La piena accessibilità ai servizi ferroviari in tempi di Covid-19 è stato il tema affrontato oggi, mercoledì 20 maggio, in un confronto organizzato dal Gruppo FS Italiane tra i rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità e i dirigenti e i tecnici di RFI che gestiscono nelle stazioni l’assistenza alle Persone a Ridotta Mobilità. Si è trattato di un confronto a distanza, in videoconferenza, come è diventata ormai consuetudine da quando la pandemia ha stravolto le nostre abitudini di vita.

Non sempre facile né semplice perché la questione delle barriere non riguarda solo gli edifici, le infrastrutture e i servizi ma anche la possibilità di una comunicazione “a distanza” efficace e interattiva. RFI ha tenuto a rimarcare che il servizio, nonostante le obiettive difficoltà, non è mai stato sospeso anche quando il lockdown ha ridotto l’offerta di corse ferroviarie a un minimo davvero storico, sia sulle rotte nazionali sia su quelle regionali. E le richieste di accompagnamento e assistenza a meno di un centesimo di quelle solitamente soddisfatte da RFI. Il servizio è stato offerto tenendo conto di tutte le indicazioni contenute nei vari DPCM a tutela della salute dei lavoratori e dei viaggiatori con un preavviso che, per questioni meramente organizzative, è stato uniformato in tutte le stazioni a 24 ore. Il ripristino della piena mobilità anche tra regioni porterà a un aumento della domanda e, RFI ha tenuto a precisare, anche a una concomitante riduzione dei tempi di richiesta. 

Nel corso dell’incontro sono emersi vari suggerimenti e richieste che RFI si è detta pronta a valutare con tutta la necessaria attenzione. Tra queste la possibilità che gli operatori utilizzino mascherine trasparenti, (sebbene non ne esistano ancora di certificate) per facilitare le persone sorde a interpretare il labiale, la richiesta di posizionare sedie o panchine all’esterno delle Sale Blu, anche per evitare possibili assembramenti all’interno e, infine, quella di un accompagnamento delle persone cieche con modalità che deroghino agli obblighi del distanziamento, previo ovviamente l’utilizzo di tutti i dispositivi di protezione personale. Tema quest’ultimo molto delicato ma sul quale un articolo del DPCM del 17 maggio sembra poter aprire alcune opportunità. Oggi, infatti, l’accompagnamento delle persone cieche avviene con le stesse modalità adottate per quelle non deambulanti, ossia con l’uso di una carrozzina a ruote e del sollevatore. Sono state formulate alcune proposte alternative di cui sarà valutata la reale fattibilità e le garanzie offerte in termini di sicurezza.

Quel che è stato in ogni caso ribadito, in ogni intervento, durante le oltre due ore di riunione, è l’importanza di questo continuo confronto che contrassegna ormai da tempo i rapporti tra le società del Gruppo FS Italiane e le persone con disabilità che fruiscono dei loro servizi. Un confronto che punta – come è stato ribadito da parte di FS – a mettere sempre la persona al centro di ogni propria attività, con tutti i suoi valori e diritti, la sua dignità, le sue esigenze e aspettative.

All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni ANPVI, ADV, UICI, FIABA, ENS, FIADDA, Lega Arcobaleno, FAND – ANGLAT e FISH.