In cover, Filippo Tortu © Chiara Montesano. All'interno photo Sprint Academy

«Quando corro è importante avere tutti i muscoli rilassati. La stessa cosa la provo quando viaggio sul Frecciarossa, perché riesco a riposarmi e a dormire durante tutto il viaggio». Filippo Tortu, il velocista azzurro che nel 2018 a Madrid, con un tempo di 9”99, è diventato il primo atleta italiano a scendere sotto i dieci secondi, paragona la sensazione che ha quando sale in treno a quella che prova correndo.

 

Dopo 39 anni, è riuscito a migliorare il record dell’indimenticato Pietro Mennea, quel 10”01 realizzato a Città del Messico. Ora l’atleta delle Fiamme Gialle, 23 anni, alto un metro e 87 per 77 chilogrammi, allenato dal papà Salvino, ex velocista, si sta preparando per le sue prime Olimpiadi.

Il 2021, per lo sprinter azzurro, è partito in salita. Da gennaio a fine giugno si è cimentato tre volte nella disciplina più veloce dell’atletica, stabilendo dei tempi non all’altezza delle sue aspettative: 10”18 a Rieti il 22 maggio, 10”30 a Ginevra il 12 giugno, dove ha dichiarato a un quotidiano sportivo: «Ho fatto schifo, ma risorgerò». Anche a Madrid, una settimana dopo, complice un vento non troppo favorevole, le cose non sono andate come avrebbe voluto perché il cronometro non è sceso sotto i 10”27.

 

Ma è proprio quando si arriva a un evento non da favoriti che gli atleti azzurri riescono a dare il meglio di loro stessi, a riprendersi raggiungendo risultati inaspettati, ed è quello che auguriamo a Filippo, che ci ha raccontato come si sta preparando e quali sono le sue aspettative per questi Giochi.

Filippo Tortu

Filippo, ti sei dato un obiettivo da raggiungere?

A Tokyo mi impegnerò per correre due finali, una nei 100 metri e l’altra nella staffetta maschile 4x100. Sarà molto dura, ma andiamo lì per quello.

 

I tuoi avversari?

Sono veramente tanti. Uno su tutti l’americano Trayvon Bromell, con un personale di 9”77, e il canadese Andre De Grasse con 9”90, due atleti molto veloci.

 

Marcell Jacobs, l’altro sprinter italiano sceso sotto i dieci secondi nei 100 metri, è un rivale o uno stimolo?

È un concorrente in pista, ma gareggiare con lui è anche un grande stimolo. È bello averlo in squadra, siamo molto amici. Con Marcell ti viene voglia di dare di più anche in allenamento.

A cosa pensi in quei dieci secondi della gara?

A nulla. In quei momenti più pensi e più rallenti. Tutto dev’essere automatico. Devi aver provato le cose talmente tante volte che durante la competizione ogni gesto che fai viene spontaneo.

 

Il Covid-19, purtroppo, ha ridimensionato questi Giochi.

Saranno delle Olimpiadi sicuramente diverse dalle altre, con pochissimo pubblico, ma era comunque importante disputarle.

 

Anche tu sei stato vittima della pandemia.

Sì, sono stato contagiato a inizio gennaio, anche se per fortuna non in maniera pesantissima. L’ho comunque accusato e infatti, a causa di questo virus, ho deciso di non preparami per i 200 metri.

Filippo Tortu

Quali gare seguirai oltre al tuo sport?

Oltre all’atletica, mi piacciono il calcio e il basket. Spero che la Nazionale di pallacanestro si qualifichi per le Olimpiadi, avrà tutto il mio supporto. Seguirò anche Simona Quadarella per il nuoto e la ginnastica ritmica con le Farfalle azzurre.

 

Il libro che metti in valigia?

Muhammad Ali. Un uomo decisivo per uomini decisivi (Bur Rizzoli, pp. 362 €13, ndr) di Elena Catozzi e Federico Buffa. Un modo per ripercorrere la vita e i successi sportivi di un grande atleta, alla vigilia di queste Olimpiadi.

 

Sul tuo profilo instagram hai scritto: «Corro contro il tempo per battere me stesso». Cosa vuol dire?

Nell’atletica la prima gara è con te stesso prima che con gli avversari. Il mio obiettivo principale è battere il mio miglior tempo. Mi piacerebbe chiudere la carriera con un personale nei 100 metri migliore di quello del mio idolo, il velocista francese Christophe Lemaitre (il primo atleta bianco a scendere sotto i dieci secondi nei 100 metri, ndr).

Com’è iniziata la passione per questo sport?

Grazie alla mia famiglia, mio padre e mio fratello praticavano atletica. Poi un giorno ho rivisto la gara di Livio Berruti, oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma del 1960, e da quel momento non ho avuto più dubbi.

 

FS Italiane ha dedicato il primo Frecciarossa 1000 a Pietro Mennea, cosa ti evoca questo nome?

Oltre a Livio Berruti, Mennea è stato il mio grande idolo da quando ero bambino. È sempre bello prendere il Frecciarossa 1000. Di solito lo uso per andare a Roma e da lì proseguo per il Centro di preparazione olimpica di Formia dove mi alleno, lo stesso dove si preparava Pietro.

Articolo tratto da La Freccia

Si scrive Tokyo 2020, si legge 2021. Il più grande evento sportivo al mondo, a causa della pandemia, è stato posticipato di un anno, ma non rinominato. Finora le Olimpiadi non erano mai state rinviate, ma cancellate a causa delle due guerre mondiali. Venerdì 23 luglio, in Giappone, iniziano i Giochi olimpici, ridimensionati a causa del Covid-19, per concludersi l’8 agosto. Dopo 13 anni di assenza tornano baseball e softball, mentre i nuovi sport voluti dal Comitato olimpico internazionale sono karate, surf, arrampicata e skateboard. A seguire le Paralimpiadi, dal 24 agosto al 5 settembre.