In cover, Martin Kollar, Untitled (2019), dal progetto Long stroll: all roads lead to Rome

Cinque fotografi immortalano e presentano la Capitale attraverso il loro sguardo artistico, inoltrandosi oltre il visibile e l’evidente. Roma – che ha festeggiato i suoi 2.774 anni di storia lo scorso 21 aprile – è tante metropoli in una. La si ama e la si odia senza compromessi, come se fosse le due facce di un unico sentimento. Un connubio di luce materica, quella con cui si veste tutto l’anno, ma anche di quel buio profondo di certe sue periferie.

 

Eloquenti le circa 130 immagini dei cinque autori internazionali selezionati dal curatore Francesco Zizola per la mostra Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la collezione Roma, al Mattatoio (ex Macro Testaccio) fino al 16 maggio (salvo slittamenti suscettibili dovuti alle misure per contrastare il Covid-19), nell’ambito delle residenze d’artista 2019 e le cui opere andranno a implementare l’Archivio fotografico del museo capitolino.

Foto in bianco e nero che ritrae un ragazzo in strada

 Tommaso Protti, Untitled (2019)

Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon e Tommaso Protti propongono la Capitale attraverso una cronaca iconografica varia e multiforme in cui l’eredità sassosa e archeologica dell’Impero romano si mischia al caos dei graffiti sui muri dell’hinterland.

 

Memorie, desideri e linguaggi diversi – per citare Italo Calvino – di una stessa caleidoscopica città coesistono, si intrecciano, si guardano in cagnesco pur sapendo che sono tasselli dello stesso immenso centro urbano, che cambia volto, luce e odori da un quartiere all’altro.

 

Kander, Majoli, Moon e Protti elaborano con realismo documentale l’oggi, o presentano volti antichi riemersi da secolari anamnesi. Kollar, invece, ha raggiunto Roma a piedi partendo da Bratislava e percorrendo le antiche vie imperiali. Ne è nato un diario visivo con 42 scatti, uno per ogni giorno di cammino.

Articolo tratto da La Freccia