Come sono cambiati gli spostamenti degli italiani durante l’emergenza Coronavirus? Che scenari di mobilità si aprono dopo? Le persone si fidano dei mezzi pubblici? Sono le domande a cui l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha voluto cercare risposta con un’indagine demoscopica, realizzata in collaborazione con Doxa, su un campione di 1.000 persone residenti in Italia. All’interno sono state raccolte informazioni sull’utilizzo delle diverse modalità di trasporto prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria.
Dalla ricerca emerge che durante il Covid il 63% degli intervistati non ha modificato le proprie abitudini di mobilità. Per il restante 37% si è verificato un calo degli spostamenti e in relazione a quasi tutte le modalità di trasporto, tranne per quelle sostenibili: sì a passeggiate, bici, monopattino e scooter in sharing. Anche l’auto privata ha continuato a viaggiare.
La pandemia sembra non rivoluzionare troppo i comportamenti legati alla mobilità nemmeno nella fase successiva all’emergenza: il 67% degli intervistati dice infatti di non volerli modificare. Per il 33% propenso al cambiamento cresce l’utilizzo abituale di alcuni mezzi, soprattutto privati: bicicletta (+ 92%), moto/scooter (+ 64%), auto di proprietà e a noleggio con uso dell’autostrada (rispettivamente + 60% e +55%).
Questo 33% di persone sale di più anche sui mezzi di trasporto pubblici o condivisi, anche se con una frequenza di una volta ogni 2 settimane: car sharing, taxi e scooter in sharing segnano rispettivamente + 300% e +250%; treni alta velocità e voli internazionali registrano +117% e +100%; metropolitana, autobus/tram e treni regionali segnano rispettivamente +24%, +23% e + 17%. Tra gli intervistati orientati al cambiamento in relazione agli spostamenti, il 51% afferma di voler limitare quelli per attività personali come svago e viaggi leisure.
La ricerca dell’ART tenta di capire anche quali azioni contribuiscano a promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici. La presenza di un addetto che garantisce il distanziamento tra i passeggeri rassicura gli utenti. Durante la fase più acuta della pandemia, poi, è stata d’aiuto la segnaletica per indicare i percorsi di ingresso e uscita, e il 58% degli intervistati giudica utile la ricezione di informazioni quali lo stato di riempimento e i tempi di percorrenza (Trenitalia, per esempio, permette di controllare in tempo reale i posti disponibili su 1.500 treni regionali). Oltre a questo, dopo il Covid, i dati mostrano che gli utenti apprezzano molto anche la riduzione del prezzo del biglietto o del costo del viaggio.
Le informazioni risultano sempre un elemento chiave e i viaggiatori sono disposti anche a condividere le proprie per salvaguardare la salute di tutti i cittadini: il 59% degli intervistati si dichiara disponibile far conoscere gli spostamenti, il proprio stato di salute e quello di soggetti contagiati con cui è venuto in contatto.