In cover, Max Gazzè © Luisa Carcavale

La matematica dei rami. È questo il titolo del nuovo progetto discografico che Max Gazzè, artista italiano tra i più talentuosi e capaci, ci ha fatto assaggiare al 71esimo Festival di Sanremo con Il farmacista. «È un verso estrapolato dal brano Figlia, contenuto nell’album. Al di là dell’intuizione di Leonardo Da Vinci sulla crescita degli alberi, che germogliano in un ordine apparentemente caotico, la geometria della natura è strutturata per contrastare le avversità, il vento e le intemperie», spiega il cantante.

 

Così la rappresentazione dell’albero, con le sue le radici e ramificazioni, ricorda i brani dell’album che «hanno origini diverse ma convergono verso lo stesso nucleo produttivo, in questo caso la Magical Mistery Band. I rami sono i nostri pensieri intrecciati, le nostre esperienze di singoli musicisti messe insieme per il disco».

 

Ad accompagnare Gazzè in questa avventura da ascoltare pezzo dopo pezzo, infatti, c’è un super gruppo formato dal cantautore Daniele Silvestri, il batterista Fabio Rondanini, il bassista Gabriele Lazzarotti, il pianista e compositore Duilio Galioto, il chitarrista Daniele Fiaschi e il polistrumentista Daniele Tortora.

 

Com’è nata la collaborazione con la Magical Mistery Band?

Da una necessità primordiale di stimoli tesi a creare progetti che avessero un senso e una linea produttiva differente rispetto ai lavori precedenti. Ho cercato di seguire l’istinto. L’incontro con la band è stato casuale: cercavo qualcosa di diverso per realizzare il disco quando Daniele (Silvestri, ndr) e gli altri eccellenti musicisti stavano iniziando un percorso allo studio Terminal 2 di Roma. Luogo che conosco bene, perché ci ho registrato vari dischi.

E quindi?

Sono intervenuto interrompendo i loro piani e chiedendo di registrare questo album insieme. È stato molto bello: abbiamo suonato con grande entusiasmo, è un lavoro collettivo di produzione molto interessante.

 

Tra i brani del disco, Figlia è davvero sentito. Com’è nato?

È molto malinconico e ispirato. Parte da una composizione della Magical Mistery Band a cui io ho adattato una poesia di mio fratello Francesco e Daniele Silvestri ha aggiunto un pezzo di strofa. Tutto è iniziato dal tentativo di inserire la melodia su una base musicale. È stato un bel connubio, quando l’ho fatta ascoltare ai ragazzi del gruppo sono rimasti colpiti. Poi mi sono emozionato cantandola e anche chi l’ha ascoltata lo ha fatto. Insomma, un pezzo nato sotto una luce magica. È l’elemento più identificativo del progetto.

 

Il nuovo singolo Considerando vede l’ottimismo come compensazione della realtà. È un modo per non perdere mai la speranza?

In questo periodo c’è bisogno di positività e di visioni che vadano al di là del presente. È necessario, per l’animo umano, vedere degli spiragli. Considerando è capace di far riflettere in modo profondo perché la musica è un linguaggio che può produrre sensazioni diverse rispetto alla parola.

 

Che messaggio vuoi lanciare con Un’altra adolescenza, invece?

È un invito a considerarsi nuovamente giovani, soprattutto quando si avanza con l’età. E a scrostare le proprie convinzioni, la fermezza calcificata nel nostro subconscio: una stratificazione che non fa entrare nuovi impulsi. Invece è bello cambiare idea. A me piace farlo e mi rende felice, anche se alcune persone rimangono turbate. Vivere il procedere degli anni come un’altra adolescenza significa farlo in maniera più cosciente e consapevole, senza perdere l’entusiasmo e la gioia di coltivare passioni e interessi.

 

La scorsa estate sei stato tra i primi a tornare live. Quest’anno?

Sto accoratamente chiedendo agli organizzatori di pianificare concerti. Rispetteremo le regole che ci verranno date, ma la musica deve riprendere. Perché non si tratta solo del cantante che si esibisce sul palco, ma di migliaia di maestranze, tecnici e fonici che lavorano dietro le quinte. Queste persone sono in grave sofferenza. L’anno scorso il virus si è indebolito nel periodo estivo e mi auguro che, nonostante queste nuove e pericolose varianti, si possa aprire in sicurezza e riprendere alcune attività a pieno regime. È importante per dare dignità ai lavoratori della musica e dello spettacolo.

Articolo tratto da La Freccia