Il Gruppo FS Italiane produce mascherine protettive di tipo IIR, da usare in chiave anti-Covid. A regime, che sarà raggiunto progressivamente nelle prossime settimane, saranno almeno un milione e 700mila pezzi al mese. Lo scorso 3 luglio è arrivato quello che ancora mancava,  la certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità.  L’iniziativa è stata fortemente voluta da FS Italiane e dalla task force intersocietaria, istituita a fine febbraio scorso per dare risposte concrete alle necessità emerse durante l’emergenza sanitaria e nelle fasi successive.

 

La produzione avviene nello stabilimento di Rete Ferroviaria Italiana di Bologna ONAE (Officina Nazionale Apparecchiature Elettriche). Così, dove si era soliti costruire apparecchiature elettriche per le esigenze ferroviarie, d’ora in avanti si lavorerà anche per confezionare questi dispositivi sanitari diventati ormai un indumento quotidiano. 

La nuova attività ha richiesto l’adattamento di spazi dedicati all’interno dello stabilimento, oltre all’acquisizione e all’installazione di macchinari ad hoc fatti arrivare dalla Cina. Insieme al delicato lavoro di messa a punto di questi macchinari, ci si è dovuti cimentare anche nella selezione dei fornitori, impresa tutt’altro che facile in un momento in cui, per l’elevata domanda, era quasi impossibile trovare gli indispensabili materiali idonei.

 

Tra quelle chirurgiche, le mascherine di tipo IIR sono le più protettive con un’efficacia di filtrazione batterica superiore al 98% e una particolare resistenza anche agli spruzzi. Nel caso delle mascherine di FS vengono utilizzati tre strati di TNT  (il cosiddetto Tessuto Non Tessuto), prodotto dalla Texsus, storica azienda italiana con sede Chiesina Uzzanese (PT).  

 

Per ottenere la certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità all’utilizzo e al commercio, le mascherine hanno dovuto superare particolari prove di laboratorio che hanno verificato il rispetto della norma europea EN10993 (quella che fissa le caratteristiche generali per la classificazione come dispositivo medico, quale ad esempio l'indice di respirabilità) e della EN14683 (relativa alle caratteristiche prestazionali, quale ad esempio l’efficienza di filtrazione batterica).

 

Oltre alle mascherine chirurgiche, che com’è noto hanno una funzione protettiva in fase espiratoria, riducendo, fino a impedirla, la diffusione del virus da parte di una persona malata, l’ONAE si appresta a produrre anche le FFP2, quelle ad azione filtrante in fase inspiratoria, grazie ad un apposito macchinario prodotto ed acquistato da un’azienda veneta. Attualmente sono in corso, presso il fornitore, i test per collaudare la macchina e al contempo verificare e selezionare i diversi materiali necessari alla produzione. Dopo che il macchinario sarà consegnato e installato nello stabilimento di Bologna inizierà la campionatura necessaria per le prove di laboratorio affinché l’Istituto Superiore di Sanità rilasci l’ulteriore attestazione.

 

Il Covid-19, nella sua tragicità, ha fatto tuttavia emergere, e non solo nel mondo ferroviario, potenzialità importanti quali la flessibilità e la reattività delle aziende nel rispondere ad esigenze estemporanee e imprevedibili.