Foto Assunta Servello per Rai

"Dimmi tutto, amore della zia". Non poteva che cominciare così, anche per il nuovo anno, l’intervista a Mara Venier, una delle dive televisive più amate.Iniziare il 2020 con la signora della domenica è, senza dubbio, di buon auspicio. Questa intervista prende,quindi, il sapore dell’augurio. La Mara nazionale, infatti, oltre a essere un uragano di simpatia, arriva da una stagione di successo: il contenitore di Rai1, Domenica in, è inarrestabile. E lo show di emotainment, La porta dei sogni, l’ha riportata nel prime time dell’ammiraglia di viale Mazzini. Ma l’esplosiva Venier non si ferma mai e ha già in serbo altre sorprese che svela in questa intervista a La Freccia, in cui si lascia andare alle emozioni.

Il 2019, appena passato, ti ha dato belle soddisfazioni.
È stato un grande anno. Dal punto di vista professionale, poi, totalmente inaspettato. Mi sono arrivati tra le mani tanti progetti ai quali non ho saputo resistere. Come questo programma di prima serata sui sogni degli italiani, della gente che mi ha riempito la vita di amore e affetto.

Effettivamente, il pubblico ti ama
Non mi ha mai abbandonata, un’ondata d’amore si è palesata con Domenica in che, in questa stagione, è andata meglio dell’anno scorso.

Cosa si prova a realizzare i sogni delle persone?
Mi sembra di restituire qualcosa a ognuno di loro, al pubblico che mi ha dato così tanto. Mi fa bene, è come se mi sdebitassi con chi mi segue.

E Mara che sogni ha?
Ho avuto tanto. La mia vita è stata incredibile: sono partita da Mestre, dalle case dei ferrovieri, la mia era una famiglia molto umile, modesta, con papà ferroviere. A 16 anni mi innamoro di un bellissimo ragazzo di Venezia che voleva fare l’attore, mi sposo a 16 anni e mezzo. Lui va a Roma per inseguire il suo sogno e pure io, per inseguire lui, dopo un anno, arrivo nella Città Eterna. Da lì non mi sono più mossa. Non avevo nessuna ambizione, non volevo fare l’attrice, non volevo fare la televisione, non avevo sogni. Sono sempre stata molto concreta, con la testa sulle spalle. Appena arrivata a Roma ho aperto un negozio di vestiti usati per poter sbarcare il lunario.

Che vita!
Ho avuto sette, otto, nove vite diverse. Amori diversi e, per ogni amore, un cambiamento radicale. Dal punto di vista professionale, più di quello che ho vissuto non posso chiedere. Tutto mi è arrivato casualmente, senza mai cercarlo.

E nel privato?
Vorrei che tutto rimanesse così. La mia paura è quella di staccarmi dalle persone che amo. So che è irrealizzabile, ma il mio sogno è tenere le persone che amo sempre vicine a me.

Ti emozioni sempre tanto nelle tue interviste. C’è qualcuno che, più degli altri, ti è rimasto nel cuore?
Non so mai quello che succede a Domenica in. Gianna Nannini mi ha intenerita, perché l’ho vista commossa. L’abbiamo sempre pensata molto rock. Anche Mika mi ha emozionata. È come se, davanti a me, non ci fossero paletti. Non è questione di nome, di star o di artista. È vero, mi emoziono sempre.

C’è stata una puntata che non dimenticherai mai?
Quella dello scorso 8 dicembre. Quel giorno la trasmissione era in forma ridotta, perché abbiamo dato la linea al Papa per la processione dell’Immacolata. Be’, quella trasmissione l’ho voluta dedicare ai 90 anni di don Mazzi. E l’ho costruita col cuore. Tutti mi dicevano che ero matta.

E tu?
Non me ne fregava niente degli ascolti, perché so quanto bene ha profuso don Antonio: ho fatto arrivare i ragazzi della comunità Exodus a sorpresa e il cast delle prime edizioni di Domenica in in cui c’era don Mazzi: Stefano Masciarelli e Giampiero “Bisteccone” Galeazzi. E poi c’erano Roby Facchinetti, Ron e i messaggi di Fiorello, Renato Zero ed Enzo Iacchetti. Quella puntata la porto davvero nel cuore. E non ti dico la sorpresa quando abbiamo scoperto che ha fatto il 20% di share, con punte di quattro milioni di persone. Un record assoluto.

