Incontri con giornalisti e rappresentanti delle forze dell’ordine, presentazioni di libri e cineforum per discutere, grazie agli spunti offerti da film e documentari, su temi legati alla lotta alla mafia, ricordandone i protagonisti. Gli spazi della stazione San Piero di Patti, in provincia di Messina, dal dicembre 2016 ospitano la sede dell’Associazione Commercianti Imprenditori Artigiani Pattesi (A.C.I.A.P), un presidio di legalità e libertà contro la mafia e il malaffare, attraverso azioni di informazione e sensibilizzazione che affiancano l’attività quotidiana di assistenza agli imprenditori contro il fenomeno delle estorsioni e dell’usura.

 

 

Nel solco dell’impegno di Libero Grassi

L’associazione Commercianti Imprenditori Artigiani Pattesi (A.C.I.A.P) è dedicata a Libero Grassi, tra i primi imprenditori a denunciare pubblicamente gli estorsori, ucciso dalla mafia nel 1991. Proprio sul parapetto del terrazzo della stazione è collocata una gigantografia che ne ricorda l’impegno. 

L’associazione rappresenta un punto di riferimento per il territorio: è nata quattro anni dopo l’omicidio di Grassi, episodio che rappresentò una sorta di piccola grande scintilla della ribellione al ricatto mafioso. Prima aderente alla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura (FAI), da alcuni anni l’ A.C.I.A.P, presieduta dall’imprenditore Sergio Sidoti, è consociata con Sos Impresa-Rete per la Legalità, il cui vice presidente nazionale è Pippo Scandurra, già storico presidente della FAI.

 

«È importante essere presenti ora più che mai – spiega Marco Conti Gallenti, responsabile delle attività del Centro Studi Antimafia Paolo Borsellino che l’A.C.I.A.P ha allestito all’interno della stazione – perché in un periodo come questo di scarsa liquidità a causa della pandemia, fenomeni come l’usura rischiano di diventare ancora più pervasivi. Infatti abbiamo avviato una campagna per incentivare le denunce ed aumentare la fiducia nei nostri confronti, cercando di scardinare ogni possibile ritrosia. Stiamo lavorando a tutto tondo in sinergia con tutte le altre associazioni per poter convincere sempre più imprenditori a fidarsi dello Stato». 

 

Il Centro Studi Antimafia Borsellino, spazio di confronto e sensibilizzazione

Porte aperte ad imprenditori, quindi, per offrire ascolto, sostegno e solidarietà e alle nuove generazioni, con percorsi di conoscenza e sensibilizzazione. Giovani, studenti delle scuole del circondario e rappresentanti delle associazioni sono coinvolti in attività volte a mantenere sempre vivo il dibattito sulla legalità e riflettere sul cancro della mafia attraverso l’esperienza di esperti. Tanti i giovani che hanno frequentato e frequentano il Centro Studi Antimafia Paolo Borsellino, una vera e propria scuola di legalità, dove trova spazio anche una piccola biblioteca. Il Centro, con 15 anni di attività alle spalle, ha dato vita a numerose iniziative. Da un anno, ormai, a causa della pandemia, non è stato più possibile organizzare incontri e momenti di condivisione in presenza, ma il Centro, così come la stazione, restano comunque un luogo, seppur virtuale, di riflessione e in cui immaginare strade verso la legalità.

 

Voci e incontri di legalità

«Tra gli ultimi incontri che abbiamo organizzato, quando s’iniziava a discutere su distanze e numero contingentato di partecipanti – racconta Marco Conti Gallenti, – c’è stato quello con Fiammetta Borsellino, figlia del giudice a cui abbiamo dedicato il centro nel 2005. In quell’occasione erapresente la figlia più piccola del magistrato, Lucia: durante tutti questi anni è sempre continuato il rapporto di vicinanza e collaborazione con la famiglia Borsellino. Sempre poco prima del lockdown è venuto a trovarci Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, per ricordare la figura del padre, giornalista del quotidiano Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia per via delle sue inchieste scomode. Durante quell’incontro sono stati coinvolti anche i ragazzi della cooperativa sociale Raggio di sole onlus, che accoglie giovani che hanno avuto problemi con la legge».

 

Gallenti ricorda anche il legame con Libera, l’associazione contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti: «Alcuni nostri volontari hanno preso parte agli incontri in vista della ventiseiesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in programma il 21 marzo. Don Ciotti, in passato, è stato nostro ospite per testimoniare l’impegno per una società libera dalle mafie, dalla corruzione e da ogni forma d’illegalità».

 

Grande è la riconoscenza per Ferrovie dello Stato Italiane e per RFI che ha concesso in comodato d’uso gratuito gli spazi: «Appena sarà possibile, ci piacerebbe organizzare un incontro dedicato ai giornalisti uccisi dalla mafia e sfruttare la splendida terrazza per presentazioni di libri e incontri all’aperto. In questo momento storico diventa ancora più prezioso, per noi che siamo un’associazione che vive di volontariato e della generosità degli associati, avere una sede dove poter immaginare e progettare sempre nuove attività in favore della legalità».