In cover, Gianmarco Saurino e Giancarlo Commare

«Gianmarco era uno degli attori con cui avremmo voluto lavorare fin da subito: dopo il provino, infatti, io e Alessandro (Guida, ndr) non abbiamo visto nessun’altro. Non sapevamo se avrebbe deciso di prendere parte a un film indipendente che non aveva ancora una distribuzione. Invece, ha accettato subito ed è stato un grandissimo privilegio perché è uno degli attori italiani in ascesa, anche grazie alla fortunata serie Doc - Nelle tue mani». Con queste parole, il regista Matteo Pilati racconta la scelta del talentuoso Gianmarco Saurino coprotagonista dell’opera prima Maschile singolare, diretto insieme ad Alessandro Guida, su Amazon Prime Video dal 4 giugno.

 

Il lungometraggio racconta la storia di Antonio, costretto a mettere in discussione le proprie certezze dopo la fine della relazione con un uomo da cui dipendeva psicologicamente ed economicamente. A fargli riacquistare fiducia in se stesso è il lavoro come apprendista nel forno di Luca, che ha il volto di Saurino. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre sta girando in Francia, a Chamonix, la pellicola internazionale Summit Fever, diretta da Julian Gilbey, dove interpreta un alpinista italiano all’interno di una spedizione.

 

In Maschile singolare, quindi, sei stato la prima e unica scelta per il tuo ruolo.

Sono molto contento. Evidentemente avevano un’idea molto precisa del personaggio. Anche se poi è andata via via cambiando e questa è stata la cosa più interessante.

Cioè?

Il carattere di Luca ha preso una piega diversa dall’idea iniziale di maschio alfa che non deve chiedere mai. Col tempo, come spesso mi capita nei lavori che interpreto, gli abbiamo donato una sorta di fragilità, delle piccole cicatrici capaci di avvicinarlo al pubblico. È più facile immedesimarsi in chi soffre piuttosto che in un supereroe, spesso poco affascinante. Sono molto più interessanti i cattivi che vivono un dramma e, per questo, diventano più simili a noi.

 

Quindi non accetteresti di vestire i panni di un eroe in un cinecomic Marvel o DC?

In realtà lo farei domattina, non vedrei l’ora (ride, ndr). Dico solo che, da spettatore, mi piacciono i personaggi con un vuoto da colmare. Credo che, anche se non è raccontato esplicitamente, si noti l’affezione di Luca nei confronti di Antonio, il protagonista, con tutto quello che ne consegue.

 

Il tuo primo ruolo al cinema è in una pellicola indipendente. Perché hai accettato?

Mi piaceva il progetto. Anche se è stata una follia perché due terzi del film li ho girati lavorando in contemporanea per la serie di Rai1 Doc - Nelle tue mani. Le mie scene da fornaio in Maschile singolare erano di notte, mentre la serie andava avanti di mattina. Quindi le occhiaie che si vedono non sono frutto di trucco e parrucco. Ma ho accettato perché ho visto l’amore che i registi, Matteo e Alessandro, hanno messo nella sceneggiatura (scritta con Giuseppe Paternò Raddusa, ndr). E poi perché, negli ultimi anni, ho preso parte a produzioni con ritmi industriali mentre questa pellicola mi dava l’idea di un progetto artigianale capace di affascinarmi.

Soddisfatto del risultato?

Credo che la mia recitazione sia in linea con la pellicola: onesta, leggera, semplice. Lo trovo veramente un bel lavoro, ma non perché ne faccio parte. È scorrevole e parla di cose che abbiamo vissuto tutti, come la chiusura di una storia lunga che capovolge la vita. Poco importa se l’amore è tra due uomini, due donne o tra un uomo e una donna.

 

A questo proposito, il film esce nel mese generalmente dedicato ai Pride. Un tempo, interpretare un personaggio gay era una scelta coraggiosa. Oggi?

Non saprei, avrei accettato anche anni fa, non la vedo come una scelta coraggiosa. Del resto, stiamo semplicemente raccontando una storia d’amore.

 

Al ritorno dalle Alpi francesi che farai?

La seconda serie di Doc e poi vedremo. Prima di chiudere l’intervista, posso dirti una cosa?

 

Certo.

Per me è un sogno stare sulla Freccia: mio papà è un ferroviere in pensione. E non appena uscirà l’articolo sarà il primo a cui lo farò leggere.

Articolo tratto da La Freccia