Nella foto, il Polo Santa Marta dell’Università di Verona, sede dell ’Osservatorio monografie d’impresa

Era il 2011 quando il nostro archivio era costituito da una serie di scatole di plastica con le rotelle che giravano per i corridoi dell’Università di Verona alla ricerca di una sede stabile». Questa la descrizione che Tiziana Sartori, direttore dell’Osservatorio monografie d’impresa offre, non senza un sorriso, della genesi di quella che diventerà – nel successivo decennio – la più importante raccolta organica e ragionata di una particolarissima tipologia di opere: le monografie istituzionali d’impresa. Unico nello scenario nazionale ed europeo, l’Osservatorio circoscrive selettivamente la propria esplorazione semantica alle opere delle sole aziende italiane o di quelle con almeno una filiale in Italia. I trafelati “manovratori di scatoloni” all’Università di Verona (Univr) erano Mario Magagnino, ideatore dell’iniziativa e docente universitario di Comunicazione d’impresa, e due pubblicitari di lungo corso, Tiziana Sartori e Stefano Russo. Angelo custode del progetto era ed è Ferdinando Marcolungo, decano dell’ateneo veronese e, all’epoca, preside del corso di laurea in Scienze della comunicazione, che per primo ha creduto nell’avventura apparentemente “strampalata” dell’Osservatorio. Le aziende iniziano a consegnare le loro opere e quella che era una piccola collezione di volumi cresce a ritmo costante. Grazie all’interessamento di personalità illuminate come Gian Paolo Romagnani, allora direttore del Dipartimento culture e civiltà di Univr, Maurizio Molina, manager di Cartiere del Garda, Mariano Diotto dell’Università Salesiana Iusve, Ali Reza Arabnia, manager di Geico, e Jonathan Morris, ordinario di storia contemporanea all’Università dello Hertfordshire, in UK, (questi ultimi anche attuali soci dell’Osservatorio), l’avventura si concretizza con l’avvio di stage per studenti universitari, seminari e conferenze sul tema della comunicazione istituzionale d’impresa. E, last but non least, il Premio OMI alla miglior monografia istituzionale d’impresa che dal 2013, con un’innovativa formula di giuria, decreta le più significative degli ultimi cinque anni.

Le monografie vincitrici del Premio OMI 2018: La Sportiva (1^ posto), Assicurazioni Generali, (2^), Velux Italia (3^)

Il Premio è stato da subito la chiave per avvicinare alla mission dell’Osservatorio importanti personalità del mondo della cultura, della comunicazione e dell’impresa italiana. Oggi OMI, che è un’associazione culturale di promozione sociale, ha i suoi spazi operativi presso il Dipartimento di economia aziendale dell’Università di Verona – diretto da Federico Brunetti – sito nel prestigioso complesso di archeologia industriale Provianda asburgica Santa Marta, nel centro storico della città. L’archivio dell’Osservatorio annovera circa mille volumi, tra cui anche collezioni donate da privati, come l’attuale Fondo Massimo Orlandini. «La monografia istituzionale d’impresa è il racconto del vissuto di tutti gli attori di un’azienda dal momento in cui essa si istituzionalizza collocandosi nell’organismo sociale. Si traduce in un documento, di solito in forma di libro, che diventa uno strumento importante per la validazione della storia, della reputazione e delle aspirazioni della società nell’ambito della propria comunicazione istituzionale», questa la definizione data dal presidente Magagnino durante la prima edizione del Premio OMI, nel 2013. Un tempo, la monografia d’impresa veniva spesso chiamata “giubilare” perché pubblicata, come ancora oggi può verificarsi, in occasione di ricorrenze significative per l’azienda. Poi, con la diffusione dei termini anglofoni, la si identificò sovente con il termine company profile. In pratica è un’opera che racconta, in varie combinazioni, passato, presente e prospettive per il futuro di un’azienda, quasi un biglietto da visita in realtà aumentata. L’Osservatorio raccoglie e analizza solo opere realizzate da o per volontà delle aziende protagoniste, capaci nella loro coinvolgente autoreferenzialità narrativa di individuare e mettere in luce un vero e proprio autoritratto che tratteggia l’anima della ditta. 

I vincitori del Premio OMI 2018

Analizzando questi autoritratti aziendali è affascinante scoprire i diversi linguaggi adottati, a volte anche inconsciamente, che lasciano trasparire da un lato il vissuto di un’epoca e, talvolta, anche di una moda di graphic design, dall’altro il temperamento dell’impresa stessa. Viaggiando quindi tra gli scaffali dell’archivio dell’Osservatorio è possibile ricreare binari concettuali che percorrono epoche, stili e tecniche editoriali, settori merceologici e territori, in una caleidoscopica incursione nella storia e nell’evoluzione del made in Italy. Non si tratta di una mera raccolta specializzata di editoria aziendale bensì di una “palestra” nella quale si incontrano e dibattono comunicatori, docenti universitari, imprenditori, studenti, appassionati della materia o collezionisti. Dal 2011 a oggi l’Osservatorio si è aperto anche ad altri elementi che concorrono a creare il cosiddetto mondo del brand. Occuparsi di monografie aziendali implica affrontare temi come l’heritage marketing, la storia industriale o di prodotto, il museo d’impresa e l’archeologia industriale. In quest’ottica si inserisce la costante collaborazione con l’Università di Verona, l'Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve), Sapienza di Roma e l’Heritage Hub dell’Università dell’Hertfordshire, oltre che con associazioni di Confindustria e del mondo della comunicazione, del design, dell’editoria e dell’arte italiani. Oltre a ciò, l’Osservatorio apre le sue porte e mette a disposizione l’archivio per consultazioni guidate, gratuite, su appuntamento. Un primo utile approccio alla documentazione conservata si può avere consultando l’interfaccia online dove le opere sono recensite con ampie schede. Una visita può essere occasione di ispirazione per chi sta scrivendo la propria monografia aziendale o la propria tesi di laurea, per approfondire studi su settori merceologici o anche semplicemente come esperienza innovativa per gli amanti del turismo culturale e gli appassionati di archeologia industriale.  

Le iscrizioni al Premio OMI 2020, prolungate dopo lo stop dovuto all’emergenza sanitaria, sono aperte fino alla fine di gennaio 2021. La premiazione della quinta edizione è prevista nella primavera 2021, nell’Aula Magna dell’Università di Verona.