Ridurre i consumi energetici e utilizzare fonti rinnovabili e pulite rappresentano ormai un dovere imprescindibile per ogni azienda. La crisi climatica e gli elevati costi di energia e materie prime dettano il passo nello sviluppo di una solida green economy in Italia e nel mondo. In questo scenario cosa sta facendo FS per accogliere le nuove sfide della transizione ecologica? Il piano di sviluppo sostenibile del Gruppo, guidato dall’AD Luigi Ferraris e integrato nel piano d’impresa decennale, è stato illustrato oggi dal responsabile Sostenibilità di FS Lorenzo Radice nel corso del panel Dalla visione all'azione: cinque storie di successo delle imprese verso il net zero ospitato dagli Stati Generali della Green Economy organizzati nell’ambito di Ecomondo a Rimini.
Il Gruppo FS è un’azienda energivora che «consuma circa il 2% della domanda di energia elettrica nazionale, abbiamo quindi lanciato un piano per autoprodurla investendo 1,6 miliardi di euro» ha ricordato Radice nel suo intervento.
AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA PULITA
Entro il 2031 il Gruppo ha l’obiettivo di produrre almeno il 40% del fabbisogno di energia elettrica installando impianti fotovoltaici e mini-eolici nelle stazioni e in altri spazi di proprietà. La capacità prevista dei nuovi impianti è di 2 GW, il che significherebbe accrescere del 10% quella complessiva degli impianti fotovoltaici installati oggi in Italia. L’energia annua producibile è circa 2,6 TWh. Il piano industriale, inoltre, stabilisce che entro i prossimi 10 anni la totalità dell’energia elettrica impiegata da FS proverrà da fonti rinnovabili.
VERSO L’OBIETTIVO “NET ZERO” E IL PERCORSO SBTI
Il progetto per l’autoproduzione energetica si inserisce nel percorso di decarbonizzazione del Gruppo. Proprio in questi giorni si sta svolgendo in Egitto la Cop27 a cui partecipano rappresentanti di governi, imprese e società civile: l’Organizzazione metereologica mondiale (WMO) ha diffuso un report sullo stato del clima globale sottolineando come gli ultimi otto anni siano stati i più caldi mai registrati, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra. FS è tra le realtà industriali che stanno avanzando verso la neutralità carbonica: il primo step è dimezzare, entro il 2030, le emissioni dirette e indirette (scope 1 e scope 2) e ridurre del 30% quelle della catena del valore (scope 3). Il traguardo finale, previsto invece per il 2040, è l’azzeramento delle emissioni da raggiungere attraverso una serie di azioni come: efficientamento energetico, flotte di treni e bus dalle performance ambientali sempre più elevate, elettrificazione ulteriore della rete ferroviaria e sperimentazione di nuovi combustibili.
L’impegno in questo ambito è testimoniato anche dal percorso con Science Based Targets initiative (SBTI) appena intrapreso dal Gruppo. SBTI è un’iniziativa congiunta portata avanti da Carbon Disclosure Project, Global Compact Onu, World Resources Institute e World Wide Fund for Nature, che guida le aziende verso la decarbonizzazione attraverso l’adozione di target di riduzione delle emissioni basati su evidenze scientifiche. Il Gruppo FS ha da poco firmato la lettera di commitment in cui s’impegna a certificare i propri target.
GHG REPORT: COME FS GESTISCE LE EMISSIONI DI GAS SERRA
Durante il suo intervento Radice ha menzionato anche l’ultimo Green House Gas Report del Gruppo, un documento pubblico che approfondisce la gestione degli aspetti energetici e delle emissioni climalteranti. Il report si concentra sulla gestione delle attività volte alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, descrivendo gli obiettivi, le azioni, i progetti operativi e gli investimenti.
L'AD intervistato a margine del Forum Ambrosetti
02 settembre 2022