In cover, due dipendenti di Mercitalia. A sinistra, Giada Carbone, operatrice specializzata per la circolazione. A destra, Antonella Puddu, tecnica polifunzionale
«Solo con un effettivo e sostanziale apporto della diversità femminile nelle decisioni strategiche, nel mondo delle imprese e nel lavoro, si potrà costruire un mondo diverso e uscire meglio e più velocemente da questa crisi senza precedenti». Suonano come un monito le parole di Antonella Giachetti, presidente di Aidda, l’Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda, sulla necessità di colmare la gender disparity.
In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, a dicembre 2020 su 101mila posti di lavoro persi 99mila appartenevano a donne. Ma la pandemia ha solo evidenziato una disparità già presente: anche in questa situazione di crisi a pagare il prezzo più alto sono le donne, impegnate a sopperire alle necessità di cura, tendenzialmente impiegate in settori colpiti dall’emergenza sanitaria e vittime di pay gap limitanti.
Ilaria Lupo, dipendente di RFI, referente per l’informazione al pubblico e comunicazione a Roma
Per un cambio di passo servono politiche nazionali adeguate, ma possono giocare un ruolo fondamentale anche le grandi aziende. Come FS Italiane, che considera la valorizzazione della diversità la strategia più efficace per raggiungere ottimi risultati in termini economici, di competitività e di immagine. Il Gruppo viene infatti considerato uno tra i 200 migliori posti di lavoro per una donna nel nostro Paese. A dirlo è l’Italy’s Best Employer for Women 2021, lo studio dell’Istituto tedesco qualità e finanza ITQF condotto su circa duemila imprese prendendo in esame oltre 2,5 milioni di citazioni sul web e 45 argomenti tra i quali appunto donne, pari opportunità e lavoro.
«Valorizzare la presenza femminile è senza dubbio un tema di business: numerose ricerche dimostrano che il miglior bilanciamento di genere comporta un aumento delle performance aziendali e di questo noi abbiamo piena consapevolezza», spiega Angelo Sferrazza, direttore centrale Risorse umane e organizzazione di FS Italiane. Dal 2015 a oggi la presenza femminile nel Gruppo è cresciuta del 3,1%. A titolo di esempio, le donne nel Cda sono aumentate del 12,5%, le dirigenti del 5,6%, i quadri apicali del 5,4%. Un successo ottenuto grazie alle numerose iniziative messe in campo negli ultimi anni.
A cominciare da Women in Motion (WIM), il progetto su cui FS Italiane ha investito di più per promuovere la carriera delle donne nelle aree tecniche e incrementare la loro presenza nei percorsi di studio STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), ancora oggi appannaggio prevalentemente maschile. Con il supporto delle cosiddette Role Model FS, le donne impiegate nelle aree tecniche del Gruppo, dal 2017 vengono organizzati incontri in presenza e webinar nelle scuole di tutta Italia, dalle medie alle università.
Natascia Imperi, dipendente di Trenitalia, responsabile della gestione del magazzino manutenzione corrente dei mezzi pesanti a Roma
«Il mondo del lavoro vede crescere in modo esponenziale la richiesta di professionalità tecniche, che sono le più ricercate anche in Ferrovie. Purtroppo, quando si tratta di questi mestieri, c’è una sorta di barriera alla presenza femminile: gli stereotipi di genere sono ancora molto diffusi e si sviluppano presto nella vita di bambine e bambini, con profonde conseguenze sul loro futuro. Per questo abbiamo voluto coinvolgere scuole, università e istituzioni per raccontare alle ragazze il nostro mondo e aiutarle a scegliere con consapevolezza il proprio percorso di studi e professionale», prosegue Sferrazza.
Il successo di WIM non ha tardato ad arrivare perché dall’inizio del progetto, a gennaio 2017, l’incremento delle candidature femminili con diploma tecnico ha raggiunto quasi il 50% e la campagna è stata riconosciuta dalla Commissione europea come best practice internazionale per la promozione della parità di genere.
Su questa scia, sono nate nuove formule come WIM in viaggio con l’altra metà del cielo, progetto di formazione in alternanza scuola-lavoro che ha coinvolto studenti e studentesse di istituti tecnici italiani, bambine delle scuole elementari e docenti. Inoltre, FS ha avviato percorsi di mentoring e di empowerment al femminile per incoraggiare e sostenere lo sviluppo del talento.
Anna Maria Fumarola, macchinista di Trenitalia
Sempre con l’obiettivo di migliorare la condizione delle donne, FS riserva una cura particolare alle lavoratrici mamme che possono partecipare a percorsi di formazione e team coaching destinati anche ai loro manager. «La maternità è un momento delicatissimo nella vita privata e professionale, per questo riteniamo sia importante sostenere le donne nella ricerca dell’equilibrio tra dimensione personale e lavorativa. E lo facciamo coinvolgendo i loro responsabili, per costruire un rapporto chiaro e trasparente tra capo e collaboratore, in cui entrambi possano comprendere al meglio esigenze e aspettative reciproche», spiega Sferrazza.
L’impegno sulle politiche di Diversity&Inclusion del Gruppo FS Italiane è riconosciuto anche fuori dall’Italia: lo dimostra la nomina dell’AD Gianfranco Battisti ad Ambasciatore europeo per la diversità nel settore dei trasporti in Europa. Il Gruppo è anche membro della Women in Transport-EU Platform for Change, la piattaforma creata dall’Ue e dalla Commissione europea trasporti per promuovere un maggiore bilanciamento di genere nel settore, dove oggi lavora ancora solo il 22% di donne.
Infine, a marzo 2020, l’azienda ha formalmente aderito ai Women’s empowerment principles istituiti dalle United Nations entity for gender equality and the empowerment of women (UN Women), attraverso i quali si prefigge di valorizzare e promuovere la presenza e le pari opportunità delle donne nel luogo di lavoro, sul mercato e nella comunità.
Articolo tratto da La Freccia