In cover, i nove vagoni del Treno museo nella stazione di Villarosa (EN)

In un piccolo centro della provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, c’è una realtà culturale unica nel suo genere che non ha eguali in Europa. È il Treno museo dell’arte mineraria, civiltà contadina, ferroviaria e dell’emigrazione: un’esposizione etno-antropologica allestita all’interno di vagoni appositamente riadattati e situati nell’ex scalo merci della stazione di Villarosa di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).

 

A occuparsi dello speciale convoglio, inaugurato l’8 dicembre 1995, è l’associazione culturale Amici del Treno museo di Villarosa - Amare Villapriolo, che tre anni fa ha ottenuto gli spazi in comodato d’uso gratuito da RFI. Ma non è tutto. L’8 dicembre 2002 vengono aperte al pubblico anche le Case museo di Villapriolo: a due passi da Villarosa, le antiche abitazioni di emigrati sono state trasformate in veri e propri allestimenti museali.

La stazione ferroviaria di Villarosa

«In 25 anni di attività abbiamo avuto oltre 950mila visitatori, la maggior parte arrivati qui in treno», ci racconta Primo David, presidente dell’organizzazione ed ex ferroviere in pensione. «Ad accogliere i viaggiatori in stazione c’è una fontana con acqua zampillante, musica di sottofondo, il sorriso e l’accoglienza del personale in servizio. Per pulizia, ordine e decoro, è il fiore all’occhiello della linea ferroviaria Catania-Palermo. Inoltre, da quando Villarosa è stata inserita nel Rocca di Cerere Unesco Global Geopark sono aumentati i turisti provenienti dall’estero, soprattutto austriaci, tedeschi e francesi».

 

Situato su un altopiano di gesso e zolfo nell’Ennese, con numerose cime di arenaria, Rocca di Cerere è tra gli 11 Geoparchi mondiali in Italia riconosciuti dall’Unesco. Il nome deriva dall’antica consacrazione del territorio alla divinità Cerere e riflette la stretta relazione tra la mitologia, la terra e l’uomo. Il suo confine è determinato dai nove comuni di Aidone, Assoro, Calascibetta, Enna, Leonforte, Nissoria, Piazza Armerina, Valguarnera e Villarosa. L’area comprende la Villa Romana del Casale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, la polis di Morgantina, uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo e il Parco minerario Floristella-Grottacalda, per l’archeologia industriale tra i luoghi più significativi del sud Italia. L’insieme offre un paesaggio ricco di suggestioni.

Targa di intitolazione del Treno museo a Giovanni Palatucci

«La Sicilia è una terra baciata dagli dei e Villarosa ha una grande storia alle spalle che abbiamo voluto riproporre al presente, creando così un polo attrattore», ci dice pieno di orgoglio David che si è personalmente occupato di recuperare e restaurare nove carri merci utilizzati nel 1943 per trasportare gli ebrei da Roma a Trieste, alla risiera di San Sabba, durante la Seconda guerra mondiale. «Questo treno è dedicato a un grande eroe, Giovanni Palatucci: giovane funzionario di polizia che grazie al suo acume riuscì a salvare tremila perseguitati dalla deportazione».

 

L’interno del convoglio è una fabbrica di emozioni: i vagoni sono stati adibiti a stanze espositive dove preziosi cimeli permettono di rivivere un percorso nella memoria siciliana. Attrezzi e strumenti di lavoro usati nei campi e nelle solfatare mostrano la civiltà contadina e mineraria della zona; in un’apposita sezione, lettere e rare fotografie raccontano le difficoltà dell’emigrazione mentre, in un’altra, un telegrafo, delle lanterne e vari oggetti omaggiano il mondo ferroviario. Il museo ospita inoltre una minuziosa raccolta di utensili che erano di uso quotidiano nelle case del luogo: numerosi manufatti, stufe, letti in lamiera, mobili d’epoca ma anche arredi appartenuti alle famiglie baronali. Tutti reperti risalenti ai primi del ’900 sapientemente collocati per far rivivere antiche atmosfere e tempi lontani, fruibili nel dettaglio grazie alla catalogazione della soprintendenza dei Beni culturali di Enna. La visita si conclude nel vagone adibito a sala video, dove vengono proiettati filmati storici e dei giorni nostri.

Treno museo di Villarosa (EN)

Da qui, una navetta porta a Villapriolo, caratteristico borgo di circa 600 abitanti distante sette chilometri da Villarosa. Le abitazioni sono state trasformate in case museo che consentono di conoscere e ammirare le origini e le tradizioni siciliane. Si può scoprire la bottega del ciabattino, poco sopra quella dello zolfataio – l’operaio delle miniere locali – e, di fronte, quella dell’emigrante che negli anni ’60 partì per gli Stati Uniti. Ma anche la tipica abitazione del contadino e quella del lavoratore giornaliero dei campi, il baglio del grano che custodisce un forno a pietra e una trebbia del 1937 con ruote in ferro, freni e balestre in legno. E ancora, una stalla originale con le attrezzature del tempo, il baglio del casaro per la lavorazione del latte e dei formaggi, gli antichi lavatoi e, infine, all’interno di un granaio di fine ’800, la Passione di Gesù Cristo in miniatura.

 

Impegnata da sempre nella valorizzazione del territorio, l’associazione si è fatta promotrice anche di diverse iniziative di solidarietà sociale prima dell’avvento del Covid-19, come ci spiega David: «Abbiamo offerto un viaggio in treno ai ragazzi malati oncologici dei paesi limitrofi. A bordo di un convoglio regionale, siamo prima arrivati a Noto e poi abbiamo proseguito per Donnafugata, antico feudo nel Ragusano. Condividere il pranzo e far visita al castello ci ha regalato una meravigliosa giornata».

 

Nel 2020, inoltre, il Treno museo si è trasformato in un impeccabile set cinematografico dove girare Il treno dei desideri, un corto realizzato dalla Comunità terapeutica assistita La rinascita di Villarosa, in occasione del primo Concorso nazionale di cortometraggi Menti in corti, progetto che ha coinvolto diverse strutture di riabilitazione psichiatrica.

 

«Da quest’estate riprenderemo gradualmente le nostre attività sperando per il meglio. Una cosa è certa: organizzeremo una serata, inviteremo tutte le altre associazioni a raggiungere Villarosa in treno e proietteremo questo filmato. Sono persone a cui dobbiamo dare il nostro sostegno perché hanno realizzato una cosa bellissima», conclude David. Questa stazione fa riscoprire il gusto delle cose semplici come il lavoro, la famiglia e la fratellanza. Lasciandosi trasportare in un viaggio nel tempo e nella cultura.

Articolo tratto da La Freccia