Dopo settimane di attese, pronostici e maratone per arrivare preparati alla notte degli Oscar, sono stati assegnati finalmente i premi più ambiti del mondo cinematografico.
A trionfare la serata al Dolby Theatre di Los Angeles è stato Oppenheimer di Christopher Nolan con ben 7 statuette su 13 nomination, una vittoria annunciata come quella del suo protagonista Cillian Murphy che ha interpretato brillantemente il ruolo dell’ideatore della bomba atomica. La pellicola ricostruisce la vita e gli studi del fisico teorico statunitense impegnato nel progetto Manhattan, che ha portato allo sviluppo dell'ordigno responsabile della distruzione di Hiroshima e Nagasaki.
Ottimi risultati anche per Povere Creature! di Yorgos Lanthimos con quattro vittorie, tra le quali quella per la migliore attrice protagonista a Emma Stone al secondo Oscar dopo La La Land nel 2017. Con la sua iconica interpretazione di Bella Baxter, l’attrice ha ritirato con grande emozione il premio, condiviso simbolicamente con tutte le altre professioniste in lizza nella stessa categoria.
Secondo Oscar anche per Billie Eilish e il fratello produttore Finneas O'Connell per la Miglior canzone originale, What was I made for?, inserita nella colonna sonora di Barbie. Con una commuovente interpretazione che ha ipnotizzato il Dolby Theatre, Billie Eilish a soli ventidue anni è la più giovane cantante a essersi aggiudicata già due Oscar.
Il premio per la Migliore sceneggiatura originale è andato, invece, ad Arthur Harari e Justine Triet per Anatomia di una caduta, pellicola pluricandidata e diretta dalla stessa Triet.
Il ragazzo e l’airone del maestro giapponese Hayao Miyazaki, vince l’Oscar come miglior film animato. A ottantatre anni Miyazaki, dopo ventun dall’Oscar per La città incantata, consegna al suo pubblico un testamento artistico, una narrazione poetica e fantastica ma anche concreta come è il dolore, la guerra e la crescita.
Dal punto di vista italiano, invece, tanto dispiacere per Io Capitano che non vince il premio al Miglior film straniero, assegnato al britannico La zona d'interesse di Jonathan Glazer insieme al riconoscimento come Miglior Suono. Ma il racconto di Matteo Garrone non si ferma qui e continua a viaggiare lontano. A breve il regista volerà in Africa per proiettare il film nei villaggi più remoti del Senegal, nei luoghi dove tutto è iniziato.
Anche quest’anno i risultati della notte degli Oscar sono una fotografia del cinema di oggi, dell’orientamento dell’industria cinematografica statunitense e internazionale, i cui professionisti compongono la giuria dell’Academy. Ogni vittoria racconta l’Hollywood del presente e strizza l’occhio a quella del futuro. Per questo ogni edizione raduna davanti allo schermo milioni di spettatori e chissà in quanti sognano e fantasticano di sentire un giorno la celebre frase: “And the Oscar goes to”.