C’è anche FS Italiane tra le imprese che animano i due giorni del Salone della CSR e dell’innovazione sociale,  giunto alla sua VIII edizione. Un’edizione totalmente in streaming - dal titolo I volti della sostenibilità – che ha radunato fino ad oggi, martedì 30 settembre, esperti e rappresentanti delle aziende per capire come cambia il mercato in un momento di vera “metamorfosi”, a seguito della crisi sanitaria mondiale.

Dopo la partecipazione di Nicoletta Antonias, responsabile Innovazione e Sostenibilità di Italferr (società del Gruppo FS), al panel “Da territorio e comunità”, è stata la volta di Paolo Mazzeo, specialista Sostenibilità di FS, tra i relatori del seminario “Dai social bond ai sustainable bond”. Nel 2017 e 2019 il Gruppo ha emesso green bond, per 1,3 miliardi di euro, per l’acquisto di treni, locomotive e carri efficienti sotto il profilo energetico e riciclabili a fine vita per oltre il 95%. Inoltre, è la prima azienda italiana ad aver ottenuto dalla Climate Bonds Initiative la certificazione internazionale per la seconda emissione obbligazionaria green.

Nel panel “Comunità responsabili e smart city: come cambia la mobilità urbana”, Luigi Contestabile, Responsabile Asset Advisoring e Sviluppo Servizi di RFI, ha parlato della trasformazione delle stazioni in hub intermodali. La mobilità sostenibile è diventata infatti parte integrante e fondamentale del modo di pensare e progettare il nuovo concept di stazione e aree circostanti: l’obiettivo è quello di migliorarne la connettività attraverso sistemi di mobilità pubblica e condivisa a basso impatto ambientale, quali la pedonalità, il TPL, la ciclabilità e i sistemi di sharing mobility.

Gli ultimi due interventi di FS si sono tenuti nella sessione pomeridiana, all’interno del seminario “Verso una catena di fornitura sempre più sostenibile”, Gualtiero Poso, esperto Ambiente ed Energia, e Luigi Terminiello, specialista Sostenibilità, hanno illustrato le attività per rafforzare la capacità di identificazione e gestione degli impatti ambientali, sociali ed economici all’interno della supply chain. I due relatori hanno presentato uno dei progetti del Gruppo FS sul fronte degli acquisti sostenibili e, più in generale, sulla gestione responsabile della catena di fornitura. Un progetto che intende integrare le valutazioni di carattere ambientale e sociale sulle varie fasi di approvvigionamento, per poi puntare al miglioramento di tutte le performance dei fornitori.

Tra i partner istituzionali del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, oltre a Ferrovie dello Stato Italiane, Enel, Generali, Rai e Terna.

205 organizzazioni, 300 relatori, 80 eventi e migliaia di persone collegate in streaming per parlare di sostenibilità, lanciare nuove idee, condividere le buone prassi. Questi i numeri dell’edizione del 2020 del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, in programma il 29 e 30 settembre. Se negli anni il tema della sostenibilità ha guadagnato sempre più interesse, entrando nelle agende politiche e nei piani industriali, con l’emergenza Coronavirus si e legato alla necessità di ripensare le abitudini personali, i processi lavorativi, l’organizzazione sociale.

Il Covid ha costretto a riflettere sul rapporto tra uomo ambiente, sul futuro della mobilità e sulla valorizzazione dei luoghi e di chi li abita. Proprio “Territorio e comunità” è il titolo del panel online, tenuto nel pomeriggio, a cui hanno partecipato alcune aziende italiane per presentare le loro esperienze.

Tra i relatori anche Nicoletta Antonias, responsabile Innovazione e Sostenibilità di Italferr (società del Gruppo FS Italiane), che si è concentrata su cosa significhi fare ingegneria sostenibile, cioè creare valore attraverso infrastrutture che diventano espressione di veri e propri progetti sociali.

Antonias ha sottolineato come la realizzazione di un’opera possa costituire un’opportunità per conoscere il territorio: un esempio sono le indagini archeologiche condotte in fase di progettazione che aiutano a scoprire e ricostruire la storia di un luogo e a preservarne il patrimonio rinvenuto durante gli scavi. L’infrastruttura può dar modo di riqualificare e migliorare un'area, come quando si individuano zone contaminate e si procede alla bonifica prima di avviare i cantieri. O, ancora, può contribuire a contrastare i cambiamenti climatici, offrendo nuovi scenari di mobilità green.

Italferr lavora da anni per sondare la capacità dei suoi progetti di generare trasformazioni positive del territorio, utilizzando metodologie e protocolli specifici: il Carbon Footprint per misurare l’impronta climatica; il modello di Life Cycle Assessment per valutare le scelte progettuali nell’ottica del ciclo di vita dell’opera; il protocollo Envision come sistema di rating per stimare il livello di sostenibilità dei progetti sotto il profilo dell’efficacia dell’investimento, del rispetto dell’ecosistema, del rischio climatico e ambientale, della durabilità, della leadership e del miglioramento della qualità della vita.

Italferr ha elaborato anche delle linee guida per gestire il processo di coinvolgimento degli stakeholder valorizzando il loro contributo. Queste includono la mappatura, la selezione e la quantificazione degli indicatori di performance più rappresentativi per i progetti e l’individuazione degli effetti non solo ambientali, ma anche economici e sociali. Antonias ha ricordato, in particolare, lo studio di sostenibilità effettuato per il progetto di quadruplicamento dei binari nel nodo di Brescia. L’analisi ha permesso a Italferr di fornire agli stakeholder una lettura chiara sul significato dell’opera, evidenziandone i benefici come la realizzazione di piste ciclabili e sottopassi ciclopedonali e la creazione di aree verdi.

Nel futuro, quindi, c’è bisogno di un nuovo modello di ingegneria che si occupi di ideare infrastrutture sostenibili e resilienti, capaci non solo di inserirsi al meglio nel contesto ambientale, ma anche di creare valore e migliorare la qualità della vita delle comunità.