Photo © ryo_k12/AdobeStock

Febbraio si spacca in due, e traccia il confine tra Carnevale e Quaresima. Due estremi, come sono allegria e contrizione, giorno e notte… yin e yang. Ecco, tutta la nostra vita sembra ruotare intorno a queste opposte polarità e dipanarsi per giorni, mesi, anni tra cime e abissi, trovando periodica quiete nelle pieghe che l’esistenza ci offre tra il bianco e il nero assoluti. È in queste pieghe che scopriamo le proprietà benefiche e rilassanti della medietas, di un distanziamento, anche psicologico, dagli estremi.

 

Ebbene questo percorso naturale è stato stravolto dalla pandemia, immersi come siamo da ormai un anno in un clima di persistente pesantezza, di lutti e sofferenze che ci inducono nell’insana tentazione della rimozione, non trovando più adeguato rifugio neppure nelle nostre comfort zone, come la routine lavorativa, la vita famigliare, gli hobby e le passioni della domenica, contaminate anche loro da un’aura e un’inquietudine oppressive.

Siamo confusi, smarriti, ma non dobbiamo smettere di essere ottimisti. Ottimisti e razionali. Ottimisti e realisti. La Freccia di questo mese non può suggerirvi nessun tradizionale appuntamento in maschera, tutti rimandati all’autunno, fuori dalla loro stagione. Resiste però il 14 febbraio, San Valentino, la festa degli innamorati. Per questo a febbraio vogliamo parlarvi soprattutto d’amore.

 

Quello sacro, potente, «che move il sole e l’altre stelle»; quello leggero, pop, dei cartoon; quello cortese o passionale; quello che, duri una vita o poche ore, «a nullo amato amar perdona». Perché le polarità, in amore, possono diventare anche complementari. Perché è l’amore il vero e unico motore della vita, dove yin e yang si abbracciano, si avvinghiano e diventano una cosa sola. Perché l’amore può condensare gli opposti, farli convivere, pur non riuscendo a conciliarli: «Odi et amo», come recita l’incipit di un famosissimo Carme del poeta latino Catullo. Insomma, perché l’amore fa miracoli.

Con questa rivista non possiamo ambire a tanto, ma vogliamo almeno farvi viaggiare, incontrare coppie innamorate, persone e luoghi stimolanti; suscitarvi emozioni e smuovere la vostra curiosità, nell’attesa di ritrovarci insieme a bordo di una delle nostre Frecce, e accompagnarvi di nuovo a mordere la vita. Lontani dal livido grigiore di giorni che dovranno, prima o poi, diventare un ricordo.

 

Un ricordo ricco, però, di preziosi ammonimenti. Facciamo quindi tutto quanto è nelle nostre possibilità e nel nostro dovere perché questo accada. Non c’è bisogno di essere – o mascherarsi da – Superman, anche se tutti noi vorremmo chiudere gli occhi, trovarci abbracciati al nostro supereroe o alla nostra Lois Lane e volare via, leggeri. Riaprirli, e «riveder le stelle». In un cielo finalmente libero da nubi.

Articolo tratto da La Freccia