In cover Kobra, Malala Yousafzai
Roma città della street art, a cielo aperto e indoor. A ottobre, la Capitale lo conferma con due nuovi progetti, entrambi ambientati nel quartiere di Portonaccio, presso lo storico stabile delle arti al civico 3 di via Arimondi. La sede di Arimondi Circle, associazione di innovazione sociale e welfare di comunità, si prepara infatti a ospitare una mostra di street artist internazionali le cui opere, per la prima volta, si potranno ammirare insieme, a confronto.
Tra gli artisti invitati, in collaborazione con la galleria italo-inglese Dorothy Circus di Alexandra Mazzanti, compaiono Millo (Italia), Miss Van (Francia), Hyuro (Spagna), Saner (Messico), Erik Jones (USA), Kobra (Brasile), Ron English (USA), Blic (Filippine), Messy Desk (Hong Kong), Ahoy (Australia) e Seth (Francia). L’interesse di questo progetto si estende a un’ulteriore riflessione, quella cioè del contributo determinante del post-graffiti/street art al rinnovamento della pittura e della scultura contemporanea. D’altronde gli stessi street artist, nel corso di breve tempo, hanno esteso la loro ricerca dalle strade alle superfici delle tele e questa recente estensione sarà documentata nella mostra di Portonaccio, non a caso intitolata Outside/In. Street artist internazionali, dal muro alla tela, dal 30 ottobre al 20 febbraio 2021.
A molti di loro non vanno riconosciute soltanto immediatezza, vivacità e freschezza concettuale, ma anche un innegabile buongusto di cui altri versanti dell’arte contemporanea, anche in questi tempi recentissimi, appaiono orfani. Sempre il 30 ottobre, al civico 5 di via Arimondi, sarà l’occasione per presentare la prima tappa di One City, un progetto di sensibilizzazione sociale e rigenerazione urbana attraverso il linguaggio della street art. Per saperne di più, abbiamo intervistato l’avvocato Luisa Melara, presidente di Arimondi Circle.
Seth, Habent Sua Fata Libelli
Perché tra tutti i linguaggi artistici ha scelto proprio la street art?
Perché ritengo che sia una forma d’arte straordinariamente inclusiva e con una dirompente carica pedagogica per l’individuo, per le comunità e per chi ci governa. La street art consente di visualizzare, su un piano di concretezza e immediatezza, i valori laici della democrazia, dello stato di diritto e delle libertà. E ci ricorda di non dimenticare. Questo perché la filosofia di quest’arte si è affermata nel tempo come nuova forma di attivismo per i diritti civili, come invito partecipativo alla riflessione comunitaria, come atto di sprone per il risveglio delle coscienze, come forma di protesta per non restare in silenzio, come strumento di riprogettazione e di rigenerazione urbana. Insomma, la street art è un linguaggio che può e deve essere valorizzato per la crescita culturale e civile di un Paese.
Come nasce One City e cosa significa il titolo di questa iniziativa?
L’ho scelto perché l’obiettivo è quello di comunicare, attraverso l’arte contemporanea, l’unione nelle diversità di una metropoli e delle molteplici comunità che la popolano e la arricchiscono. Dalla periferia al centro e dal centro alla periferia, il progetto prevede il coinvolgimento di tutti i municipi di Roma che, spero, possano accoglierlo e riconoscersi nei valori universali e senza tempo che intende veicolare.
Entriamo nel vivo del progetto: come si articola?
L’idea è quella di partire dai valori identitari del bonus civis descritti da Cicerone (dignitas, auctoritas, urbanitas, humanitas, clementia, pax, abstinentia, aequitas, consilium, costantia, gravitas, decorum, ecc.) e collegarli alla nostra Costituzione, dai padri costituenti a oggi. A ogni municipio vengono attribuiti due di questi valori, a cui si ispirerà lo street artist scelto per intervenire con un suo murales nel territorio, in accordo con le amministrazioni locali. Grazie alla partnership con l’Associazione nazionale presidi (ANP), ogni fase realizzativa del progetto prevede inoltre il coinvolgimento delle scuole locali, con un laboratorio sui valori del bonus civis e sui valori laici della democrazia, dello stato di diritto e delle libertà, con un focus sul confronto con la nostra Carta costituzionale. Alla sessione formativa con gli studenti collaborerà il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma che, di volta in volta, selezionerà un giurista, dal mondo dell’avvocatura, della magistratura o da quello accademico, per condurre una lectio magistralis ispirata ai valori del bonus civis assegnati.
Messy Desk, Cloudy Wonderland
E alla conclusione di questo ambizioso progetto?
Le opere di street art realizzate andranno a collegare e unire idealmente i 15 municipi romani e i loro abitanti, all’insegna di principi sempre attuali e centrali. Ripercorrendo l’itinerario di questi interventi, i cittadini, ma anche i turisti, avranno l’opportunità di conoscere Roma, attraverso i linguaggi inclusivi della street art: una prospettiva inedita per coinvolgere le comunità a partire dai più giovani.
Cosa troveremo sul primo murales che sarà presentato il 30 ottobre sulla facciata di via Arimondi 5?
L’opera inaugurale è dedicata alla memoria di Ebru Timtik (Istanbul, 1978-2020), l’avvocato e attivista turca per i diritti umani morta a fine agosto in sciopero della fame per la giustizia: chiedeva infatti un processo equo, dopo essere stata condannata a 13 anni di carcere con l’accusa di terrorismo. In questo caso, i valori da bonus civis assegnati al territorio di Portonaccio e del IV municipio saranno humanitas, abstinentia, costantia e aequitas, perché sono quelli incarnati dalla testimonianza di vita e dall’impegno civile e professionale della Timtik.
Questa prima fase del progetto, quindi, è tutta al femminile?
Sì, mi piace questa inversione di tendenza con quattro donne protagoniste: oltre a me come committente, una nota street artist italiana e un’illustre giurista. E, naturalmente, anche Ebru Timtik, alla cui memoria è dedicato questo primo intervento artistico.
Articolo tratto da La Freccia