«Per me le Frecce rappresentano la corsa da un palco a un altro, da un pubblico a un altro. Per fortuna ce ne sono tanti e non smetterò mai di viaggiare». Parola di Gabriella Greison, fisica, scrittrice e attrice che si sposta continuamente su e giù per l'Italia con i suoi spettacoli di divulgazione scientifica.

Un ricordo legato a un viaggio in treno?

Andavo in Liguria, dovevo debuttare dopo pochi giorni e stavo preparando un monologo. Ero così concentrata da non accorgermi che stavo ripetendo ad alta voce. Quando l’ho capito mi sono zittita ma gli altri passeggeri mi hanno chiesto di non smettere. Così ho recitato tutto il copione: la prova generale l'ho fatta in treno con loro, che si sono improvvisati il mio pubblico. È stato bellissimo.

La prima volta in Alta Velocità?

Era un Milano-Roma. Stavo attenta a tutto, guardavo fuori, guardavo dentro, guardavo se la gente era stupita come me. Prima queste due città sembravano così lontane. Oggi mi muovo tranquillamente in giornata da una all’altra

La playlist da ascoltare a bordo?

Per citarne solo alcuni Ghostwriter di Hugo Race, Unfinished sympathy dei Massive Attack, Talkie walkie degli Air, You dei Ten Sharp e Losing my religion dei Rem.

Come immagini il treno del futuro?

Ancora più veloce, comodo e sicuro, con librerie in ogni carrozza e possibilità di bookcrossing in tutte le lingue. Ah, dimenticavo: con l'Alta Velocità fino a Genova.

L’attività preferita mentre viaggi o quando sei in stazione?

Sul treno leggo e scrivo. In diverse occasioni, ho scritto nuovi capitoli dei miei romanzi. Mentre in stazione, nell’attesa, sono sempre in libreria.  

Il tuo treno della vita?

Quello che mi ha portato al confine con la Svizzera, la prima volta che ho recitato un mio monologo fuori dall'Italia. Ricordo che avevo paura e non volevo leggere la scritta Chiasso. Il giorno dopo, a spettacolo concluso, sorridevo pensando: «Ragazzi, ho conquistato anche la Svizzera».