Le persone amano un luogo quando sentono la profondità delle proprie radici e nasce in loro il desiderio di farlo conoscere, ma anche di aprirlo agli altri, rendendolo in qualche modo patrimonio di tutti.

 

La famiglia Corazza ama il castello di Tabiano (PR), il suo borgo, le case coloniche e il meraviglioso paesaggio collinare sul quale si distende. In una terra meravigliosa, quella dell’Appennino emiliano, dove la storia, le eccellenze e soprattutto le persone sono un tratto esemplare dell’Italia che piace.

Era la fine del 1800 quando Giacomo Corazza, originario di Parma, e sua moglie Rosa si innamorarono di Tabiano e decisero che sarebbe stato il loro buen retiro, stabilendosi qui da Londra, dove dirigevano la fiorente attività imprenditoriale di Carlo Gatti, padre di Rosa, divenuto il re del commercio del ghiaccio.

Poi Carlo Corazza, figlio di Giacomo, sviluppò successivamente l’azienda agricola e la produzione casearia con uno spirito e una concretezza imprenditoriale non comune.

Oggi, come un tempo, i Corazza hanno ancora una volta seguito il loro istinto, trasformando l’antico feudo Pallavicino in un relais di charme.

«Un luogo dove gli ospiti possono scoprire i valori e le emozioni che la nostra famiglia ha sempre trovato qui», dice Anna Maria Corazza.

«Quello che un tempo era luogo di guerre e battaglie, al centro degli scontri tra i Visconti e i signori di Parma, oggi è un luogo che accoglie, che apre le proprie porte al mondo, offrendo bellezza e relax», aggiunge Carlo, fratello di Anna Maria, che ci accompagna in quella che si rivelerà una vera e propria immersione nel tempo e in ciò che il mondo ama dell’Italia: la capacità di consegnare alla contemporaneità il senso pieno dell’ospitalità.

Una famiglia internazionale quella dei Corazza: Anna Maria, deputata al Parlamento europeo e moglie dell’ex primo ministro svedese Carl Bildt, Carlo importante funzionario della Comunità europea, ma allo stesso tempo legato a Tabiano da un amore profondo.

«Siamo cresciuti qui, ricordo quando ero solo una bimba e la mattina andavo a prendere il latte fresco al caseificio per la prima colazione», racconta Anna Maria, mentre Carlo cita la bellezza di raccogliere la frutta dagli alberi per portarla direttamente in tavola.

Gesto che compie tutt’oggi. Perché non importa quale esperienza la vita ti ha concesso o quale ruolo si sia raggiunto, ciò che traspare chiacchierando con i Corazza è il senso della famiglia e dell’impegno necessario per proseguire ciò che è stato tramandato.

Il figlio di Carlo, Giacomo (la tradizione di famiglia vuole questi due nomi per i primogeniti maschi) si alza all’alba per aiutare a preparare le colazioni per gli ospiti del relais, sotto lo sguardo amorevole del nonno Giacomo, il professore, che a 91 anni ti guarda con occhi accesi e spiega l’emozione quotidiana di vivere la storia, tra ricordi vivissimi e tanto da insegnare.

«Tabiano è la nostra famiglia», sottolinea Anna Maria, «sono generazioni che lottiamo e lavoriamo per conservare e valorizzare il castello, il borgo e i casali, con amore e passione per queste vecchie pietre che sono patrimonio di tutti gli italiani. Ognuno ha il suo compito, ci confrontiamo, discutiamo ma siamo sempre consapevoli della responsabilità di questo patrimonio».

 

Dalle loro parole traspare con forza il senso di un luogo che li unisce nel lavoro e che, allo stesso tempo, diviene per chi vi soggiorna un luogo del cuore. E Tabiano è davvero un tesoro nascosto tutto da scoprire, dove si vive appieno il concetto di sentirsi a casa, dove calore non è un modo di dire, ma una sensazione vera.

Una sala del castello di Tabiano (PR)

 

«Il posto ideale per rilassarsi», dice Carlo. «Siamo a un’ora da Milano, a 400 metri d’altezza, dove la brezza rinfresca anche le calde giornate estive e dove realmente si può staccare la spina».

A breve saranno ultimate altre stanze di grande fascino al secondo piano del castello e sorgerà una nuova spa dalle cui vetrate saranno visibili le mura più antiche del complesso fortificato, recentemente venute alla luce.

Si può partecipare anche a visite guidate per approfondirne la storia e il ruolo che la struttura ha avuto nel passato.

«Era una fortezza militare a presidio delle miniere di sale che hanno fatto la fortuna dei Pallavicino. Tabiano fu anche al centro di un episodio interessante avvenuto durante l’assedio di Parma da parte di Federico II, il cui alleato principale e comandante era Uberto il Grande, signore di Tabiano», spiega Carlo Corazza. «Si racconta che Federico II, dopo lunghe battute di caccia con il falcone sulle rive del fiume, venisse spesso a dormire nel castello».

Delizioso il cortile interno dove viene servita la prima colazione, arredato con tavoli e sedie in ferro battuto di colore azzurro, un angolo dove il tempo riacquista valore e la frutta servita è quella delle piante di proprietà. Ottimo il succo di prugne.

Il capitolo gastronomico è di livello, grazie al ristorante del Relais realizzato nell’antico caseificio, la cui cucina è guidata dalla mano esperta e concreta dello chef Maurizio Morini.

Una cucina del territorio che si esprime con eleganza e sostanza nell’utilizzo dei prodotti dell’orto, del frutteto e dei produttori a chilometro zero.

Tra i piatti identitari, spaghetti alla chitarra con prosciutto crudo croccante, faraona arrosto, entrecôte di manzo affumicata.

Grazie all’hotel di charme diffuso Antico Borgo di Tabiano Castello, questo fazzoletto di terra emiliana è divenuta una sorta di “nuova Toscana”, una campagna italiana dolce e ricca di meraviglie che gli stranieri in particolare amano profondamente.

Al castello gli ospiti giungono dall’Australia, dalla Nuova Zelanda e dagli Stati Uniti, oltre che dall’Europa.

 

Uno sforzo imprenditoriale, quello dei Corazza, che genera economia territoriale e fa bene al turismo italiano.