Ti sei data una spiegazione per tanti consensi?
Quando le cose si fanno con amore, l’intenzione traspare e il pubblico ti segue. È stata un’emozione immensa vedere questo piccolo grande uomo di 90 anni che cantava, ballava, rimproverava Facchinetti perché non era andato a una manifestazione.

Ci tieni proprio tanto a don Mazzi...
Ho perso mio papà che avevo 22 anni. Don Antonio, per me, è un secondo padre. Mi consola dai miei dolori.

Secondo te perché il pubblico ama tanto la tua Domenica in?
Io sono completamente Mara. Metto sul piatto la mia vita: dolori, gioie, commozione. Sono tornata al timone di questo programma dopo quattro anni: fui cacciata dalla Rai perché ero vecchia. Così, quando l’allora direttore generale, Mario Orfeo, mi fece la proposta di ritornare, gli dissi che la trasmissione l’avrei fatta a modo mio, prendendomene tutta la responsabilità. Non avevo niente da perdere. E questo è arrivato al cuore della gente. Non c’è nulla di scritto, è tutto improvvisato, come stare nel salotto di un’amica.

Piaci molto anche ai giovani e agli artisti amati dai ragazzi!
Sì, come Achille Lauro, Ultimo e Stash. C’ho tutto un giro di giovani, sono la zia! Questo grazie a Maria De Filippi, che mi ha voluta a Tú sí que vales. E ad Alessia Marcuzzi che mi ha iscritto a Instagram, quando non sapevo nemmeno cosa fosse. Ora ho un milione e 700mila follower.

Nel nuovo anno che farai?
A settembre ho incontrato il direttore di Radio Rai, Roberto Sergio, e la direttrice di Radio2, Paola Marchesini. Mi hanno detto che mi volevano davanti al microfono e che potevo fare quello che volevo. Mi hanno anche spiegato che loro mi avrebbero vista bene in un programma quotidiano, che esaltasse la mia empatia col pubblico. E così, il 6 gennaio, arriva la Befana (ride, ndr).

Condurrai un programma in radio, quindi.
Si intitola Chiamate Mara 3131 e andrà in onda tutti i pomeriggi, dalle 15 alle 16, in diretta su Rai Radio2. Andremo avanti fino a febbraio, poi si vedrà. Finirà quando le forze mi mancheranno! (ride, ndr) Non ho mai avuto tante proposte di lavoro come in questi ultimi due anni. Dovevo andare in pensione e invece, come dice Vasco Rossi, “sono ancora qua”.

In cosa consiste il nuovo format radiofonico?
Sarà un rapporto diretto con i radio ascoltatori. Con me ci sarà Stefano Magnanensi, il direttore d’orchestra di Domenica in. Ci trasferiremo a Sanremo nella settimana del festival e sarò in diretta anche da lì.

A questo proposito, nel 1994 hai condotto il Dopofestival. Non ti piacerebbe salire sul palco dell’Ariston?
Sarebbe troppo stressante, avrei tutti gli occhi addosso. Il Festival è un palcoscenico importante, per alcuni colleghi è un punto d’arrivo, ma non per me. Mi vedo bene nel mio studio pomeridiano a fare conversazione sul divano. Sanremo è bellissimo, ma non sono adatta.

Mara, sai che l’Alta Velocità ha compiuto dieci anni?
Certo! Sono sempre in treno. Dovrei essere ferroviera ad honorem.

Come ti aspetti e cosa auguri al tuo pubblico per questo 2020?
Che la situazione politica si plachi. Bisogna pensare alle cose serie, il nostro Paese ne ha bisogno. Vanno affrontati temi importanti come la disoccupazione e la sanità. Mi auguro che il 2020 possa rimettere in sesto l’Italia. In una nazione dove tutto funziona meglio, la qualità della vita del cittadino migliora. Spero che si trovi quel giusto equilibrio, come per le Frecce, che in poco più di tre ore arrivano da Roma a Milano. Mi auguro che tutto possa funzionare così.