Lo è da anni, ma mai come in questi ultimi mesi, non disgiunta dalle considerazioni e dalle più o meno sincere prese di coscienza mosse dalla pandemia, l’attenzione alla sostenibilità economica, sociale e ambientale di ogni comportamento individuale e collettivo sembra essere tornata a occupare un posto di rilievo nell’agenda di governi e partiti politici.

 

L’arrivo di un nuovo inquilino alla Casa Bianca, il piano per la ripresa Next Generation EU e persino il nome di alcuni dicasteri del nuovo esecutivo italiano sono segnali di un possibile cambio di passo nelle scelte di politica energetica, industriale, sociale. Nonché negli stili di vita individuali e nella sensibilità pubblica, alle quali dovrà prestare sempre più attenzione anche quella politica, troppo spesso occupata a guadagnarsi un facile quanto effimero consenso cavalcando umori e bisogni contingenti.

Serve innanzitutto vincere quei latenti egoismi generazionali che si concentrano sull’oggi e sul domani perdendo di vista il dopodomani. E rischiano di farci dimenticare il sano ammonimento che dovrebbe guidare ogni nostra azione, traducendola nell’impegno di lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. O, almeno, non peggiore.

 

Serve coraggio, per compiere scelte che possono non ripagare in termini di successi o consensi immediati, ma sanno guardare lontano. Il Gruppo FS Italiane con tutte le sue società ha incardinato sul principio della sostenibilità nella sua triplice accezione la propria strategia di sviluppo, che o è sostenibile, o sviluppo non è.

Infrastrutture resilienti ai cambiamenti climatici, ricerca continua di una maggiore efficienza energetica e idrica nelle stazioni come negli impianti di manutenzione, utilizzo sempre maggiore di fonti energetiche rinnovabili, elettrificazione di nuove linee, sperimentazioni sulla trazione a idrogeno.

 

Saldi principi etici tradotti in norme e policy rigorose contro corruzione e pratiche di mala gestione, poi una rinnovata sensibilità all’inclusione e alle pari opportunità, al tessuto sociale in cui l’azienda opera con politiche di attenzione alle emergenze e di sostegno al terzo settore, ponendo sempre la persona al centro. Ossia gli stakeholder di oggi, ma anche quelli di domani, e di dopodomani. Perché il futuro della Terra, non dobbiamo mai scordarlo, è nelle nostre mani. In quelle di tutti noi.

Articolo tratto da La Freccia