Quasi 13 miliardi e mezzo di investimenti e il 2024 come traguardo per un deciso cambio di passo e un potenziamento dei collegamenti del sistema portuale di Genova e di tutta la Liguria con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa.
Il Gruppo FS Italiane, attraverso Rete Ferroviaria Italiana, è in prima linea per raggiungere questo importante obiettivo che permetterà di migliorare la mobilità ligure e avvicinare Genova e il Mediterraneo a Rotterdam e al Mare del Nord. Il completamento del Progetto Unico, infatti, consentirà da un lato di snellire i flussi dei treni regionali e a lunga percorrenza nell’area di Genova e, dall’altro, di collegare il capoluogo ligure al corridoio europeo TEN-T Reno-Alpi. Un'infrastruttura lunga circa 3.900 chilometri, che attraversa cinque Paesi: Italia, Svizzera, Germania, Olanda e Belgio che hanno una popolazione complessiva di 181 milioni di persone e una produzione di Pil pari a circa 7.100 miliardi di euro (dati Eurostat 2019).
GLI INVESTIMENTI DEL GRUPPO AL SERVIZIO DEL PAESE
Investimenti certi e rispetto dei tempi, le condizioni per dare competitività all’intero sistema. Il Gruppo FS, guidato dall’amministratore delegato Gianfranco Battisti, ha investito 13,381 miliardi di euro (9,856 già finanziati dal contratto di programma 2018-2019 di Rete Ferroviaria Italiana) per le infrastrutture del nodo di Genova e di tutta la Liguria che saranno in gran parte realizzate entro il 2024.
COME CAMBIERÀ LA GEOGRAFIA DEL NORD-OVEST
I lavori del Terzo Valico, che hanno superato ormai il 50% della realizzazione, quelli delle aree portuali e il potenziamento del nodo, metteranno Genova e il Mediterraneo in condizione di essere sempre più collegati all’Europa.
Gli interventi in corso – come ha ricordato in più occasioni Battisti – porteranno al sorgere di un’unica area urbana, congiungendo ciascun vertice del triangolo Genova, Milano e Torino entro massimo un’ora. È necessario, e di questo si è parlato in un recente intervento pubblico al quale ha partecipato l’AD di RFI Vera Fiorani, avviare o portare a compimento gli interventi di quadruplicamento tra Tortona e Voghera e tra Pavia e Milano Rogoredo; e di velocizzare l’intera linea Milano – Genova con upgrading sia delle infrastrutture sia delle tecnologie che presidiano la circolazione.
I BENEFICI ATTESI DAL 2024: SEPARAZIONE DEI FLUSSI E PIÙ CORSE REGIONALI NEL NODO
Ma non è tutto perché i lavori del Progetto Unico, che di per sé vale 6,8 miliardi di euro, una volta terminati permetteranno la separazione dei flussi di traffico tra i regionali e i treni a lunga percorrenza, eliminando così i colli di bottiglia. In una regione, dove il Gruppo FS gestisce con Rfi 493 chilometri di linea (di cui il 97% elettrificate e il 79% telecomandate con tecnologie all’avanguardia) e 103 stazioni, sono attesi importanti benefici – come stimato dalla stessa Regione Liguria – per circa 1,6 milioni di cittadini liguri: nel nodo di Genova ci sarà infatti un potenziale aumento di 20 treni a media e lunga percorrenza al giorno e più di 60 treni regionali (+43% treni giornalieri).
LO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI DEL NODO DI GENOVA
Per raggiungere tali obiettivi il Gruppo FS è a lavoro per il raddoppio dei binari esistenti (quadruplicamento) tra Genova Voltri e Sampierdarena con 4 binari complessivi di cui 2 per il traffico metropolitano e regionale; gli altri due saranno destinati ai treni a media e lunga percorrenza e consentiranno la connessione diretta al Terzo Valico dei Giovi per i treni merci originari o destinati al Porto di Genova Pra’ Mare. Al 23 aprile 2021 sono in corso i lavori di avanzamento dello scavo della galleria Polcevera ed è già stata realizzata la prima fase di potenziamento del fascio merci Pra’ Mare con la realizzazione di altri 2 nuovi binari (per un totale di 6 binari) ed il raddoppio del binario di ingresso al terminal di PSA International.
