In cover, Barbara Labate
Dare forma alle idee e rispondere ai bisogni e alle esigenze quotidiane – come fare la spesa – risparmiando tempo e denaro. L’imprenditrice Barbara Labate, messinese, ha iniziato molto presto a esplorare il mondo delle start up, immaginando soluzioni digitali ai problemi di ogni giorno.
Nel 2004 realizza un progetto dedicato ai servizi per la telefonia. Nel 2011 lancia Risparmio Super, il primo comparatore di prezzi della grande distribuzione per monitorare 21mila punti vendita su tutto il territorio italiano con milioni di iscritti al servizio web e mobile. Oggi è founder e CEO di ReStore, azienda specializzata nella realizzazione di servizi e-commerce per la grande distribuzione e l’industria alimentare in Italia.
Lo scorso dicembre ha ottenuto il Premio nazionale per l’Innovazione nell’ambito dell’undicesima edizione del Premio dei Premi 2020, istituito presso la Fondazione Cotec per concessione del Presidente della Repubblica italiana. In una cerimonia nelle sale del Quirinale, Sergio Mattarella ha virtualmente consegnato le targhe onorifiche alle imprese vincitrici nei 40 settori economici coinvolti.
La commissione tecnica ha deciso di premiare ReStore tra le realtà più innovative in Italia nella categoria Commercio considerandola tra le iniziative capaci di contribuire a ripensare e rafforzare leve competitive ed elementi differenzianti dell’attività commerciale e, più in generale, del mondo dei servizi. E ha tenuto conto anche della sperimentazione di nuovi format – fisici e digitali – in grado di cogliere trasformazioni del mercato e nuovi atteggiamenti di consumo.
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Per Labate, che dopo la laurea in Scienze politiche ha ottenuto una borsa di studio Fulbright e un master alla Columbia University di New York, l’importante riconoscimento si somma, tra gli altri, al premio Mind the bridge Milano 2011, all’Italian Innovation Day New York 2011, al Plug & Play Expo Silicon Valley 2011, al Lady Pitch Night Parigi 2013 e al premio Innovazione Servizi 2019.
Inoltre, l’imprenditrice siciliana è apparsa già due volte nella classifica di Inspiring Fifty che seleziona le 50 donne di maggiore ispirazione per il mondo della tecnologia in Europa. Curiosità, voglia di sperimentare e di coltivare le idee sono alla base di ogni suo progetto.
Come e quando ti sei avvicinata al mondo delle start up e dell’imprenditoria digitale?
Già da piccola avevo un computer, benché fosse ancora uno dei primi Apple e lo usassi solo per giocare a Tetris. Sono sempre stata una smanettona, come si usa dire oggi. Poi, quando è iniziato il mio percorso lavorativo, ho capito che il mondo delle dot-com era molto stimolante. Mi è sempre piaciuto trasformare idee in servizi e prodotti, e questo è quello che fanno le start up. O quello che dovrebbero fare secondo me. Inoltre, durante il master che ho frequentato alla Columbia University, negli Stati Uniti, ho seguito anche corsi specifici per questo settore, su come fare un pitch o come raccogliere fondi. Rientrata in Italia, ho cominciato a lanciare start up quando ancora non si sapeva bene cosa fossero.
ReStore aiuta il consumatore a risparmiare tempo e denaro, consentendo ai retailer e ai brand di analizzare prezzi e comportamenti dei consumatori. Come nasce?
Un’idea o un servizio partono quasi sempre dalla necessità di risolvere un problema, spesso anche personale. ReStore è una piattaforma e-commerce per la grande distribuzione. Si tratta di un software che nasce dalla costola di Risparmio Super, progetto dedicato al mondo della comparazione dei prezzi dei supermercati.
Quanto sono cambiate le abitudini di acquisto degli italiani negli ultimi tempi? Sono molto più infedeli di prima, almeno al supermercato, un po’ per necessità, un po’ perché l’ingresso di nuovi player ha regalato maggiori opzioni di scelta. La spesa online permette al consumatore di scegliere comodamente da casa “dove” fare i propri acquisti. E questo elimina qualsiasi barriera o vantaggio dovuti alla location, alla grandezza e alla bellezza del luogo fisico dove si è abituati a fare la spesa.
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ReStore ha ottenuto il Premio nazionale per l’Innovazione 2020. Che emozione ha provato?
Purtroppo, l’emergenza Covid-19 ha impedito un incontro di persona con il presidente Mattarella, ma ho apprezzato molto il suo discorso misurato e puntuale. Di sicuro questo riconoscimento è uno stimolo ad andare avanti sempre meglio e a non mollare davanti alle mille difficoltà di fare impresa in Italia.
Cosa significa essere una delle donne di maggiore ispirazione nel mondo della tecnologia in Europa? E quali criticità hai incontrato nel percorso?
Le difficoltà nascono dal sistema Paese, dall’età degli interlocutori, dalla staticità e dalla ricerca della comfort zone tipica della mentalità italiana. I problemi nascono dal sentirsi dire: «Ti pago una fattura in tre anni». Una cosa che all’estero non sarebbe neanche immaginabile. Quindi essere di ispirazione per l’Europa non è semplice, ma sicuramente siamo un esempio di resilienza.
Quanto sono importanti il confronto con le persone del tuo team e la condivisione di idee?
La squadra ideale dovrebbe essere composta da persone migliori di te. Purtroppo attrarre talenti per le start up non è semplice, perché le disponibilità sono spesso limitate e quindi è una scelta che richiede sacrifici. Ma credo che dalla condivisione delle idee e dei problemi nasca sempre la soluzione migliore.
Stai già immaginando un nuovo progetto?
Ho sempre nuovi progetti, ma bisogna svilupparne uno alla volta altri menti si rischia di far tutto male. La parte difficile è metterli in pista, in modo veloce e spesso garibaldino. Le start up richiedono una buona dose di incoscienza.
Per lavoro sei spesso in giro per l’Italia e all’estero. Come trascorri il tempo durante il viaggio?
Lavorando. Trovo estremamente rilassante farlo in treno o in aereo, perché ci sono meno distrazioni. È il momento più proficuo per me.
Articolo tratto da La Freccia