Facilitare il trasporto delle merci su ferrovia attraverso un accordo fra grande industria e operatori della logistica, che favorisca l'aumento dei volumi trasportati su ferro e la realizzazione dello shift modale fortemente caldeggiato dalla UE. E’ quanto emerso durante la presentazione del primo Rapporto sul trasporto ferroviario delle merci italiano, promosso dall’associazione Fermerci e realizzato in collaborazione con Isfort.
Il Rapporto su trasporto merci su ferrovia offre alcuni spunti di riflessione utili per il futuro dell'intero settore, in base a numeri che hanno caratterizzato questo primo ventennio del secolo. Dal rapporto emerge che, dopo il crollo dei volumi registrato dopo la crisi del 2008, il settore ha vissuto una ripresa a partire dal 2015, arrestatasi a causa dalla pandemia. Tuttavia, nell'ultimo anno c'è stato un nuovo aumento dei volumi di traffico in termini di treni/Km del 12% frenato dall'aumento dei costi dell'energia e dalle tensioni geopolitiche.
Il ferrobonus e il marebonus dovranno essere "due utili e necessari strumenti di transizione – ha detto il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, intervenuto al convengo. "L'investimento ferroviario - ha spiegato -sarà importante per il futuro della portualità italiana e dell'economia del nostro Paese. Abbiamo però bisogno di sburocratizzare e velocizzare le procedure e mettere in chiaro le criticità esistenti".
Gianpiero Strisciuglio, AD di Mercitalia Logistics al Convegno organizzato da Fermerci
La stabilità del traffico ferroviario - emerge dal Rapporto - è nettamente in controtendenza rispetto alla grave caduta della produzione industriale nazionale (da cui dipende direttamente la domanda di trasporto) e le dinamiche del sistema ferroviario nazionale sono sostanzialmente coerenti con quelle dei principali competitor europei ed in alcuni casi addirittura migliori. Questo dimostra che le misure di sostegno diretto al trasporto ferroviario varate dall'Unione Europea ed attuate dal Governo nazionale e dalle Regioni, funzionano e hanno avuto un ruolo determinante per scongiurare il crollo del trasporto ferroviario che si stava registrando nella prima decade del secolo in corso.
Addetti e Infrastrutture hanno invece avuto il merito di sostenere materialmente la tenuta complessiva del vettore ferroviario. Nonostante questo, sono due asset che presentano criticità, nel primo caso la carenza di macchinisti, nel secondo le fisiologiche interruzioni che, per permettere i lavori e l'efficientamento della rete ferroviaria, rallentano il traffico. “I numeri del Rapporto Isfort ci dicono che possiamo fare di più, ma la risposta alla situazione attuale del trasporto merci è sicuramente l’intermodalità – dice Gianpiero Strisciuglio, AD Mercitalia Logistics - la collaborazione tra i vari segmenti di trasporto a seconda delle distanze. Esiste un primo e ultimo miglio in cui è più competitiva la gomma, esistono le lunghe percorrenze in cui è più competitivo il treno. Andare incontro alle esigenze con nuovi servizi può aiutare ad incentivare la scelta del ferro”.
"Dobbiamo favorire il trasporto merci alla grande industria che ancora oggi utilizza per la gran parte il trasporto su gomma. Per questo proponiamo un Patto tra le imprese di settore e la grade industria", spiega il presidente di Fermerci, Clemente Carta, convinto che sia necessario uno sforzo dell'intero sistema logistico nazionale, con il sostegno delle industrie clienti, a partire dalle grandi imprese di Stato e che, oltre i sostegni già noti e previsti, occorra in tutti i modi favorire l'accesso della merce al treno.
2,5 miliardi di euro per consolidare il ruolo di operatore di sistema
16 maggio 2022