È stato un maestro che ha messo la fantasia al primo posto. Ed è riuscito, con poesie, filastrocche e scritti, a fare muovere l’immaginazione dei bambini, a fare loro pensare che un mondo diverso è possibile.
Oggi sono 40 anni che Gianni Rodari non c’è più, mentre qualche giorno fa (il 6 aprile) cadeva il mezzo secolo dalla vittoria del prestigioso Premio Andersen Internazionale, riconoscimento da primato: a oggi è stato l’unico italiano a vincerlo grazie alla capacità di descrivere la realtà con geniale semplicità, avvicinando i giovanissimi alla letteratura e invogliandoli alla lettura.
Fra qualche mese, il 23 ottobre, saranno anche i 100 anni dalla nascita dello scrittore piemontese papà di Giovannino Perdigiorno. Quando il coronavirus (si spera) sarà arginato, tanti eventi sono in fieri per i festeggiamenti del centenario, tutti visibili su un sito creato ad hoc. Tra questi, dal 1 giugno al 31 luglio, al Parco della Fontana (ribattezzato Parco della Fantasia) di Omegna, il paese natale di Rodari, c’è la mostra Gelsomino nel paese dei bugiardi, con disegni dei bambini ispirati al celebre romanzo per ragazzi.
Nel frattempo, per ricordare l’intellettuale a misura di bambino, si possono ascoltare le poesie lette da Stefano Accorsi dal suo profilo Instagram. Perché anche se non c’è più Rodari la fantasia e la meraviglia continuano a vivere, adattandosi alle forme di comunicazioni attuali e ai social.
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