Originario della Basilicata, famiglia di vignaioli, sua mamma è una Paternoster.

Si può dire che il contesto in cui è cresciuto Fabio Mecca sia stato coerente con la laurea in enologia a Conegliano Veneto e l’avvio di una carriera che oggi lo vede tra i più importanti enologi italiani.

 

Enologo della cantina Paternoster, di proprietà della famiglia Tommasi, Mecca è inoltre consulente di realtà di spicco nel panorama vinicolo italiano con particolare attenzione al suo territorio, l’Italia del centro sud, dalla Toscana alla Calabria, dalla Basilicata alla Puglia. Luoghi dove ha creato vini come il Gratena Nero di Fattoria di Gratena in Toscana, Vigna del Vulcano di Villa Dora, Nero di Troia di Decanto e Kalipso di Cantine Val di Neto, per citarne alcuni di ottima coerenza stilistica e impronta caratteriale. Fabio Mecca ricopre anche un ruolo associativo importante, quale consigliere Assoenologia per Puglia, Basilicata e Calabria e delegato della Basilicata

Oggi il mestiere di enologo è cambiato rispetto al passato?

Diciamo che la nostra professione si è evoluta e siamo passati ad avere la forza e l’autorevolezza di una presenza completa in azienda. In molti hanno compreso che la nostra attività ha un ruolo molto più ampio che aggiungere solfiti.

 

Numerose ragazze e ragazzi oggi decidono di laurearsi in enologia, è un percorso che suggerisci?

La mia esperienza di studio è stata intensa e gratificante, tutto era piacere, scoperta, passione, mai fatto fatica, dal primo girono del mio percorso didattico a Conegliano Veneto, fino all’ultimo esame.

 

Hai un tuo stile, una tua impronta che troviamo nei vini che realizzi?

Sì, esiste lo stile dell’enologo, quindi anche uno stile Mecca. Come negli sport dove ciascun protagonista ha il proprio approccio. Sono molto soddisfatto dal fatto che il mio stile sia stato riconosciuto in numerose occasioni e da persone molto preparate. Ciò che hanno maggiormente notato nel mio lavoro, è la grandissima pulizia e il profondo rispetto per il terroir che con questo approccio possiamo riconoscere nel vino.

Qual è il momento di maggior concentrazione nel tuo lavoro?

La vendemmia, senz’altro, dove troviamo molteplici aspetti da considerare e numerosi parametri da monitorare. Nel passato il controllo dello zucchero, dell’acidità e del PH, erano sufficienti, oggi valutiamo i polifenoli totali, i polifenoli estraibili, la presenza di glucosio, una serie di altri elementi che consentono una perfetta maturazione delle uve.

 

La soddisfazione più bella?

Quando i produttori dei vini che hai creato, vogliono condividere i successi sul mercato. Ti arriva un messaggio o una chiamata e capisci che ciò che hai realizzato piace e molto, che hai lavorato bene. E si va avanti con la prossima annata.

Ecco cinque vini realizzati da Fabio Mecca, al quale abbiamo chiesto un breve commento:

 

Don Anselmo / Paternoster

È il vino del cuore, al quale devo tutto, è il vino che deve essere sempre all'altezza di rappresentare l’espressione unica del vitigno.

 

Taurasi Docg Cientanni Vigna Villae

È un vino importante, progettato nel tempo, al titolare dell'azienda, Tommaso Piscopo, quando ne parlammo si riempirono gli occhi di lacrime. Fu lì che compresi il valore emotivo che quel vino aveva.

Chianti Docg Riserva 2017 Fattoria di Gratena

È la nuova Docg nata in Toscana, ha grandi ambizioni, Fabio De Ambrogi, titolare della cantina, un progetto di piccole dimensioni, ma vincente. Solo 7000 bottiglie che sono già sulle tavole di tutto il mondo.

 

Passito di Saracena Feudo dei Sanseverino

Mi affascina il metodo di preparazione, un metodo antico, ancestrale, dove il mosto viene bollito per ore, poi parte una lenta fermentazione che dura per mesi rendendo questo vino affascinante ed emozionante.

 

Unus Nero di Troia Decanto

Il Nero di Troia è l'alfiere dell’enologia Pugliese, progetto entusiasmante in quanto il vigneto si trova nel cuore del comune di Troia. Un vigneto antico, a grappolo spargolo, ne nasce un grande vino.

Ascolta l'intervista a Fabio Mecca