera con Romeo, Romeo, Romeo e, a seguire, Virgilio Sieni presenta l’anteprima del nuovo lavoro Annotazioni su Preistorico con Claudia Caldarano.
UN ARCHIVIO FOTOGRAFICO RACCONTA LE PASSATE EDIZIONI
Prevista inoltre la pubblicazione di una selezione del ricco archivio fotografico che ferma i momenti più intensi delle passate edizioni che ha ospitato negli anni 505 spettacoli, per lo più gratuiti, di 179 compagnie diverse, di cui 95 italiane e 84 estere provenienti da 33 differenti paesi del mondo. E ad arricchire il programma momenti di incontro e riflessione – venerdì 3 settembre – per festeggiare il quarto di secolo, confrontarsi con altre mappe e segnare un ponte verso il futuro.
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