Il Gruppo FS si conferma locomotiva del Paese per le infrastrutture di trasporto. Nel 2020 attraverso Rfi, è infatti la prima stazione appaltante del Paese con 410 bandi e 13,8 miliardi di euro messi in gara a cui si aggiungono i 5,7 miliardi di euro di Anas. Per un totale di quasi 20 miliardi, vale a dire più del 45% del mercato degli appalti nel 2020, nonostante una contrazione del numero dei bandi di gara per le opere pubbliche (-8,2% nel primo semestre e -4,5% nel secondo semestre).

La ripartenza delle infrastrutture – in attesa che atterri il PNRR – trova la sua conferma nel Rapporto annuale sulle infrastrutture strategiche prioritarie del servizio studi della Camera dei Deputati insieme all’Autorità nazionale anticorruzione e all’Istituto di ricerca Cresme, presentato il 12 maggio alla Commissione ambiente e lavori pubblici di Montecitorio. 

Una crescita che ha ottime chance di proseguire in tutto il 2021. A imprimere un’ulteriore spinta giocheranno un ruolo rilevante la nomina da parte del governo Draghi di 29 commissari per 57 grandi opere, l’impegno per semplificare l’iter autorizzativo e attuativo delle opere stesse che possono contribuire sempre più a tagliare i tempi. Il valore complessivo degli investimenti per le 57 opere è di 82,7 miliardi di euro: 21,6 miliardi di euro previsti al Nord, 24,8 al Centro e 36,3 al Sud. Opere già finanziate per 33 miliardi circa, 30 sono infrastrutture ferroviarie e stradali che valgono 71,7 mld id euro di cui 35,1 previsti al Sud. Opere – condivise con istituzioni locali e cittadini per valorizzare i territori con interventi di accompagnamento allo sviluppo – che saranno ampliate e completate con ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso quelle previste nel Next Generation Eu.

Queste ultime ingenti risorse potranno contribuire  entro il 2026 a ridurre, se non a colmare, quel divario infrastrutturale italiano, fotografato da Eurispes nel Rapporto Italia 2021 e presentato il 13 maggio a Roma. Il gap Nord-Sud, è spiegato nell’indagine dell’Istituto, fa perdere al Paese circa 70 miliardi di euro l’anno per le mancate esportazioni, pari al 4% del Pil (dati Sace).

IL RAPPORTO CAMERA – ANAC – CRESME

Il Rapporto sulle infrastrutture strategiche e prioritarie conferma che nel 2020 è proseguita, rispetto agli anni precedenti, la crescita della spesa per gli investimenti in Italia. Nonostante il numero dei bandi di gara per le opere pubbliche si sia contratto (-8,2% nel primo semestre e -4,5% nel secondo semestre), gli importi nella seconda metà dell'anno sono aumentati del +32,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il Rapporto registra una riduzione delle attività da parte degli enti territoriali e dei Comuni come stazioni appaltanti, complice la pandemia da Covid-19. “Sui tempi di aggiudicazione – come ha rilevato Il Sole 24 oreun progresso c’è stato: dai 486 giorni medi del 2011 si è scesi fino a 180 giorni del 2020. I dati illustrati mettono in evidenza inoltre che è aumentato di tre volte il numero delle gare aggiudicate e bandite e che i tempi medi sono stati notevolmente ridotti da 358 giorni a meno di 7 mesi”. 

EURISPES: IN ITALIA C’È UN GAP INFRASTRUTTURALE DA COLMARE

Il Rapporto Italia 2021 mette in evidenza come il 70% dei beni che si muove nei paesi dell’Unione Europea viaggia su gomma, mentre circa l’80% della popolazione europea - che sale all’86% per quella italiana - utilizza il trasporto su strada per i propri spostamenti, dati confermati da Eurostat. Sempre secondo Eurostat c’è molto da fare per l’accessibilità alla rete stradale del Mezzogiorno, se l’indice medio di accessibilità europeo è 100, Basilicata e Calabria hanno valori inferiori a 30, Sicilia e Sardegna pari rispettivamente a 18,4 e 6,5. Al Nord sono presenti 63 chilometri di linee ferroviarie ogni mille chilometri quadrati di superficie, dato che scende a 45 chilometri al sud.  L’Italia conta 39 aeroporti di interesse nazionale: 14 sono al Nord, 8 al Centro e 17 al Sud.  In Italia ci sono 285 porti principali di cui 61 al Nord, 40 al Centro e 184 al Sud. Assoporti fa sapere che nel 2019 i principali porti italiani per migliaia di tonnellate di beni transitati sono stati quelli di Trieste e Genova veri e propri hub logistici dove sono in corso investimenti strategici da parte del Gruppo FS, impegnato a realizzare nuove infrastrutture di connessione tra porti, aeroporti e stazioni.

Seguono, con flussi inferiori anche della metà, i porti di Livorno, Cagliari, Gioia Tauro e Ravenna. Messina è il primo porto per transito di passeggeri con circa 12,5 milioni di persone. 

Il 57,9% dei viaggiatori che hanno usato il trasporto pubblico locale urbano nel 2018 è concentrato in tre regioni: Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna.

Mentre, per quanto riguarda il traffico extraurbano, le regioni in cui vi è stato il maggior numero di viaggiatori sono Lombardia, Veneto e Lazio che nel 2018 hanno costituito il 44,7% del totale.

Infine, dati macroeconomici alla mano, si può affermare che i benefici che l’alta velocità italiana ha portato e porterà al sistema Paese superino di gran lunga i costi per la sua realizzazione.