Ma Rfi è a lavoro anche per due nuovi binari oltre ai quattro esistenti (sestuplicamento) che porteranno a 6 i binari tra Genova Principe e Brignole. I 2 nuovi binari di collegamento tra la stazione sotterranea di Genova Principe e quella di Genova Brignole saranno ottenuti con il prolungamento delle esistenti gallerie Colombo e S. Tomaso e con riutilizzo parziale della dismessa galleria delle Grazie. I 2 nuovi binari consentiranno il miglioramento in termini di regolarità e puntualità dei collegamenti tra le due principali stazioni di Genova, incrementando l’attuale capacità infrastrutturale caratterizzata dalle gallerie Traversata Vecchia e Nuova. Al 23 aprile 2021 sono in corso i lavori di scavo del prolungamento delle gallerie S. Tomaso e C. Colombo, nonché i lavori esterni di adeguamento impiantistico e tecnologico che interesseranno la stazione di Brignole a seguito del potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria.
IL TRAFFICO MERCI: LE NUOVE INFRASTRUTTURE PORTERANNO A UN +49% DEI TRENI
E il traffico merci? Nel 2019 su un totale di 195.600 treni merci prodotti, 23.419 – il 12% – sono stati terminalizzati in Liguria, regione dove operano sette imprese ferroviarie tra cui Mercitalia. A conti fatti i nuovi interventi infrastrutturali porteranno dal 2024 un aumento di 80 treni al giorno (+49% treni giornalieri). Uno sviluppo in piena coerenza con il Libro Bianco dei Trasporti UE che chiede un progressivo trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia del 30% entro il 2030 e del 50% entro il 2050.
LO SCALO DI CAMPASSO, I BINARI IN PORTO E LA DIGA FORANEA: GENOVA È IL PRIMO POLO LOGISTICO DEL PAESE
“Difficulties mastered are opportunities won”. Le difficoltà superate sono opportunità guadagnate, tuonava nel secolo scorso Winston Churchill. E aveva ragione. Perché molte sono le difficoltà superate e quelle ancora da superare che consentiranno a Genova di essere confermato il primo polo logistico del Paese e tra i più importanti d’Europa.
Secondo i dati diffusi dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, i porti della Liguria muovono complessivamente il 50% dei container a livello nazionale e più del 35% dei treni merci ha origine dai porti della stessa Liguria.
Numeri destinati ad aumentare soprattutto per il Porto di Genova dove è prevista la creazione della nuova diga foranea. Un’opera infrastrutturale dal valore di 1,3 miliardi di euro, i cui lavori inizieranno a gennaio 2022 e che permetterà di intercettare grandi navi portacontainer di una lunghezza media di 400 metri e una capacità che può arrivare a 24mila teu.
Secondo le previsioni della stessa Autorità, lo sviluppo del Porto di Genova porterà così un aumento progressivo del traffico container del 100-150% e un possibile aumento del 40% delle quote di merci su rotaia. Uno sviluppo possibile solo se lo scalo Campasso, il “polmone che fa respirare” il terminal portuale, viene adeguatamente potenziato. Un lavoro che RFI sta già facendo con la realizzazione di 8 nuovi binari di lunghezza pari a 750 metri per l’arrivo e la partenza dei treni, un progetto di ampliamento inserito nel contesto di Sistema di Comando Controllo (SCC) della circolazione ferroviaria del Nodo di Genova.
Un modello di esercizio che a pieno regime prevede 18 treni merci di giorno e 24 notturni per un totale tra partenze e arrivi (H24) di 42 treni completi, lunghi appunto fino a 750 metri, da immettere in Europa attraverso il corridoio Reno-Alpi. Insomma Campasso sarà il vero e proprio retroporto di Genova per capacità, traffico e complessità di gestione.
L’altro grande intervento prevede il ripristino del collegamento tra Bivio Fegino e Parco Rugna in area portuale, 5 chilometri a doppio binario attraverso lo Scalo Campasso. Lo stato dell’arte al 23 aprile 2021 vede l’avvio dei lavori propedeutici alla realizzazione della tratta e a breve si avvieranno quelli nella tratta a nord di Campasso interessata dall’affiancamento della futura nuova linea metropolitana di Genova tra Brin e Canepari.
FUORI MURO, IL TERZO IMPIANTO AL SERVIZIO DELLA PORTUALITÀ LIGURE
Il rinnovo e potenziamento del parco ferroviario Fuori Muro, già al servizio dei moli del porto storico di Genova Sampierdarena, costituirà un ulteriore, importantissimo, tassello nel complessivo upgrading infrastrutturale al servizio della portualità e della logistica ligure. Lo scalo, a 7 binari di cui 5 di almeno 750 metri di sviluppo, sarà infatti, insieme a quelli di Voltri/Prà e Campasso, il terzo impianto idoneo alla composizione ed inoltro in linea dei treni lunghi a standard europeo, contribuendo al raggiungimento di quello shift modale strada/rotaia che rappresenta un obiettivo primario per la portualità ligure e la logistica del Paese. Le attività progettuali sono in corso, in piena sinergia tra RFI e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e vedranno il completamento nel 2024.