California (al secolo Francesca Mesiano) e Fausto Zanardelli sono una coppia nella vita e nella musica. Insieme formano, infatti, i Coma_Cose, tra le realtà più interessanti della discografia italica. Attraverso sonorità eclettiche e una scrittura caratterizzata da immagini urban, il duo ha vivisezionato la love story che li vede protagonisti. Riuscendo, al contempo, a offrire uno sguardo alternativo sulle emozioni di una generazione liquida.
La loro relazione e la carriera artistica in tandem inizia nell’estate del 2016. Un anno dopo sfornano l’ep Inverno ticinese che li fa conoscere a pubblico e critica e, nel 2019, l’album Hype Aura li consacra. Arriva poi il progetto Due e, dal 2 al 6 marzo (salvo slittamenti causa pandemia), la partecipazione tra i big al 71esimo Festival di Sanremo con il brano Fiamme negli occhi.
C’è una canzone che, più di tutte, rappresenta la vostra unione?
[F] Anima lattina, parla del nostro incontro con parafrasi e immagini molto vivide. È cantata all’unisono e, nei live, si crea un’alchimia armonica, vocale, di totale condivisione.
Come conciliate l’aspetto professionale con quello personale?
[C] Avere un progetto in comune fa nascere una serie di problemi: c’è sempre molto da discutere, ma è anche quello che ci salva e ci fa andare avanti.
[F] Non abbiamo nemmeno uno storico precedente, ci siamo messi insieme quando è nato il progetto. È un tutt’uno, una relazione all’interno della musica. Il lockdown è stata la prova del nove per tante coppie, mentre a noi è sembrato normale perché siamo abituati a scornarci.
Il vostro viaggio del cuore?
[C] Amiamo Berlino. Ci siamo stati per due settimane, scandagliandola in lungo e in largo a piedi: quando visitiamo un posto ci piace farlo con calma.
[F] Ogni volta che andiamo lì veniamo ispirati, ci trasmette una propulsione importante.
Il primo viaggio post Covid-19?
[F] Qualcosa di esotico, come Bali, in Indonesia. Oltre all’avventura, un po’ di mare da cartolina non guasterebbe.
In Italia, invece, c’è una città a cui siete legati?
[F] Milano ha fatto da sfondo ai nostri ultimi dieci anni, è stata molto presente nelle nostre prime composizioni, ci ha formati, dandoci diversi input e cambiando il nostro asset mentale. La pandemia ha reso un po’ strano vivere in questa metropoli, l’ha trasformata quasi in un non luogo che confonde chi era abituato a vederla viva. La sentiamo come una città vicina e lontana allo stesso tempo. Quando ripartirà avrà un grande boom, aspettiamo anche noi questa ripresa visto che tutto quel che riguarda la musica, al momento, è sospeso.
Qual è il tema della canzone con cui vi presentate sul palco dell’Ariston?
[C] Parla di noi, dei nostri sentimenti. Ci piace fotografare momenti della nostra storia: abbiamo raccontato l’inizio, lo stare insieme dopo due anni e la convivenza. Adesso descriviamo la nostra vita attuale.
[F] Abbiamo due codici narrativi: scattiamo istantanee della realtà che ci circonda e di noi stessi. Fiamme negli occhi descrive gli alti e bassi di una relazione: siamo due amici che poi si sono fidanzati e ora lavorano insieme. Abbiamo una passione che arde dentro e ci dà la direzione per continuare la nostra avventura, che è musica ma anche vita.
Come mai avete deciso di partecipare al Festival?
[C] Abbiamo iniziato a scrivere canzoni un anno fa, durante il periodo del lockdown.
[F] Le avevamo pensate per un ipotetico disco che, causa forza maggiore, non ha mai visto la luce. Tra queste, ce n’era una che ci sembrava perfetta per Sanremo. È stato tutto molto naturale: abbiamo provato a partecipare, sapendo che l’edizione 2021 viene vista come quella del rilancio della musica. Il brano è piaciuto e adesso siamo in gara. Ci sentiamo come Davide contro Golia.
Canzone di Sanremo a parte, come saranno i vostri nuovi pezzi?
[F] Parlano la stessa lingua, contengono tanto passato e tanto futuro. I sentimenti sono messi a nudo, con tutta la poesia possibile. Cose piccole, raccontate in modo immaginifico: scandaglieremo la nostalgia umana.
Articolo tratto da La Freccia