Foto di Seghizzi/ Red Bull Content Pool
Un dietro le quinte nel mondo della MotoGP che tutti gli amanti di questo sport aspettavano da tempo. Si tratta del documentario "Andrea Dovizioso: Undaunted". Il pilota Ducati vicecampione in carica, racconta in questo docu-film di circa un’ora, i retroscena della stagione 2019. Le sue emozioni, le vittorie e le sconfitte; gli aspetti noti e meno noti di un protagonista dello sport, compresi quelli intimi che difficilmente si conoscono.
Il film presentato al Deus Café di Milano lo scorso 18 febbraio è stato prodotto da Red Bull Media House con la regia di Paolo Novelli, ed è visibile sul canale multipiattaforma Red Bull TV.
Come è nata l’idea di questo docufilm?
Da appassionato di motocross guardo molti video per capire la tecnica di questo sport. Materiale quasi introvabile per la Moto GP, essendo un ambiente più blindato. Così mi è venuta l’idea di raccontare la tecnica e il dietro le quinte del mio mondo. Paolo Novelli [il regista, n.d.r.] me l’ha proposto e ci siamo trovati d’accordo. All’inizio ero un po' preoccupato essendo una persona timida e riservata.
È stato difficile stare davanti alla telecamera?
Io non ho mai recitato anche perché non so farlo. Il regista ha filmato cose vere senza filtri. Ad un certo punto dell’anno non era più il cameramen che stava realizzando un documentario, ma un amico che faceva parte del mio gruppo.
Come è stato rivedersi in video?
Un insegnamento. Quando fai un’intervista trasmetti delle sensazioni che possono essere interpretate in vari modi. Ho capito che devi stare più attento quando sei in video.
Foto di Gold & Goose/Red Bull Content Pool
Che differenza c’è tra questo racconto e quello che hai fatto nella tua autobiografia “Asfalto”?
Sono due cose completamente diverse. Non mi sono neppure accorto di avere fatto questo documentario. Il regista era diventato invisibile. Il libro è stato più impegnativo ho fatto un viaggio nel passato.
L’8 marzo in Qatar riparte il mondiale, pronostici?
Nelle prime gare ci sarà per tutti un continuo adattamento alla moto con le nuove gomme. Quindi sarà tutto da scoprire. I piloti Yamaha sono particolarmente carichi e veloci come quelli Suzuki. Marquez al momento, venendo da una operazione, non è ancora ben decifrabile.
Che Valentino Rossi ti aspetti?
La Yamaha sta lavorando tanto e nei test hanno dimostrato di essere veloci. Valentino sarà competitivo. Quanto non lo so e forse non lo sa neppure lui. Sta cercando quella velocità in più che non aveva l’anno scorso. Se riacquisisce il feeling con la sua moto può giocarsela con gli altri piloti che per età e forma sono al loro momento top. Farà comunque di tutto per continuare a correre.
Tra 12 mesi che hanno racconterai?
Tutto può essere. Mi sento particolarmente competitivo per la forma, la velocità l’esperienza che ho maturato in questi anni. La MotoGP è molto difficile, se fai parte di un progetto vincente a senso rischiare e continuare a fare sacrifici. Se non sarò in questa situazione non sarà un grosso problema smettere di gareggiare.
Continueremo ancora a vederti in Ducati?
Adesso non si può dire. Negli sport dove girano tanti soldi tutto viene anticipato sempre di più per cercare di accaparrarsi i piloti più forti. Al momento non ho alcuna fretta di parlare di mercato; sono focalizzato solo nel fare il miglior risultato possibile.