«Un modo per fare conoscere degli attori e dei compositori a un pubblico vasto, dai più giovani ai più adulti». Con queste parole l'attore Alessio Vassallo presenta la pièce Amore, qui tutto è una follia, lo spettacolo presentato martedì 26 maggio, alle 19:00, in diretta streaming sulla pagina Facebook del Teatro Villa Pamphilj. In scena la constatazione di quanto le disavventure dei personaggi che popolano i romanzi di John Fante siano simili, quando non paurosamente identiche, a quelle che hanno portato attore e drammaturgo, a una passione comune per lo scrittore trasformata in un modo per mettersi a nudo completamente e ripartire dalla compenetrazione tra letteratura, teatro e vita. A fare da contrappunto brani di copione, uniti a frammenti originali tratti da Fante, accompagnati da echi di canzone americana.

 

Un'operazione inedita che Vassallo spera «si faccia solo per un periodo limitato: il teatro non può andare di pari passo con la parola streaming, il teatro è un atto dal vivo che necessita di un ingrediente fondamentale: il respiro. Io devo sentire quello del pubblico e il pubblico deve sentire il mio. Un stretta di mano tra gli spettatori e l'attore dall'inizio alla fine dello spettacolo». 

 

Il web è, quindi, solo utilizzato momentaneamente per fare conoscere nuovi autori, un'alternativa valida anche durante la fase 2, quella della cosiddetta convivenza con il Covid-19: «Proviamo a regalare dei contenuti alle persone».

 

Del tempo passato in reclusione forzata l'interprete di Mimì Augello nel Giovane Montalbano lo ha passato anche pensando alla condizione dei lavoratori dello spettacolo: «Non abbiamo avuto molti diritti pure prima del virus. Il virus ha solo portato a galla il grande problema della riconoscibilità e della regolamentazione costruttiva, ma definitiva. Altrimenti veniamo posti in un limbo continuo. Mi auguro che il Governo possa fare tanto per i lavoratori dello spettacolo. Sicuramente non ci paragoniamo a medici e infermieri, ma se le persone in quarantena hanno passato il tempo guardando serial, ascoltando musica e leggendo libri abbiamo un'importanza. Poi ci sono attori, cantanti e scrittori famosi che hanno fortunatamente un'indipenenza economica, ma ce ne sono tanti altri meno celebri o che non si vedono, che lavorano dietro le quinte, e poi ci sono le attrici in maternità. Si è privilegiati solo se si raggiunge il successo che porta con sé dei benefit. Chi non ce li ha vive, invece, in una precarietà continua».

 

L'attore si pone anche domande su come verrà organizzato il sistema teatro: «Bisognerebbe fare un grande piano di comunicazione per fare tornare le persone a teatro. L'uomo è un animale da condivisione, abbiamo bisogno di guardarci negli occhi».