Il turismo slow è stato al centro del webinar Treni turistici e ferrovie locali: la mobilità dolce per una ripartenza green, organizzato da AMoDo-Alleanza Mobilità Dolce, FIFTM-Federazione Italiana delle Ferrovie Turistiche e Museali e Fondazione Cesare Pozzo. Il confronto è ruotato sull’opportunità e le modalità per rilanciare linee e treni turistici sia come strumenti di riscoperta del territorio, sia come opportunità e volani in chiave di ripresa economica post-Covid. Diverse ferrovie storiche locali, sospese o dismesse, secondo i promotori del webinar, se ripristinate potrebbero diventare una fonte di ricchezza, perché stimolerebbero la nascita di nuove economie locali, per il riuso delle infrastrutture, e per la possibile riconversione del patrimonio immobiliare abbandonato. Da qui un appello rivolto a tutti gli attori interessati, tra cui Governo, società ferroviarie e amministrazioni locali.
I dati presentati dai promotori del confronto digitale dicono che Italia si contano 2.754 km di ferrovie sospese al trasporto passeggeri, di queste 1.389 km hanno un servizio turistico solo a richiesta. I restanti 1.365 km, circa la metà del totale, sono linee sospese o interrotte. Un segnale di attenzione all’appello verso un turismo slow è giunto dalla sottosegretaria al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Lorenza Bonaccorsi che ha partecipato al confronto: “Le difficoltà dovute alla pandemia hanno fatto emergere alcune negatività del nostro turismo e ci hanno indicato che forse il modello pre-Covid non era il più congeniale. Ad esempio l'impatto eccessivo sulle zone più fragili del Paese come i centri storici”, ha sottolineato la sottosegretaria. “Dobbiamo perciò pensare ora ad un modello economico di turismo che vesta meglio sui nostri territori, sul nostro immenso patrimonio artistico. Non abbiamo bisogno di rincorrere modelli di altri Paesi”.
Ed è una realtà inconfutabile l’esistenza di un patrimonio fatto di piccoli borghi, cammini e paesaggi mozzafiato che gravitano attorno a ferrovie storiche locali, ma che spesso sono raggiungibili anche con i treni regionali. Treni che questa estate hanno conosciuto, nonostante le limitazioni imposte dal Covid, un discreto successo di viaggiatori: 23 milioni i biglietti di corsa semplice emessi di cui 9 milioni per raggiungere borghi, piste ciclabili, località di montagna e balneari, città patrimonio dell’Unesco.
Ascolta l'intervista a Stefano Maggi, presidente della Fondazione Cesare Pozzo per la mutualità, nel podcast di Luca Mattei
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