In occasione della Giornata internazionale della Donna il quotidiano La Repubblica (edizione di Bari) ha intervistato Roberta, macchinista del Regionale di Trenitalia, in servizio in Puglia. Roberta racconta come la sua storia d’amore con la professione sia nata per caso senza sapere come si sarebbe evoluta la sua vita. Un mestiere che si sente cucito addosso e che le appartiene come se fosse nata per farlo, a discapito dei pregiudizi, confermando che non esistono lavori non adatti alle donne, e di come all’inizio i colleghi più anziani facevano fatica a consegnarle le chiavi.

 

Secondo lei esistono davvero lavori da donna e lavori da uomini?

No, e credo di esserne l’esempio lampante. Sono abilitata come tutti i miei colleghi e ho acquisito competenze tecniche complesse, assumendomi la responsabilità di un treno e sapendo gestire anche le situazioni più difficili.

 

Com’è nata la voglia di diventare macchinista?

È una professione arrivata all’improvviso, ma mi si è cucita addosso. Dopo un percorso di formazione all’interno dell'azienda, ho capito quanto fosse complesso e affascinante il mondo ferroviario e me ne sono innamorata. Amo il mio lavoro, sento che mi appartiene come se fossi nata per fare questo.

 

Cosa ha provato la prima volta che ha guidato un treno?

Tantissima paura, ma allo stesso tempo una grande emozione. Dopo mesi di faticoso studio aspettavo quel momento con trepidazione. Ero nella locomotiva quando il mio maestro, il macchinista esperto che forma noi allievi, si è alzato dal posto di guida invitandomi a sedermi. Appena ho toccato le leve sul banco di guida, ho capito che era esattamente quello il posto in cui volevo essere.

 

Le è mai capitato di essere trattata diversamente in quanto donna?

Qualche volta, all'inizio. Quando ho iniziato a lavorare eravamo solo due, oggi siamo dieci colleghe. Mi è capitato di dover insistere per farmi consegnare le chiavi delle locomotive dai colleghi più “anziani”. Faticavano a credere che fossi il loro cambio alla guida. Col tempo le cose sono migliorate, c'è stato un forte ricambio generazionale e insieme alle mie colleghe macchiniste abbiamo dimostrato il nostro valore.

 

Qual è la cosa che ama maggiormente del suo lavoro?

È così pieno di sfaccettature che è complicato individuare qualcosa di specifico. Sicuramente mi piace avere tutto sotto controllo e saper gestire molte responsabilità: governare la macchina, fare in modo che funzioni nel modo giusto, risolvere i problemi. Ma la cosa che mi rende più soddisfatta e felice è vedere le persone rilassate sui treni che conduco. Amo anche vederle salutarsi e abbracciarsi appena scese dal treno. Sono fiera del mio lavoro e ogni cosa che faccio è speciale.

 Gruppo FS

 

E l’ostacolo più grande che ha dovuto affrontare?

È stato un percorso molto difficile. Tanti manuali, disposizioni, libri e nozioni da studiare, poi ho dovuto affrontare molti esami, sia teorici che pratici. Trenitalia ha standard molto alti di formazione, devi essere preparato a 360° per fare questo mestiere. Il periodo dedicato alla formazione teorica è stato uno dei più difficili della mia vita.

 

Ne è valsa la pena?

Assolutamente sì. Io, a 29 anni guido i treni nella mia Puglia: non dite che esistono lavori non adatti alle donne.

 

Che consiglio darebbe alle donne che vogliono provare un lavoro, uno sport o qualsiasi altra cosa da alcuni considerata ancora prettamente maschile?

Non lasciatevi spaventare dai preconcetti, non ascoltate chi vi sconsiglia di provarci o vi dice che non potete. Non esiste nulla che un uomo possa fare e una donna no. Tutti possiamo fare quello che desideriamo, con impegno e dedizione.

 

E ai suoi colleghi uomini, cosa vorrebbe dire?

Che ciascuno di noi è importante e che conta il gioco di squadra per offrire un servizio sempre migliore ai nostri passeggeri.

 

Una storia e una passione che rispecchiano l’impegno del Gruppo FS a promuovere un approccio organizzativo basato sulla comprensione, il rispetto e la valorizzazione delle differenze di ciascuna persona all’interno del Gruppo, in ottica di condivisione e ampliamento dei punti di vista nonché di sviluppo delle competenze, del talento e delle energie fisiche e intellettuali di ognuna di loro.