Le annate 1995 e 1997 e oggi la 2001 sono quelle che hanno meritato di rappresentare l’eccellenza di Cantine Ferrari Trento con “Collezione”. La cucina dello chef Andrea Berton ha firmato gli abbinamenti con una cena a Milano.
“Abbiamo custodito queste bottiglie per quasi vent’anni nel buio e silenzio delle nostre cantine” con queste parole Matteo Lunelli annuncia il Giulio Ferrari Collezione 2001. Simbolo della ricerca estrema della qualità di cantine Ferrari, un vino che vince la sfida con il tempo. Complesso ma fine, elegante e con freschezza, un qualcosa che è il risultato del Trentino e della sua agricoltura di montagna.
Sono 2001 le bottiglie prodotte, così come furono 1995 e 1997 nelle altre due annate, una scelta simbolica riservata solo alla serie “Collezione” che prevede anche una speciale tessera che fa diventare gli appassionati possessori, membri di uno speciale club firmato Ferrari Trento.
Camilla, Matteo, Alessandro e Marcello Lunelli, hanno scelto lo chef Andrea Berton, e il suo ristorante milanese, per abbinare ad un grande vino, un altrettanto elevata cucina.
“Amouse bouche” tra cui un elegante “cono di alga noir, panna acida e salmone marinato”, accompagnano il Ferrari Maximum Blanc de Blanc.
A seguire “Gamberi rossi di Sicilia crudi e cotti, amaranto croccante, e sorbetto alla barbabietola”, in abbinamento a Ferrari Perlè Bianco Riserva 2012.
Parola quindi a Matteo Lunelli che ha descritto “Maso Pianizza”, il vigneto alle pendici dei monti del Trentino, baciato di giorno dal sole Mediterraneo che dona maturazione aromatica e caratterizzato di notte da una notevole escursione termica con abbassamento di temperatura che consente alle uve di avere acidità bilanciata.
“In quell’annata le escursioni termiche sono state particolarmente importanti - sottolinea Matteo - e rappresentano per noi la chiave per raggiungere questa grande longevità e portare avanti l’intuizione di Giulio Ferrari e raccontare una storia ultracentenaria, rilanciando una sfida lanciata oltre un secolo fa, con invecchiamenti portati all’estremo. Mauro Lunelli - racconta Matteo - ispirandosi a ciò che vide in Champagne, portò sul mercato vini con sette, otto anni di affinamento sui lieviti, svolgendo un’azione pionieristica, perché all’epoca tutti pensavano a bollicine giovani”.
Un percorso che ha portato a osare, fino al Giulio Ferrari Collezione 2001, che nei calici, ha espresso tutta la sua forza, il suo carattere, la sua eleganza.
In abbinamento piatti di medesimo carattere e “spinti” al punto giusto “Tortelli di gallina e bordo di funghi” e “Sogliola arrosto, crescione e daikon” perfetti accompagnatori della complessità del vino: frutto vivo, note saline e freschezza intensa.
Ascolta l'intervista a Andrea Berton
Ascolta l'intervista a Matteo Lunelli
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