Una festa a doppia velocità. È quella che si è vista oggi 22 maggio in occasione della 14° tappa del Giro d’Italia, da Cittadella al Monte Zoncolan: per un tragitto di circa quattro chilometri, lungo la tratta Spresiano-Ponte della Priula SS13, la corsa dei corridori si è affiancata a quella di un treno Pop di Trenitalia, con una particolare livrea in rosa per l’evento. A bordo un ospite speciale: il Trofeo Senza Fine che non attende altro che essere alzato al cielo dal vincitore della 104° corsa ciclistica.

Il viaggio celebrativo realizzato da Trenitalia, per il secondo anno consecutivo Official Green Carrier del Giro, riprende le orme di quello organizzato lo scorso 14 ottobre, nelle Marche, da Porto Sant’Elpidio a Rimini. Ma lo scenario di questo 2021 è del tutto diverso: il treno di ultima generazione è partito da Cittadella, città di inizio tappa, e ha attraversato le campagne venete fino a Conegliano, nel trevigiano.

Tanti gli ospiti presenti in compagnia del Trofeo: per Trenitalia l’amministratore delegato, Luigi Corradi, la direttrice della Divisione Passeggeri Regionale, Sabrina De Filippis, e il direttore regionale Veneto, Tiziano Baggio; la vicepresidente della Regione Veneto, oltre che assessora ai trasporti, Elisa De Berti; il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon; l'ad di RCS Sport, Paolo Bellino; i giovani e promettenti ciclisti della Fondazione Michele Scarponi; l’influencer Luca Talotta, attivo nell’ambito dello sport e della mobilità sostenibile, così come Alex Bellini, esploratore capace di compiere imprese mondiali in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente; e last but not least, Gianni Bugno, due volte campione del mondo di ciclismo su strada e vincitore del Giro nel 1990, indossando la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa.

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Il momento più emozionante del viaggio è stato senza dubbio quello in cui strada ciclabile e binario si sono affiancati in parallelo, tra l’altro avvicinandosi al Piave, un fiume che nel 160° anno dall’Unità d’Italia non può che portare alla memoria vicende che hanno fatto la storia del nostro Paese.

Treno e bici, vicini e veloci. Un’immagine rimasta impressa negli occhi di tutti: dei ciclisti, innanzitutto, che hanno corso in parallelo con uno scrigno di ferro ed elettricità contenente il loro ambito tesoro, quella coppa che significa per loro un ingresso vittorioso nella storia; dei passeggeri a bordo treno, poi, che dal finestrino hanno potuto ammirare la grinta e la tenacia di eroici atleti pronti a sfidare sudore, stanchezza e strade ripide e impervie pur di raggiungere il traguardo (e che traguardo, quel Monte Zoncolan noto a tutti come il Kaiser, alto 1.750 metri, la salita più ardua per i corridori di tutto il mondo, con una pendenza media del 12% e massima del 22%, affrontata anche dagli impavidi membri del team Trenitalia impegnati nel Giro E); negli occhi, infine, degli spettatori presenti in prima persona o dietro un piccolo schermo, che si sono gustati lo spettacolo di una duplice corsa, partecipando empaticamente all’impresa, tanto simbolica, quanto reale.

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È la magia del Giro d’Italia che proprio come Trenitalia annulla le distanze, penetra nel territorio, avvicina piccole realtà tra loro oltre che con i grandi centri e, così facendo, unisce l’Italia e gli italiani. Anche e soprattutto in un periodo in cui la pandemia ha costretto troppe persone a stare lontane, ferme, nell’asfissiante chiusura delle mura domestiche. E mentre tutti sperano in un graduale e rassicurante ritorno alla normalità pre-Covid, il legame tra treno e bici, rappresentativo di una mobilità libera e green, si fa sempre più forte.